INCONTRO CON ANTHONY PAGLIA
a cura di Cristina Biolcati
“Da me a me” è il romanzo, in versione digitale, che egli ha pubblicato nell’aprile del 2013 con Narcissus.me. Narra la storia di un incontro tra Giacomo, notaio sessantenne, e Giulia, una bella e ricca ragazza di diciassette anni, anoressica e appena uscita da un tentativo di suicidio.
Abbiamo chiesto all’autore di parlarci del suo libro.
Ciao Anthony e benvenuto a “Scritturati”. L’idea di scrivere questo romanzo era presente in te da diversi anni, tanto da diventare una specie di ossessione che poi hai dovuto assecondare. Vuoi parlarci di quel periodo? Che cosa ricordi?
Ciao Cristina, prima di tutto grazie per questa opportunità.
È vero, la storia di “Da me a me” è stata un po’ un'ossessione sino a quando mi sono seduto al computer e ho iniziato a scrivere, aggiungerei abbastanza velocemente perché la trama aveva avuto il tempo di sedimentarsi. Anche troppo tempo. Era venuto il momento di fare una selezione nella mia fantasia e dire soltanto quello che mi sembrava più importante.
Come mai hai pensato a questo titolo, “Da me a me”?
Perché la storia è una sorta di autoanalisi del protagonista maschile, il maturo notaio Giacomo alle prese con il suo rapporto con le donne, tormentato e irrisolto.
Nel romanzo tratti un tema molto importante e particolarmente sentito nella nostra società: l’anoressia. Che messaggio hai voluto dare in proposito, scrivendo quest’opera?
Che dall’anoressia si può guarire. Con l’aiuto esterno di professionisti, medici e psichiatri. Attraverso il rapporto con una persona speciale, sensibile e capace di ascoltarti. Ma soprattutto con una gran voglia di vivere. C'è poi un altro messaggio, ovvero che, purtroppo, l’anoressia è spesso conseguenza dell’appartenenza ad un contesto familiare conflittuale, qualche volta anaffettivo. Del danno che i cosiddetti bravi genitori possono fare ai figli. Di bravi ci sono soltanto quelli che sbagliano di meno.
Giulia e Giacomo sono i protagonisti. Due figure complesse, attraverso le quali hai voluto affrontare anche altri temi importanti, come per esempio il suicidio, un complesso di Edipo non risolto, il desiderio di vendetta. Parlaci un po’ di loro e del rapporto che si instaura.
Giulia e Giacomo sono due persone apparentemente lontane, divise soprattutto dall’età, dall’appartenenza a generazioni culturali completamente diverse. Unite da una grande solitudine e dal rapporto conflittuale con i propri genitori. Dal pensiero negativo, strisciante e ricorrente, di arrendersi, di non lottare più. Accompagnato dal desiderio di vendetta sugli altri e sulla vita. Solo Giulia lo saprà elaborare e superare, trasformandolo in voglia di vivere.
Come mai hai avuto l’esigenza di compendiare tante tematiche tragiche in un unico romanzo?
E’ vero. Può sembrare una tragedia senza fine. Più volte ho pensato di togliere qualcosa, come per esempio l'episodio dell’incesto o il finale tragico. Mi ha aiutato molto in questi miei dubbi l’aver incontrato un editor, Patrizio D'Amico, il quale mi ha fatto capire che non dovevo preoccuparmi dell’effetto sui lettori ma di quello che sentivo dentro di me, e che necessitavo di dover scrivere per me e per la storia.
Proprio per la difficoltà dei temi trattati, a chi consiglieresti la lettura di questo libro?
Agli uomini di ogni età che hanno paura delle donne, che non sanno ascoltarle, che non capiscono la differenza tra amore e possesso.
Alle adolescenti che prendono strade difficili, che poi lasciano il segno, come l’uso del proprio corpo. Quello che ho scritto in proposito, più di due anni fa, è oggi di forte attualità. L’atteggiamento del “voglio tutto e subito”, anche a costo di prostituirsi. Molto presente nel mio libro ma che non mi sono permesso di giudicare. Anche oggi farei lo stesso.
Che progetti hai per il futuro?
Di continuare a leggere e scrivere.
Arrivederci a presto, Anthony. Che omaggio hai pensato di lasciare ai tuoi lettori di “Scritturati”?
Arrivederci.
Ai lettori di scritturati lascio i miei modesti ma sinceri tweet da @Am_Paglia. Alcuni sono tratti dal libro, altri ci potevano stare. Altri ancora potrebbero essere il seme per un nuovo albero, una nuova storia.
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