Lo scorso 25 ottobre si è tenuto un convegno, presso la
“Galleria La Catena”-Veroli (FR), denominato “Alla riscoperta del cibo”. Di
cosa si è trattato?
Il convegno ha avuto lo scopo di raccontare un modello alternativo di produrre
cibo nel rispetto dei cicli naturali, nel rispetto dell'ambiente e a favore di
una migliore qualità dei prodotti che arrivano sulla nostra tavola. Tali
principi sono tra di loro intercomunicanti in quanto, ad esempio, la produzione
a KM zero o il consumo di prodotti stagionali che non utilizzano pesticidi e
semi OGM, contribuiscono a creare cibo che ha più sapore ed è più genuino,
nonché più rispettoso del lavoro delle persone che cercano un
sostentamento attraverso il loro impegno in agricoltura.
Chi ha partecipato come ospite per parlare di cibo e
nutrizione?
Per conciliare gli obiettivi che il convegno si proponeva,
sono stati invitati molti relatori, ognuno dei quali ha portato il proprio
contributo all'interno di un puzzle costituito da molte tessere. Si è parlato di biodiversità con la dott.ssa Sara Leo; sono
stati affrontati gli aspetti nutrizionali dei cibi con la nutrizionista Ilaria Parravano; si è
discusso di elementi antropologici
legati alla civiltà contadina, affrontati da Ugo Iannazzi; si è parlato del
mondo della formazione professionale e della conoscenza delle tecniche di
coltivazione biologica attraverso il contributo del prof. Lorenzo Rea; è stato
raccontato da Arduino Fratarcangeli un
esempio di agricoltura eroica in cui un insieme di cittadini hanno deciso di
collettivizzare mezzi agricoli,
impolverati dall'inattività, e i
loro piccoli poderi per riportarli a produrre cibo biologico che potesse remunerare
in modo giusto ed equo il loro lavoro; in conclusione c'è stato l'intervento
dell'agronomo dell'agenzia regionale ARSIAL
che ha fatto conoscere lo sforzo che l'agenzia regionale mette in campo
per la catalogazione e la conservazione delle specie vegetali e animali in via
d'estinzione.
Quanta importanza si dà oggigiorno al cibo?
Sui media si producono tanti eventi legati all'aspetto
culinario del cibo. Si fa un gran parlare di ricette e di sfide in cucina tra
cuochi e appassionati. Altra cosa è la
conoscenza dei processi che sono sottostanti alla produzione dei prodotti
agricoli. Oggi, si registra una profonda distanza, che chiamerei quasi
lacerazione, tra le due entità
prevalenti che sono alla base del cibo, rappresentate dai contadini e dai consumatori.
Infatti, mai in nessun altra epoca della storia dell'uomo si è registrata una
tale distanza tra tali due soggetti. Oggi siamo arrivati al paradosso che le
nuove generazioni sono del tutto inconsapevoli dei processi elementari della
produzioni agricola quali, ad esempio,
il riconoscimento delle specie delle
piante da frutto o la provenienza geografica di specie vegetali. Quindi,
direi che oggi si da una grande importanza
al cibo per quegli aspetti di marketing televisivo e scarsissima
importanza a tutto ciò che è produzione, distribuzione, giusta remunerazione
del lavoro di produzione e – soprattutto – della qualità del cibo.
Durante il convegno sul cibo sono stati esposti sementi e utensili contadini
ormai quasi scomparsi. E’ giusto restituire il loro valore autentico originario
o sarebbe opportuno riadattarli in questa nuova epoca?
Sarebbe anacronistico immaginare di utilizzare gli stessi
utensili che appartengono ad un'epoca ormai remota. Il loro valore attiene, principalmente, ad aspetti di archeologia industriale.
Comunque, tali attrezzi continuano a fornire ricordi e suggestioni che appartenevano ad una civiltà
contadina che ha segnato molti secoli
della nostra storia. Tali suggestioni trasmettono, comunque, aspetti valoriali
che riguardano la solidarietà e sussidiarietà presenti in quelle società che,
oggi, non si riscontrano più in alcun ambito collettivo, forse nemmeno in
quello più strettamente familiare. Pertanto,
ci sono degli insegnamenti che provengono da quel passato che andrebbero
recuperati nella nostra società per ricreare i tessuti sociali che oggi
risultano fortemente compromessi. Lo stesso vale per quelle sementi, esposte durante il convegno, che appartengono a specie non più utilizzate
nell'ambito dell'agricoltura industrializzata odierna ma che rappresentano la sintesi di selezioni
millenarie a cui l'uomo si è adattato lentamente e, per questo, risultano più
tollerabili per il corpo.
Qual è l’intento primario della vostra Associazione Legambiente Lamasena? E
cosa rappresenta Lamasena?
L'associazione Lamasena è una espressione territoriale di
Legambiente che rappresenta la più antica associazione ecologista italiana,
con i suoi più di 35 anni di battaglie a favore dell'ambiente. Lamasena è, essenzialmente, un portavoce
delle direttive di Legambiente di cui fa interprete, principalmente, di alcune
tematiche che sono più vicine alle particolarità territoriali dei comuni in cui opera
l'associazione. Pertanto, Lamasena
interpreta e cerca di valorizzare il grande patrimonio enogastronomico della ciociaria
organizzando eventi come quello di Veroli,
che abbiamo chiamato “alla riscoperta del cibo”, o crea delle sessioni formative sulla buona
alimentazione in ambito scolastico. Ci sono, tuttavia, altri progetti in cui i
soci Lamasena si cimentano. Ad esempio, da qualche anno l'associazione
partecipa a progetti di adozione di parchi pubblici o aree verdi allo scopo di
salvaguardarle dal degrado e dall'abbandono. Attualmente, il circolo ha in
adozione l'area verde, prospiciente
l'abbazia cistercense di Casamari, in
cui insistono pregevoli reperti storici risalenti all'età romana e medioevale
costituiti dai resti di un antico ponte rimano
e i resti dell'antico acquedotto medioevale. Nell'ambito di tale
progetto di adozione, i soci Lamasena tengono cura del prato e vi stanno
sviluppando delle aiuole degli aromi. Infatti, hanno denominato l'area con il
nome AROMARI (AROmi a casaMARI).
Per saperne di più, dove possiamo contattarvi?
Il circolo Lamasena ha sviluppato modi interattivi per colloquiare con tutti i
simpatizzanti e soci del circolo. Allo scopo ha aperto – da subito – il sito
web www.lamasena.net attraverso il quale si possono reperire tutti
i dati di contatto. Inoltre, l'associazione è presente con un proprio gruppo su
Facebook denominato “circolo Legambiente Lamasena” ed è presente su whatapp con
il gruppo “Lamasena” attraverso il numero telefonico: 349 5986873
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