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sabato 26 aprile 2014

Intervista di Alessia Mocci a Luisa Ronconi ed alla sua raccolta di racconti Donne di ieri


“Ho percorso settanta anni di storia delle donne, per sviluppare le mie riflessioni. Sono partita dalla lettera con cui il mio bisnonno autorizza mio nonno a corteggiare mia nonna, che è la ragazza ritratta in copertina.”

Il percorso della donna attraverso il tempo, settant’anni di storia raccontata grazie ai ricordi d’infanzia ed alla mistificazione letteraria. Tredici racconti che iniziano con una fotografia e proseguono con storie di donne che non hanno vinto, donne che sono state alle regole sociali del tempo.
Luisa Ronconi racconta fotografie, istantanee del 1950 di un’Italia che cercava di non pensare ai recenti anni della Seconda Guerra Mondiale, un’Italia che sta conoscendo il Mondo grazie alle innovazioni tecnologiche quali la radio e la televisione. Luisa Ronconi descrive il movimento femminile con personaggi inusuali, infatti per le sue protagoniste non c’è lieto fine, non c’è la rottura con il sistema sociale.
Donne di ieri”, edito nell’aprile 2014 dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni nella Collana editoriale “Oltre il confine”, è l’emanazione delle riflessioni dell’autrice su tematiche importanti quali l’emancipazione della donna e la conservazione del suo essere femminile.
“Alle femmine bastava la quinta elementare, in seguito la scuola media, ma poi erano avviate a diventare buone mogli, dovevano saper cucinare, ricamare, rammendare e tenere la casa in ordine.  Le giovani coppie vivevano con i suoceri e la nuora doveva essere sottomessa e laboriosa, modesta e ubbidiente.” -  “Aborto mancato”
Luisa è stata molto disponibile nel rispondere ad alcune domande sulla sua recente pubblicazione. Buona lettura!


A.M.: “Donne di ieri”, un titolo significativo che rievoca subito la tematica presente nel libro. Come nasce l’idea di questa pubblicazione?

Luisa Ronconi: Ho scritto questo libro per indurre le persone a riflettere, in un tempo di cambiamenti,  di violenza e di sfacciata libertà, che non ha motivazioni profonde, ma mira all’interesse e al piacere. Sembra che l’attenzione verso gli altri sia limitata alla capacità di questi ultimi di arrecarci vantaggi e privilegi. Ho scelto il tema della condizione femminile, perché è quello che conosco meglio e che è di grande attualità. Ho percorso settanta anni di storia delle donne, per sviluppare le mie riflessioni. Sono partita dalla lettera con cui il mio bisnonno autorizza mio nonno a corteggiare mia nonna, che è la ragazza ritratta in copertina. Mi ha ispirato il modo in cui tiene l’ombrellino da sole dietro la schiena, quasi con aria di sfida. Sono passata poi alle storie dei partigiani, saltando le due guerre mondiali, che meriterebbero una trattazione a parte. Si consideri che mio nonno, un ragazzo del ’99, è partito per il fronte dopo essersi fidanzato, ma l’hanno rimandato a casa, con suo grande disappunto, perché sua madre era vedova e suo fratello aveva perso una gamba sull’Ortigara.
È giusto che i giovani di oggi abbiano la consapevolezza della fatica, delle lacrime e dei sacrifici che le donne hanno fatto in settanta anni di storia. Purtroppo, questa società è troppo superficiale ed ha l’abitudine di non approfondire molti concetti e spesso ci si limita ad informarsi sugli avvenimenti passati senza fare un’analisi critica. Il mio vuole essere, in un certo senso, lo sguardo attento della situazione della donna, che man mano, lentamente, si è evoluta grazie alla cultura, alle proprie lotte che hanno permesso di raggiungere posizioni professionali remunerative e l’hanno resa, oggi,  indipendente anche finanziariamente.     Infatti le mie “Donne di Ieri” sono tutte perdenti e la riflessione su queste sconfitte rappresenta la prima spinta per l’emancipazione. Anche la conoscenza del proprio corpo ha aiutato la donna a gestire se stessa e la sua sessualità ed è risaputo che la conoscenza rende liberi e sicuri di sé. Sono certa che sia necessario riflettere sul passato, per poter meglio vivere il futuro con consapevolezza e fiducia.


