“Ho percorso settanta
anni di storia delle donne, per sviluppare le mie riflessioni. Sono partita
dalla lettera con cui il mio bisnonno autorizza mio nonno a corteggiare mia
nonna, che è la ragazza ritratta in copertina.”
Il percorso della donna attraverso il tempo, settant’anni di
storia raccontata grazie ai ricordi d’infanzia ed alla mistificazione
letteraria. Tredici racconti che
iniziano con una fotografia e proseguono con storie di donne che non hanno
vinto, donne che sono state alle regole sociali del tempo.
Luisa Ronconi racconta
fotografie, istantanee del 1950 di un’Italia che cercava di non pensare ai
recenti anni della Seconda Guerra Mondiale, un’Italia che sta conoscendo il
Mondo grazie alle innovazioni tecnologiche quali la radio e la televisione.
Luisa Ronconi descrive il movimento
femminile con personaggi inusuali, infatti per le sue protagoniste non c’è
lieto fine, non c’è la rottura con il sistema sociale.
“Donne di ieri”,
edito nell’aprile 2014 dalla casa editrice Rupe
Mutevole Edizioni nella Collana editoriale “Oltre il confine”, è
l’emanazione delle riflessioni dell’autrice su tematiche importanti quali
l’emancipazione della donna e la conservazione del suo essere femminile.
“Alle femmine bastava la
quinta elementare, in seguito la scuola media, ma poi erano avviate a diventare
buone mogli, dovevano saper cucinare, ricamare, rammendare e tenere la casa in
ordine. Le giovani coppie vivevano con i
suoceri e la nuora doveva essere sottomessa e laboriosa, modesta e ubbidiente.”
- “Aborto mancato”
Luisa è stata molto disponibile nel rispondere ad alcune
domande sulla sua recente pubblicazione. Buona lettura!
A.M.: “Donne di ieri”, un titolo
significativo che rievoca subito la tematica presente nel libro. Come nasce
l’idea di questa pubblicazione?
Luisa
Ronconi: Ho scritto questo libro per
indurre le persone a riflettere, in un tempo di cambiamenti, di violenza e di sfacciata libertà, che non
ha motivazioni profonde, ma mira all’interesse e al piacere. Sembra che
l’attenzione verso gli altri sia limitata alla capacità di questi ultimi di
arrecarci vantaggi e privilegi. Ho scelto il tema della condizione femminile,
perché è quello che conosco meglio e che è di grande attualità. Ho percorso
settanta anni di storia delle donne, per sviluppare le mie riflessioni. Sono
partita dalla lettera con cui il mio bisnonno autorizza mio nonno a corteggiare
mia nonna, che è la ragazza ritratta in copertina. Mi ha ispirato il modo in
cui tiene l’ombrellino da sole dietro la schiena, quasi con aria di sfida. Sono
passata poi alle storie dei partigiani, saltando le due guerre mondiali, che
meriterebbero una trattazione a parte. Si consideri che mio nonno, un ragazzo
del ’99, è partito per il fronte dopo essersi fidanzato, ma l’hanno rimandato a
casa, con suo grande disappunto, perché sua madre era vedova e suo fratello
aveva perso una gamba sull’Ortigara.
È giusto che i giovani di oggi abbiano la
consapevolezza della fatica, delle lacrime e dei sacrifici che le donne hanno
fatto in settanta anni di storia. Purtroppo, questa società è troppo
superficiale ed ha l’abitudine di non approfondire molti concetti e spesso ci
si limita ad informarsi sugli avvenimenti passati senza fare un’analisi
critica. Il mio vuole essere, in un certo senso, lo sguardo attento della
situazione della donna, che man mano, lentamente, si è evoluta grazie alla
cultura, alle proprie lotte che hanno permesso di raggiungere posizioni
professionali remunerative e l’hanno resa, oggi, indipendente anche finanziariamente. Infatti le mie “Donne di Ieri” sono tutte
perdenti e la riflessione su queste sconfitte rappresenta la prima spinta per
l’emancipazione. Anche la conoscenza del proprio corpo ha aiutato la donna a
gestire se stessa e la sua sessualità ed è risaputo che la conoscenza rende
liberi e sicuri di sé. Sono certa che sia necessario riflettere sul passato,
per poter meglio vivere il futuro con consapevolezza e fiducia.
