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mercoledì 3 maggio 2017

MARCO GAUCHO FILIPPI - l'intervista a cura di Vincenzo Monfregola

STRAORDINARIAMENTE "IN PAROLE"
a cura di Vincenzo Monfregola

Oggi a Scritturati PuntoCOM ospite Marco Gaucho Filippi, poeta e vignettista che da sempre regala con costanza colori e parole che raccontano il nostro paese.

Ha collaborato con il settimanale la Rinascita della Sinistra e oggi ha un blog di vignette su l’Espresso.it, altre collaborazioni e svariate pubblicazioni.
Marco Gaucho Filippi cosa la porta a scrivere e a disegnare per raccontare l’Italia? Quali sono le motivazioni per le quali crede che bisogna farlo.
Le motivazioni sono soggettive. Non tutti siamo mossi dallo stesso impulso. Io scrivo e realizzo vignette perché sento il bisogno/dovere di dire la mia, di provare a essere una piccola voce del mio tempo. Vorrei esserne parte attiva e critica. Per questo motivo cerco di dare a tutti i miei lavori, di parola e di segno, un risvolto sociale.

Come e quando si accorge di questa passione, soprattutto qual è stato il suo esordio?
Sono le passioni a sceglierti. Ci nasci, senza neanche saperlo, poi all’improvviso escono fuori e ti rendi conto di  avere in dote virtù e meccanismi che non avresti mai pensato di possedere. E’ successo così a me. Sono un autodidatta: ho iniziato con un piccolo blog personale, poi tante partecipazioni a premi musicali e letterari, articoli e vignette per giornalini di quartiere e per quelli politici. Poi finalmente l’avvento e la visibilità dei social, le piccole testate online fino alle attuali collaborazioni digitali con L’Espresso e Left e cartacea con il quotidiano Metropolis.

Porta un contributo di notevole spessore e in qualche modo è specchio dell’opinione pubblica, o quanto meno di una parte, ma oggi lo spazio temporale in cui viviamo con quale colore lo rappresenterebbe?
Non penso di essere lo specchio dell’opinione pubblica. Tutt’altro. Mi pongo il difficile obiettivo di rimanere quanto più possibile fedele alla mia coscienza. E’ a lei che devo rispondere. E’ lei il mio datore di lavoro. Cerco sempre di caratterizzare ciò che faccio cercando di esprimere la mia opinione che poi, in realtà, è espressione politica e sociale di una minoranza. 


“Riso avaro – un anno di vignette”, è il suo primo ebook con prefazione a cura di Erri De Luca, ce lo racconta?
Una grande emozione che vale più dell’ebook stesso. Un onore assoluto. Considero Erri De Luca un faro, un esempio; un artigiano di emozioni, unico in grado di lavorare la parola. 
Ebbi l’incoscienza di chiedergli due righe di prefazione. Lui il coraggio di accettare. Si fidò. Non è da tutti. 
Ho verso di lui un debito di gratitudine che non riuscirò mai a estinguere.

Marco Gaucho Filippi è anche poeta, quando e come si accorge di questa passione aggiunta?
In realtà ho cominciato prima  a scrivere e poi a scarabocchiare. Disegnare no. E’ un termine che non uso per evitare il reato di appropriazione indebita. 
Diciamo che in principio fu la prosa, poi la poesia, poi l’aforisma e ora il segno.
Col tempo è come se avessi asciugato la mia vena creativa. Scherzi a parte continuo incessantemente e  disordinatamente a scrivere storie, poesie, aforismi, canzoni e a fare vignette.

Quali sono le emozioni che racconta nei suo versi, quali i colori delle sue parole.
Sono per lo più suggestioni personali, stralci di vita vissuta,speranze in carta semplice. Scrivo sempre dopo essere stato invaso da una forte emozione. Scrivo per cercare di trattenerla o per provare a liberarmene, dipende dai casi. 
Il colore delle mie parole? Quello cambia a seconda degli occhi che le leggono. Ogni lettore, in base al proprio vissuto, può vedere sfumature o addirittura tinte differenti.

Con la poesia “J’accuse” inclusa nel libro “Nel nome del padre” è stato finalista al “Premio De Andrè” e con un’altra poesia sempre di questo libro si è classificato terzo al “Premio Nazionale AlberoAndronico”. Cosa rappresenta per lei, aldilà dei risultati eccelsi, questa pubblicazione?
Difficile rispondere perché è stato un  lavoro sofferto, difficile. Sono poesie la maggior parte scritte dopo la morte di mio padre e dei miei due nonni, tutte avvenute improvvisamente e nel breve arco temporale di un anno e mezzo. 
Non ne parlo molto volentieri. Contiene versi che ancora non ho del tutto accettato. Da figlio, li ho dovuti scrivere troppo presto.   
Dentro però ci sono anche poesie d’amore perché è anche grazie a quello che ho ritrovato serenità: l’amore di mia moglie, della mia famiglia. 
Infine ci sono versi di lotta, di rabbia, di politica… perché, come già detto, ho sempre un occhio e un indice puntati contro la realtà.

Quali sono i suoi prossimi progetti?
Ne ho tantissimi in mente. Navigo a vista: mi piace misurarmi con nuove sfide, cambiare, sperimentare, giocare a inventarmi. Non mi do limiti anche se so benissimo di averne… e non sono neanche pochi. 
Presto mi leggerete all’interno di un’antologia tematica con un breve racconto che ha come sfondo Scampia. Inoltre sto lavorando per tornare a Napoli con una mostra di vignette dopo la bellissima esperienza dello scorso anno, a Forcella, con “MGF, il guitto velato”.

Solitamente per concludere l’intervista chiediamo ai nostri ospiti un omaggio per i lettori del nostro portale, lei cosa e come ci saluta?
L’omaggio lo avete fatto voi a me concedendomi l’opportunità e l’onore di questa intervista e me lo stanno facendo i lettori che in questo momento stanno leggendo le mie  parole. Io posso soltanto ringraziarvi dal profondo del mio cuore. Spero di essere riuscito a riempire degnamente in altezza, larghezza e profondità, tutto lo spazio che mi avete concesso.     

Per conoscere meglio Marco Gaucho Filippi:
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Blog “Riso Avaro
Per acquistare l’ebook  “Riso Avaro – un anno di vignette”

Per acquistare l’ebook “Adelante! – un anno di Riso Avaro”



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