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sabato 12 novembre 2016

Un percorso lungo e ricco di esperienza quello dell'autrice STELLA STOLLO - l'intervista a cura di Vincenzo Monfregola

UNA STRADA IMPORTANTE
a cura di Vincenzo Monfregola

Stella lei ha girato parecchio durante il suo percorso formativo-culturale. Chiedendole di scegliere, quale "parola" accomuna l'arte dello scrivere nel mondo?
Libertà.  Che sia un grido di lotta sociale e rivendicazione politica oppure un personale anelito all’aperta espressione del sé affrancato da ogni condizionamento, l’arte dello scrivere sottende sempre l’idea di libertà.
Con il suo esordio, "Io e i miei piedi", vuole trasmettere la certezza del potere terapeutico che la scrittura può avere. Vuole spiegarci meglio?
Il protagonista di “io e i miei piedi”  attraverso la scrittura delle sue memorie riesce a guarire da una buffa  quanto invalidante  dermatite ai piedi, evidentemente psicosomatica. Accade perché scrivendo di sé  con ironia e umorismo  intraprende una sorta di viaggio spirituale che lo porta a conoscersi  meglio,  a scoprire e coltivare  le proprie passioni più intime,  fino a trovare il coraggio di ribellarsi a una vita preconfezionata da altri (la madre e la fidanzata, nel caso specifico).  La scrittura, come ogni altra forma di arte,  ci guarisce innanzitutto dalla cecità ovvero  da uno stato di sonnambulismo in cui talvolta ci ritroviamo a condurre le nostre esistenze. Questa ritrovata consapevolezza è il primo passo del percorso terapeutico.

Cina, Germania ma anche Venezia. Nasce ad Orvieto, come ricorda la sua infanzia?
Ad Orvieto la casa della mia famiglia si trova ai piedi della rupe, vicino al fiume Paglia. Il tempo interiore  della mia prima a infanzia, intendo dire prima che imparassi a leggere e venissi rapita nel mondo dei libri,  è scandito dai ritmi lenti della natura e delle stagioni lungo le rive del fiume: i  bagni nell’acqua allora chiara con mio padre che  pescava nei lunghissimi pomeriggi estivi;  le passeggiate e i giochi  nei colori dell’autunno e della primavera;  e d’inverno i giorni festivi delle nevicate, con il pupazzo, le pallate e poi il calore della stufa a legna  e della famiglia riunita a gustare la cioccolata calda … sono tutti fotogrammi di un film la cui colonna sonora è la melodia di un Tempo amico, complice, e miglior compagno di vita, fatto di  momenti pieni ma anche di rigeneranti e creativi momenti di vuoto. Una percezione del tempo tipica dell’infanzia? Eppure mi pare sia negata ai bambini di oggi che , costretti ai ritmi innaturali imposti dalle esigenze di noi adulti, si ritrovano a rincorrere un tempo ostile e saturo di attività.
Si accorge di amare la scrittura quando, e cosa consiglia a chi invece ne avverte un sentore verso questa passione ma non ne ha ancora la certezza?
Ad un certo punto della mia infanzia, la pagina scritta ha iniziato a sedurmi e i libri sono diventati i miei più fedeli amici. Dalla lettura come viaggio nello spazio, nel tempo e nell’anima mi è venuto naturale passare  alla scrittura come viaggio tra i miei sentimenti , le mie paure e i miei sogni. Durante l’adolescenza ho scoperto che lettura e scrittura,congiunte,  potevano  aumentare la mia capacità di resilienza, aiutandomi a superare le difficoltà e a ribellarmi ai condizionamenti.  A chiunque senta l’urgenza di scrivere consiglio quindi di non smettere mai di leggere.  Parafrasando Leopardi:  se per imparare a vivere è necessaria l’esperienza, per imparare a scrivere è necessaria la lettura.
Ha scritto "I delitti della primavera", perchè leggerlo?
Perché è un noir appassionante. Perché è una meravigliosa storia d’amore. Perché è un vivido affresco storico del  primo Rinascimento fiorentino che offre interessanti collegamenti con l’epoca attuale, come le discriminazioni sessuali e i pregiudizi che sfociano nella brutale violenza. Perché getta una nuova luce su alcuni noti personaggi, in un’armonica mescolanza tra realtà storica e fantasia.  Ma soprattutto perché questo libro vuole essere  principalmente un omaggio all’Arte e alla Bellezza: due valori dai quali  in Italia si dovrebbe ripartire, con la promozione e la protezione dei nostri tesori culturali e paesaggistici, dopo tanti anni in cui invece sono state promosse  l’ignoranza, l’incuria dei beni artistici e ambientali e la diffusione di brutture di vario genere.
I delitti della primavera, il suo ultimo lavoro, arriva lontano e viene tradotto interamente in lingua inglese. Cosa prova e cosa si aspetta dopo questo traguardo impegnativo?
Una importante gratificazione all’impegno e al lavoro di squadra con la Graphofeel . A livello personale più che un traguardo mi piacerebbe considerarla una tappa significativa di un percorso che abbia  in serbo nuove sfide e nuove sorprese.
Noi la ringraziamo per il tempo che ci ha concesso, chiediamo ai nostri ospiti un regalo per i lettori. Una sorta dei "titoli di coda"... lei come decide di salutarci, lasciandoci cosa?
Grazie a voi per l’ospitalità e grazie a chiunque si soffermi a leggere! 
Visto che siamo ancora in pieno autunno vi lascerò una poesia di Emily Dickinson che ho adottato per propiziarmi questa stagione:

Sono più miti le mattine
e più scure diventano le noci

e le bacche hanno un viso più rotondo,
la rosa non è più nella città. 
L'acero indossa una sciarpa più gaia,
e la campagna una gonna scarlatta.
Ed anch'io, per non essere antiquata,
mi metterò un gioiello.




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