A.M.: La copertina della raccolta è
molto particolare, ritrae una bellissima donna che ha lo sguardo sospeso
nell’aria, quasi come se cercasse il sole di un inverno infinito. Ci sai dire
qualcosa in più di questa fotografia?
Luisa
Ronconi: Come ho detto, mi ha colpito il
modo in cui mia nonna tiene l’ombrellino dietro le spalle con aria di sfida.
L’ho trovato un atteggiamento provocatorio e poco consono alle ragazze
dell’epoca. Il suo sguardo è rivolto al futuro e la vedo felice. Ciò
rappresenta l’ideale di quello che avrebbero dovuto essere
le donne di allora. Nella realtà le cose andavano ben diversamente. Ho
scelto questa copertina, perché gli occhi di mia nonna sembrano vedere le nostre vittorie di oggi e quegli occhi
devono essere gli occhi di ogni donna.
A.M.: 13 storie che vedono come
protagoniste donne che hanno avuto una storia diversa dalla tua e dalla mia.
Quale fra queste ha una percentuale di realtà?
Luisa
Ronconi: Diciamo che tutte le storie
sono liberamente tratte da fatti di cronaca e dai racconti che le donne facevano tra loro
nei salotti, nelle cucine, dalla sarta e
dalla parrucchiera, senza curarsi delle orecchie indiscrete delle bambine, che
giocavano vicino a loro fingendo indifferenza, ma che assimilavano tutto. Le
donne di allora appartenenti alla cosiddetta borghesia non lavoravano ed avevano tempo libero, anche
troppo, di qui le visite alle amiche e
le chiacchiere. Andare dalla sarta, in particolare, significava trascorrere
l’intero pomeriggio fra donne a fare pettegolezzi. Si pensi che c’erano le
apprendiste, le stiratrici, le tagliatrici e non erano meno di dieci donne. Il ricordo è ancora vivo in me. Lì si
distruggevano reputazioni, si combinavano matrimoni e si sparlava di tutto e di
tutti.
Certamente “ Partigiani” è una storia vera. Ne è testimone mio padre, che oggi
ha più di novanta anni. Quando ero bambina erano storie di grande attualità,
come le storie degli ebrei nei lager e ricordo uomini al cancello del mio
giardino, di ritorno a piedi dai campi di prigionia, chiedere del cibo, che in
casa mia non veniva ma negato. Anche le storie di Giannazz, che ho personalmente conosciuto, sono vere. Ho visto
anche i pastori e ho mangiato la ricotta che producevano e mettevano in
canestri di vimini. La storia “ Le
Contadine non si siedono a tavola con gli uomini” è reale. La bambina che
si sedeva vicina al padre avvocato e
guardava stupita quelle donne sono io.
A.M.: In “Le contadine non si siedono”
racconti di donne che non potevano mangiare sedute al tavolo con gli
uomini e con gli ospiti. Realtà o
finzione letteraria?
Luisa
Ronconi: Come ho detto è una storia
vera. Nel mondo contadino, in Romagna come dovunque credo, le donne avevano un
ruolo di secondo piano, erano sottomesse agli uomini e non pensavano di
ribellarsi: erano rassegnate. Questa situazione, a mio parere, non è stata
sufficientemente analizzata. Le Classi Sociali esistevano ed anche all’interno
delle stesse classi, dalla più elevata alla classe contadina, le donne dovevano
sempre e comunque essere sottomesse.
A.M.: La donna oggi. Com’è cambiata la
relazione con la società e con le opportunità rispetto agli anni che descrivi
nella tua pubblicazione?
Luisa
Ronconi: La donna di oggi è più
consapevole, più colta, indipendente finanziariamente, padrona del proprio
corpo e capace di programmare i figli che vuole far nascere. Tuttavia, non
tutte le donne oggi riescono a farsi aiutare alla pari, nella famiglia, dai
loro compagni, che cercano ancora di
mantenere alcuni privilegi che avevano i
maschi una volta. Le antiche abitudine sono dure a morire. A volte, però, si
cade nell’eccesso opposto. Non è necessario cancellare la propria femminilità
per affermare l’indipendenza e la parità, scimmiottando gli atteggiamenti degli
uomini, come si rileva in molte donne in
carriera.