A.M.: La copertina della raccolta è molto particolare, ritrae una bellissima donna che ha lo sguardo sospeso nell’aria, quasi come se cercasse il sole di un inverno infinito. Ci sai dire qualcosa in più di questa fotografia? 
Luisa Ronconi: Come ho detto, mi ha colpito il modo in cui mia nonna tiene l’ombrellino dietro le spalle con aria di sfida. L’ho trovato un atteggiamento provocatorio e poco consono alle ragazze dell’epoca. Il suo sguardo è rivolto al futuro e la vedo felice. Ciò rappresenta l’ideale di quello che avrebbero dovuto  essere  le donne di allora. Nella realtà le cose andavano ben diversamente. Ho scelto questa copertina, perché gli occhi di mia nonna sembrano vedere  le nostre vittorie di oggi e quegli occhi devono essere gli occhi di ogni donna. 

A.M.: 13 storie che vedono come protagoniste donne che hanno avuto una storia diversa dalla tua e dalla mia. Quale fra queste ha una percentuale di realtà?
Luisa Ronconi: Diciamo che tutte le storie sono liberamente tratte da fatti di cronaca e  dai racconti che le donne facevano tra loro nei salotti, nelle cucine,  dalla sarta e dalla parrucchiera, senza curarsi delle orecchie indiscrete delle bambine, che giocavano vicino a loro fingendo indifferenza, ma che assimilavano tutto. Le donne di allora appartenenti alla cosiddetta borghesia  non lavoravano ed avevano tempo libero, anche troppo, di qui  le visite alle amiche e le chiacchiere. Andare dalla sarta, in particolare, significava trascorrere l’intero pomeriggio fra donne a fare pettegolezzi. Si pensi che c’erano le apprendiste, le stiratrici, le tagliatrici e non erano meno di dieci donne.  Il ricordo è ancora vivo in me. Lì si distruggevano reputazioni, si combinavano matrimoni e si sparlava di tutto e di tutti.
Certamente “ Partigiani” è una storia vera. Ne è testimone mio padre, che oggi ha più di novanta anni. Quando ero bambina erano storie di grande attualità, come le storie degli ebrei nei lager e ricordo uomini al cancello del mio giardino, di ritorno a piedi dai campi di prigionia, chiedere del cibo, che in casa mia non veniva  ma negato.  Anche le storie di Giannazz, che ho personalmente conosciuto, sono vere. Ho visto anche i pastori e ho mangiato la ricotta che producevano e mettevano in canestri di vimini. La storia “ Le Contadine non si siedono a tavola con gli uomini” è reale. La bambina che si sedeva vicina al padre  avvocato e guardava stupita quelle donne sono io.

A.M.: In “Le contadine non si siedono” racconti di donne che non potevano mangiare sedute al tavolo con gli uomini  e con gli ospiti. Realtà o finzione letteraria?
Luisa Ronconi: Come ho detto è una storia vera. Nel mondo contadino, in Romagna come dovunque credo, le donne avevano un ruolo di secondo piano, erano sottomesse agli uomini e non pensavano di ribellarsi: erano rassegnate. Questa situazione, a mio parere, non è stata sufficientemente analizzata. Le Classi Sociali esistevano ed anche all’interno delle stesse classi, dalla più elevata alla classe contadina, le donne dovevano sempre e comunque essere sottomesse.

A.M.: La donna oggi. Com’è cambiata la relazione con la società e con le opportunità rispetto agli anni che descrivi nella tua pubblicazione?
Luisa Ronconi: La donna di oggi è più consapevole, più colta, indipendente finanziariamente, padrona del proprio corpo e capace di programmare i figli che vuole far nascere. Tuttavia, non tutte le donne oggi riescono a farsi aiutare alla pari, nella famiglia, dai loro compagni, che cercano ancora  di mantenere  alcuni privilegi che avevano i maschi una volta. Le antiche abitudine sono dure a morire. A volte, però, si cade nell’eccesso opposto. Non è necessario cancellare la propria femminilità per affermare l’indipendenza e la parità, scimmiottando gli atteggiamenti degli uomini, come si rileva in molte donne in carriera.  

