a cura di Cristina Biolcati
"Oggi a Scritturati il blog ho il piacere di presentarvi lo scrittore marchigiano Stefano Vignaroli, nato a Jesi in provincia di Ancona. Stefano è autore di opere che creano un connubio molto ben riuscito fra il genere noir e il romanzo fantasy. Uno scrittore dotato di una fervida immaginazione e, come si evince da questa intervista, di uno spiccato senso dell'umorismo. Conosco Stefano e ciò che apprezzo maggiormente in lui, oltre alle doti di scrittore, è la sua particolare disponibilità a mettersi "al servizio" del lettore, con umiltà e determinazione. Quando scrive si diverte davvero e riesce sempre a trasmettere questa sua passione".
Ciao Stefano e benvenuto a Scritturati il blog. Grazie per avere accettato di condividere con noi un po’ di te. “Delitti esoterici” e “I misteri di villa Brandi” sono i due libri che hai scritto. Come nasce l'idea di creare queste storie, che esulano dall'immaginario comune e richiedono una notevole dose di fantasia?
La protagonista delle tue storie è il commissario Caterina Ruggeri. Come mai la scelta è ricaduta proprio su una donna e quali sono state le difficoltà che hai incontrato nel doverti calare nei suoi panni?
La trama di “Delitti Esoterici” era nella mia mente da parecchio tempo, e in effetti avevo pensato di far lavorare sul campo un poliziotto uomo, personaggio preso in prestito da mie conoscenze nella Polizia Cinofila (all’epoca un “Vignaroli” era a capo delle Unità Cinofile della Polizia di Stato presso l’aeroporto di Falconara Marittima). Poi l’idea di dare alla storia una protagonista donna mi ha intrigato, per il fatto che ho potuto creare la mia “donna ideale”, proprio come ne avrei voluta una accanto a me, con i suoi pregi e i suoi difetti. Il fatto di farla parlare in prima persona non è stato semplice, perché noi uomini tendiamo a ragionare e agire in maniera diversa rispetto alle donne. Credo che il mio spirito di osservazione abbia influito molto sul fatto di non aver banalizzato la sua personalità e aver rispettato la femminilità del personaggio.
Fra i vari personaggi vi è Stefano, il compagno di Caterina e padre della loro figlia Aurora. Veterinario ed appassionato di musica jazz. Quanto di te c'è in questa figura? Omonimia a parte, s'intende.
Mi avvalgo della facoltà di non rispondere, altrimenti rischierei il divorzio dalla mia vera compagna. Scherzo! E’ ovvio che elementi tratti dalla mia vita reale ce ne sono, eccome! Ma il tutto è stato condito da una buona dose di fantasia. Ed è così che va inteso il personaggio, che tra l’altro riveste un ruolo di secondo piano in “Delitti esoterici”, forse leggermente più importante ne “I Misteri di Villa Brandi”.
Ne “I misteri di Villa Brandi” colpisce la visione apocalittica del futuro data alla fine del libro. Davvero pensi che non ci sia tanto da stare allegri, in merito a ciò che sta accadendo alla nostra società?
Anche qui, ovvio, ho lavorato molto di fantasia, ma credo che se chi ci governa e ci guida non risolverà alcuni problemi che sono sotto gli occhi di tutti, la visione proposta potrebbe essere non molto distante dalla realtà. Parlo dei problemi legati alla protezione dell’ambiente, ma anche all’immigrazione, alla violenza, alla xenofobia, all’intolleranza religiosa, ecc. ecc., problemi che se non risolti porteranno al collasso della società così come noi la conosciamo. Attenzione, perché alcune avvisaglie già ci sono. Se non risolveremo la grande crisi che stiamo attraversando noi occidentali, saremo prevaricati dagli immigrati appartenenti alle più diverse etnie.
Parlaci del tuo ultimo lavoro. Potremo presto avere il piacere di leggere una nuova avventura del commissario Caterina Ruggeri?
La nuova avventura della Commissario, dal titolo “Il diario di uno psicopatico” è già disponibile in E-book e presto uscirà l’edizione cartacea. Rispetto ai primi due romanzi, qui la narrazione diventa più introspettiva. La Commissario Caterina Ruggeri vedrà al suo fianco un nuovo collega, il Commissario Adinolfi di Senigallia, esperto criminal profiler, insieme al quale dovrà rincorrere uno psicopatico serial killer. A un certo punto Caterina quasi cederà al fascino del collega, ma il decorso della vicenda non potrà lasciare spazio a tresche amorose. Caterina scoprirà che forse l’assassino è più vicino a lei di quanto nessuno osi immaginare, forse è un membro della sua stessa famiglia. Dovrà scavare nel suo passato e nel suo inconscio per arrivare alla soluzione, ma quando questa sembra sia a portata di mano, ecco nuovi colpi di scena a cambiare le carte in tavola. Sembra che lo psicopatico si diverta a creare a bella posta situazioni imbarazzanti per la nostra poliziotta, che incalzata da questore, magistrato e giornalisti, deve giungere a una conclusione plausibile. Ci riuscirà?
Un tuo pregio che ha influito sulla tua carriera di scrittore e grazie al quale oggi hai potuto essere qui?
Non saprei. Credo abbia influito molto il fatto di essere sempre stato un grande e attento lettore. Sono vissuto da ragazzo in una casa piena di libri, mia madre era una professoressa di lettere e aveva una nutritissima biblioteca, per cui le occasioni non sono mancate. Ma quello che più conta credo sia lo spirito di osservazione. Mi capita spesso che, magari passeggiando con il mio cane, mi soffermi su un particolare architettonico o su un atteggiamento o un discorso di una persona incontrata per caso. Da lì a far lavorare la fantasia per me il passo è breve.
A chi dedichi i tuoi successi, Stefano?
Alla mia famiglia, chiaramente, ai miei figli, è un po’ a una piccola cugina di secondo grado con la quale, oltre trent’anni fa, ho condiviso un bellissimo Ferragosto in montagna. Un saluto a tutti e un regalo per i lettori, i booktrailer dei mie due romanzi.
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