A.M.: Hai delle autrici guida che ti
hanno accompagnano nella lettura e nell’immaginazione?
Luisa
Ronconi: Il mio pensiero va ad Oriana
Fallaci, Dacia Maraini, Armanda Guiducci, Franca Rame, Elsa Morante, Anna Banti
e Maria Bellonci. Queste autrici, così fortemente consapevoli della loro
femminilità, mi hanno insegnato la forza e la costanza nell’intraprendere la
via della consapevolezza di sé. Le loro donne sono combattive, vanno
controcorrente, perseguono la verità, e l’affermazione della propria identità
ad ogni costo. Non negano i sentimenti e soffrono per amore, senza rinunciare
alla lotta.
A.M.: Qual è l’ultimo libro che hai
letto? E l’ultimo film visto?
Luisa
Ronconi: Penso che le donne scrivano in
maniera chiara e che non rifuggano dai sentimenti, che sappiano descrivere in
maniera precisa e sincera i moti dell’anima.
In una parola, spesso preferisco le autrici agli autori, perché
suscitano in me maggiori emozioni e leggo molti libri di autori italiani. In
realtà leggo molto e di tutto. Ho appena finito di leggere Chiara di Assisi di Dacia Maraini. Mi ha entusiasmato il punto di
vista dell’autrice; Santa Chiara è una disubbidiente, una ribelle e afferma
fortemente la sua volontà nel perseguire la scelta della povertà; non possiedo
cose donatemi, dunque non appartengo a nessuno. Non avevo esaminato la
questione da questo punto di vista. Non vado al cinema da anni, perché preferisco
guardare i film in dvd o in tv, ma ho visto il film La grande bellezza del regista Sorrentino e devo dire che vi è
rappresentata appieno la decadenza della nostra società, così permissiva e
inconcludente, così egoista. È necessario guardare i bambini e tornare a
stupirsi con loro, per questo scrivo favole e racconti di animali, per
mantenere un contatto costante con il mondo dei più piccoli.
A.M.: Come ti trovi con la casa
editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?
Luisa
Ronconi: Con la Casa Editrice Rupe
Mutevole mi trovo molto bene, perché si è dimostrata sensibile alle tematiche sociali e non segue
esclusivamente le mode del momento.
Consiglio tale casa editrice a quegli
Autori che intendono porre
all’attenzione del pubblico riflessioni originali e spunti di analisi su questa
nostra mutevole realtà. Gli editori aprono un dialogo con gli autori e li
seguono, affancandoli a ottimi collaboratori, che fanno interviste e altro, per
far conoscere i libri e per fare
apprezzare gli autori.
A.M.: Hai delle novità in programma?
Puoi anticiparci qualcosa?
Luisa
Ronconi: Intendo presentare il libro in
varie sedi, e sto concordando con la Casa Editrice le relative modalità. È mia
intenzione approfondire ulteriormente il tema delle donne, analizzando il
periodo storico che va dagli anni ’70 ai giorni nostri, perché il percorso
dell’emancipazione femminile non è ancora finito e deve essere sostenuto.
A.M.: Salutaci con una citazione
Luisa
Ronconi: Da Dacia Maraini, Chiara da Assisi. Edizione Rizzoli.
L’autrice, a pag. 95, cita un Padre della
chiesa, san Giovanni Crisostomo e tale citazione mi sembra appropriata per
chiudere l’intervista.
“La
donna è male sopra ogni altro male, serpe e veleno contro il quale nessuna
medicina va bene. Le donne servono soprattutto a soddisfare la libidine degli
uomini. Dio assegnò a ciascun sesso le
sue funzioni, cosicché la parte più utile e più necessaria toccasse all’uomo, e
la minore e inferiore alla femmina; e quegli divenisse degno d’onore per il
ruolo suo eminente, questa invece per gli uffici suoi più vili non pensasse ad
alzare la cresta contro il coniuge.”
Care donne, pensiamo che da quei tempi è
stata fatta molta strada, per fortuna!!!
A.M.: Luisa, ti ringrazio per le tue
parole, ogni risposta ha svelato un po’ di te ed un po’ delle donne
protagoniste della tua raccolta.
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by Alessia Mocci
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