A.M.: Hai delle autrici guida che ti hanno accompagnano nella lettura e nell’immaginazione?
Luisa Ronconi: Il mio pensiero va ad Oriana Fallaci, Dacia Maraini, Armanda Guiducci, Franca Rame, Elsa Morante, Anna Banti e Maria Bellonci. Queste autrici, così fortemente consapevoli della loro femminilità, mi hanno insegnato la forza e la costanza nell’intraprendere la via della consapevolezza di sé. Le loro donne sono combattive, vanno controcorrente, perseguono la verità, e l’affermazione della propria identità ad ogni costo. Non negano i sentimenti e soffrono per amore, senza rinunciare alla lotta.

A.M.: Qual è l’ultimo libro che hai letto? E l’ultimo film visto?
Luisa Ronconi: Penso che le donne scrivano in maniera chiara e che non rifuggano dai sentimenti, che sappiano descrivere in maniera precisa e sincera i moti dell’anima.  In una parola, spesso preferisco le autrici agli autori, perché suscitano in me maggiori emozioni e leggo molti libri di autori italiani. In realtà leggo molto e di tutto. Ho appena finito di leggere Chiara di Assisi di Dacia Maraini. Mi ha entusiasmato il punto di vista dell’autrice; Santa  Chiara  è una disubbidiente, una ribelle e afferma fortemente la sua volontà nel perseguire la scelta della povertà; non possiedo cose donatemi, dunque non appartengo a nessuno. Non avevo esaminato la questione da questo punto di vista. Non vado al cinema da anni, perché  preferisco  guardare i film in dvd o in tv, ma ho visto il film La grande bellezza del regista Sorrentino e devo dire che vi è rappresentata appieno la decadenza della nostra società, così permissiva e inconcludente, così egoista. È necessario guardare i bambini e tornare a stupirsi con loro, per questo scrivo favole e racconti di animali, per mantenere un contatto costante con il mondo dei più piccoli.

A.M.: Come ti trovi con la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni? La consiglieresti?
Luisa Ronconi: Con la Casa Editrice Rupe Mutevole mi trovo molto bene, perché si è dimostrata sensibile  alle tematiche sociali e non segue esclusivamente le mode del momento.
Consiglio tale casa editrice a quegli Autori che  intendono porre all’attenzione del pubblico riflessioni originali e spunti di analisi su questa nostra mutevole realtà. Gli editori aprono un dialogo con gli autori e li seguono, affancandoli a ottimi collaboratori, che fanno interviste e altro, per far conoscere i libri  e per fare apprezzare gli autori.

A.M.: Hai delle novità in programma? Puoi anticiparci qualcosa?
Luisa Ronconi: Intendo presentare il libro in varie sedi, e sto concordando con la Casa Editrice le relative modalità. È mia intenzione approfondire ulteriormente il tema delle donne, analizzando il periodo storico che va dagli anni ’70 ai giorni nostri, perché il percorso dell’emancipazione femminile non è ancora finito e deve essere sostenuto.

A.M.: Salutaci con una citazione
Luisa Ronconi: Da Dacia Maraini, Chiara da Assisi. Edizione Rizzoli.
L’autrice, a pag. 95, cita un Padre della chiesa, san Giovanni Crisostomo e tale citazione mi sembra appropriata per chiudere l’intervista.
“La donna è male sopra ogni altro male, serpe e veleno contro il quale nessuna medicina va bene. Le donne servono soprattutto a soddisfare la libidine degli uomini.  Dio assegnò a ciascun sesso le sue funzioni, cosicché la parte più utile e più necessaria toccasse all’uomo, e la minore e inferiore alla femmina; e quegli divenisse degno d’onore per il ruolo suo eminente, questa invece per gli uffici suoi più vili non pensasse ad alzare la cresta contro il coniuge.”
Care donne, pensiamo che da quei tempi è stata fatta molta strada, per fortuna!!!

A.M.: Luisa, ti ringrazio per le tue parole, ogni risposta ha svelato un po’ di te ed un po’ delle donne protagoniste della tua raccolta.


Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa



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