STRAORDINARIAMENTE "IN PAROLE"
a cura di Vincenzo Monfregola
Oggi a Scritturati PuntoCOM ospite Marco Gaucho Filippi, poeta e vignettista che da sempre regala con
costanza colori e parole che raccontano il nostro paese.
Ha collaborato con il settimanale la Rinascita della Sinistra e oggi ha un blog di vignette su l’Espresso.it, altre collaborazioni e svariate
pubblicazioni.
Marco Gaucho Filippi cosa la porta a scrivere e a disegnare
per raccontare l’Italia? Quali sono le motivazioni per le quali crede che
bisogna farlo.
Le motivazioni sono soggettive. Non tutti siamo
mossi dallo stesso impulso. Io scrivo e realizzo vignette perché sento il
bisogno/dovere di dire la mia, di provare a essere una piccola voce del mio
tempo. Vorrei esserne parte attiva e critica. Per questo motivo cerco di dare a
tutti i miei lavori, di parola e di segno, un risvolto sociale.
Come e quando si accorge di questa passione, soprattutto
qual è stato il suo esordio?
Sono le passioni a sceglierti. Ci nasci, senza
neanche saperlo, poi all’improvviso escono fuori e ti rendi conto di avere in dote virtù e meccanismi che non
avresti mai pensato di possedere. E’ successo così a me. Sono un autodidatta: ho
iniziato con un piccolo blog personale, poi tante partecipazioni a premi
musicali e letterari, articoli e vignette per giornalini di quartiere e per
quelli politici. Poi finalmente l’avvento e la visibilità dei social, le
piccole testate online fino alle attuali collaborazioni digitali con L’Espresso
e Left e cartacea con il quotidiano Metropolis.
Porta un contributo di notevole spessore e in qualche modo è
specchio dell’opinione pubblica, o quanto meno di una parte, ma oggi lo spazio
temporale in cui viviamo con quale colore lo rappresenterebbe?
Non penso di essere lo specchio dell’opinione pubblica.
Tutt’altro. Mi pongo il difficile obiettivo di rimanere quanto più possibile
fedele alla mia coscienza. E’ a lei che devo rispondere. E’ lei il mio datore
di lavoro. Cerco sempre di caratterizzare ciò che faccio cercando di esprimere
la mia opinione che poi, in realtà, è espressione politica e sociale di una
minoranza.
“Riso avaro – un anno
di vignette”, è il suo primo ebook con prefazione a cura di Erri De Luca,
ce lo racconta?
Una grande emozione che vale più dell’ebook
stesso. Un onore assoluto. Considero Erri De Luca un faro, un esempio; un
artigiano di emozioni, unico in grado di lavorare la parola.
Ebbi l’incoscienza di chiedergli due righe di prefazione. Lui il coraggio di
accettare. Si fidò. Non è da tutti.
Ho verso di lui un debito di gratitudine che non riuscirò mai a estinguere.
Marco Gaucho Filippi è anche poeta, quando e come si accorge
di questa passione aggiunta?
In realtà ho cominciato prima a scrivere e poi a scarabocchiare. Disegnare
no. E’ un termine che non uso per evitare il reato di appropriazione indebita.
Diciamo che in principio fu la prosa, poi la poesia, poi l’aforisma e ora il
segno.
Col tempo è come se avessi asciugato la mia vena creativa. Scherzi a parte
continuo incessantemente e disordinatamente
a scrivere storie, poesie, aforismi, canzoni e a fare vignette.
Quali sono le emozioni che racconta nei suo versi, quali i
colori delle sue parole.
Sono per lo più suggestioni personali, stralci
di vita vissuta,speranze in carta semplice. Scrivo sempre dopo essere stato
invaso da una forte emozione. Scrivo per cercare di trattenerla o per provare a
liberarmene, dipende dai casi.
Il colore delle mie parole? Quello cambia a seconda degli occhi che le leggono.
Ogni lettore, in base al proprio vissuto, può vedere sfumature o addirittura tinte
differenti.
Con la poesia “J’accuse” inclusa nel libro “Nel nome del padre” è stato finalista
al “Premio De Andrè” e con un’altra poesia sempre di questo libro si è classificato
terzo al “Premio Nazionale AlberoAndronico”. Cosa rappresenta per lei, aldilà
dei risultati eccelsi, questa pubblicazione?
Difficile rispondere perché è stato un lavoro sofferto, difficile. Sono poesie la
maggior parte scritte dopo la morte di mio padre e dei miei due nonni, tutte
avvenute improvvisamente e nel breve arco temporale di un anno e mezzo.
Non ne parlo molto volentieri. Contiene versi che ancora non ho del tutto
accettato. Da figlio, li ho dovuti scrivere troppo presto.
Dentro però ci sono anche poesie d’amore perché è anche grazie a quello che ho
ritrovato serenità: l’amore di mia moglie, della mia famiglia.
Infine ci sono versi di lotta, di rabbia, di politica… perché, come già detto,
ho sempre un occhio e un indice puntati contro la realtà.
Quali sono i suoi prossimi progetti?
Ne ho tantissimi in mente. Navigo a vista: mi
piace misurarmi con nuove sfide, cambiare, sperimentare, giocare a inventarmi.
Non mi do limiti anche se so benissimo di averne… e non sono neanche pochi.
Presto mi leggerete all’interno di un’antologia tematica con un breve racconto
che ha come sfondo Scampia. Inoltre sto lavorando per tornare a Napoli con una
mostra di vignette dopo la bellissima esperienza dello scorso anno, a Forcella,
con “MGF, il guitto velato”.
Solitamente per concludere l’intervista chiediamo ai nostri
ospiti un omaggio per i lettori del nostro portale, lei cosa e come ci saluta?
L’omaggio lo avete fatto voi a me concedendomi l’opportunità
e l’onore di questa intervista e me lo stanno facendo i lettori che in questo
momento stanno leggendo le mie parole.
Io posso soltanto ringraziarvi dal profondo del mio cuore. Spero di essere
riuscito a riempire degnamente in altezza, larghezza e profondità, tutto lo
spazio che mi avete concesso.
Per conoscere meglio Marco Gaucho Filippi:
MGF pagina Facebook
MGF pagina Twitter
MGF pagina Instagram
Blog “Riso Avaro”
Per acquistare
l’ebook “Riso Avaro – un anno di
vignette”
Per acquistare
l’ebook “Adelante! – un anno di Riso Avaro”
Nessun commento:
Posta un commento