UNA STRADA IMPORTANTE
a cura di Vincenzo Monfregola
Stella lei ha girato parecchio durante il suo percorso
formativo-culturale. Chiedendole di scegliere, quale "parola"
accomuna l'arte dello scrivere nel mondo?
Libertà. Che sia un
grido di lotta sociale e rivendicazione politica oppure un personale anelito
all’aperta espressione del sé affrancato da ogni condizionamento, l’arte dello
scrivere sottende sempre l’idea di libertà.
Con il suo esordio, "Io e i miei piedi", vuole
trasmettere la certezza del potere terapeutico che la scrittura può avere.
Vuole spiegarci meglio?
Il protagonista di “io e i miei piedi” attraverso la scrittura delle sue memorie
riesce a guarire da una buffa quanto
invalidante dermatite ai piedi,
evidentemente psicosomatica. Accade perché scrivendo di sé con ironia e umorismo intraprende una sorta di viaggio spirituale
che lo porta a conoscersi meglio, a scoprire e coltivare le proprie passioni più intime, fino a trovare il coraggio di ribellarsi a una
vita preconfezionata da altri (la madre e la fidanzata, nel caso specifico). La scrittura, come ogni altra forma di
arte, ci guarisce innanzitutto dalla
cecità ovvero da uno stato di
sonnambulismo in cui talvolta ci ritroviamo a condurre le nostre esistenze.
Questa ritrovata consapevolezza è il primo passo del percorso terapeutico.
Cina, Germania ma anche Venezia. Nasce ad Orvieto, come
ricorda la sua infanzia?
Ad Orvieto la casa della mia famiglia si trova ai piedi
della rupe, vicino al fiume Paglia. Il tempo interiore della mia prima a infanzia, intendo dire prima
che imparassi a leggere e venissi rapita nel mondo dei libri, è scandito dai ritmi lenti della natura e
delle stagioni lungo le rive del fiume: i
bagni nell’acqua allora chiara con mio padre che pescava nei lunghissimi pomeriggi estivi; le passeggiate e i giochi nei colori dell’autunno e della primavera; e d’inverno i giorni festivi delle nevicate, con
il pupazzo, le pallate e poi il calore della stufa a legna e della famiglia riunita a gustare la
cioccolata calda … sono tutti fotogrammi di un film la cui colonna sonora è la
melodia di un Tempo amico, complice, e miglior compagno di vita, fatto di momenti pieni ma anche di rigeneranti e
creativi momenti di vuoto. Una percezione del tempo tipica dell’infanzia?
Eppure mi pare sia negata ai bambini di oggi che , costretti ai ritmi
innaturali imposti dalle esigenze di noi adulti, si ritrovano a rincorrere un
tempo ostile e saturo di attività.
Si accorge di amare la scrittura quando, e cosa consiglia
a chi invece ne avverte un sentore verso questa passione ma non ne ha ancora la
certezza?
Ad un certo punto della mia infanzia, la pagina scritta ha
iniziato a sedurmi e i libri sono diventati i miei più fedeli amici. Dalla
lettura come viaggio nello spazio, nel tempo e nell’anima mi è venuto naturale
passare alla scrittura come viaggio tra
i miei sentimenti , le mie paure e i miei sogni. Durante l’adolescenza ho
scoperto che lettura e scrittura,congiunte, potevano aumentare la mia capacità di resilienza,
aiutandomi a superare le difficoltà e a ribellarmi ai condizionamenti. A chiunque senta l’urgenza di scrivere
consiglio quindi di non smettere mai di leggere. Parafrasando Leopardi: se per imparare a vivere è necessaria
l’esperienza, per imparare a scrivere è necessaria la lettura.
Ha scritto "I delitti della primavera", perchè
leggerlo?
Perché è un noir appassionante. Perché è una meravigliosa
storia d’amore. Perché è un vivido affresco storico del primo Rinascimento fiorentino che offre
interessanti collegamenti con l’epoca attuale, come le discriminazioni sessuali
e i pregiudizi che sfociano nella brutale violenza. Perché getta una nuova luce
su alcuni noti personaggi, in un’armonica mescolanza tra realtà storica e
fantasia. Ma soprattutto perché questo libro
vuole essere principalmente un omaggio
all’Arte e alla Bellezza: due valori dai quali
in Italia si dovrebbe ripartire, con la promozione e la protezione dei
nostri tesori culturali e paesaggistici, dopo tanti anni in cui invece sono
state promosse l’ignoranza, l’incuria
dei beni artistici e ambientali e la diffusione di brutture di vario genere.
I delitti della primavera, il suo ultimo lavoro, arriva
lontano e viene tradotto interamente in lingua inglese. Cosa prova e cosa si
aspetta dopo questo traguardo impegnativo?
Una importante gratificazione all’impegno e al lavoro di
squadra con la Graphofeel . A livello personale più che un traguardo mi
piacerebbe considerarla una tappa significativa di un percorso che abbia in serbo nuove sfide e nuove sorprese.
Noi la ringraziamo per il tempo che ci ha concesso,
chiediamo ai nostri ospiti un regalo per i lettori. Una sorta dei "titoli
di coda"... lei come decide di salutarci, lasciandoci cosa?
Grazie a voi per l’ospitalità e grazie a chiunque si
soffermi a leggere!
Visto che siamo ancora in pieno autunno vi lascerò una
poesia di Emily Dickinson che ho adottato per propiziarmi questa stagione:
Sono più miti le mattine
e più scure diventano le noci
e più scure diventano le noci
e le bacche hanno un viso più rotondo,
la rosa non è più nella città.
L'acero indossa una sciarpa più gaia,
e la campagna una gonna scarlatta.
Ed anch'io, per non essere antiquata,
mi metterò un gioiello.
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