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venerdì 14 dicembre 2012

Ida Matilde a "scritturati"

INCONTRO CON IDA MATILDE
a cura di Vincenzo Monfregola


"Eva voleva volare", romanzo rivolto all'attenzione delle donne e non solo, una storia forte e deltutto attuale. Esordisce nell'editoria con questo romanzo Ida Matilde, tecnico informatico di origini napoletane, siamo lieti di accoglierti nel nostro salotto letterario inizio subito col chiederti chi è "Eva" e qual'è il motivo per il quale  "voleva volare"? 
Eva è la bambina spensierata che scopre la vita curiosandoci dentro. E' l'adoloscente che sente su di sè i divieti della società che la circonda. E' la scoperta del sesso, del suo corpo e delle sue reazioni alla passione e all'amore. 
E' una donna  che subisce  poi la violenza annidata all’interno della la vita familiare; violenza che la trascina fino al limite dell’ annullamento del sé. 
Eva è soprattutto una persona che trova la forza di riscoprire se stessa, per essere  finalmente la reale protagonista della propria esistenza, senza dover sottomettersi a nessun padrone. E' questo il suo desiderio di “volare”.


Si parla di abusi, di violenze che vedono ancora le donne come vittime protagoniste di questo romanzo. Cosa vogliamo gridare alle donne e soprattutto come pensi sia possibile aiutarle in modo concreto? 
Il messaggio che voglio dare è che non bisogna mai mollare. Che non bisogna arrendersi a quello che sembra un “destino” avverso, che la vita deve essere sempre condotta da noi. Il mio desiderio è che chi legge il mio libro si renda conto della forza che esiste dentro ognuno di noi. Quella forza che ci tiene in vita nei momenti terribili e che ci consente di riprendercela in mano totalmente. Le donne devono sapere che esistono organizzazioni che le possono aiutare, anche dal punto di vista legale, e non le lasciano sole.

Il tuo romanzo Ida vuole essere un denunciare a chi ignora questa cruda ingiustizia? Nasce perché? 
Poichè il problema è culturale,  il mio desiderio è che il mio libro sia letto da molti di quegli uomini, perché si devono rendere conto che una donna non è un oggetto da possedere, ma un soggetto da rispettare e, quindi, da amare. Ovviamente questo  vale anche per le donne, che devono essere consapevoli anzitutto di valere come persone complete, capaci di essere autonome nelle proprie decisioni, creando, anch'esse, la vera e reale parità fra i sessi.

Casa Editrice Marcelli, fa onore alla casa editrice la scelta di pubblicare un romanzo così intenso, un vero contributo per tutte le donne vittime di abusi, è stato difficile convincerli
?
Devo dire che non è stato difficile, avendo fin da subito avuto l'incoraggiamento a scrivere il romanzo fin dalla lettura, da parte dell'editore, dei primi capitoli del libro. Penso che la forza e la verità insite nella storia di EVA, abbiano colpito da subito il bersaglio!

Qual'è stato il percorso che ti ha portato alla scelta di pubblicare un romanzo, o meglio pubblicare questo romanzo? 
Ho sempre amato scrivere, per lo più racconti e poesie, ma dentro di me sapevo che prima o poi avrei avuto la storia giusta per mettere giù un romanzo. Aspettavo l’ispirazione per qualcosa che emozionasse me, prima di tutto, che mi coinvolgesse in prima persona; sono una lettrice molto esigente e il mio libro doveva essere speciale, assolutamente non banale. E un giorno, all’improvviso,  è arrivato l’input. Ho avuto davanti ai miei occhi l’istantanea completa della vita di una donna. In un flash, l’ho vista percorrere le fasi essenziali della sua esistenza, l’ho vista affrontare sue difficili vicende personali senza mai perdere il suo candore; ho cominciato a scrivere ed Eva mi ha presa per mano, mi ha portata in giro nel labirinto della sua storia, che è il mosaico delle storie vere di molte donne che ho conosciuto e, ovviamente, anche della mia vita. In fin dei conti, le storie di noi donne non sono tanto dissimili fra di loro, pur con le dovute particolarità individuali.

Ma Ida Matilde come si racconta ai suoi lettori, chi è Ida Matilde? 
Sono una donna dinamica,  con tanti interessi. Leggere e scrivere sono per me bisogni viscerali, ma adoro anche cucinare, gratificare le persone che amo con mille attenzioni. Sono una donna adulta che, pur avendo avuto una vita complessa e difficile,  non ha mai perso la capacità di percepire la poesia nella bellezza della vita, di guardare con stupore rinnovato un tramonto o un cielo stellato,  perché in me vive sempre l’entusiasmo della bambina “impetuosa” che sono stata. La bambina che ho fatto rivivere nel personaggio del mio libro.

Difficile accostamento, direi quasi i due poli opposti, un tecnico informatico che ama la letteratura. Come scopri la tua passione per scrivere? 
Ecco, è arrivato il momento di sfatare il mito dell’informatico che al posto del cuore ha un hard disk! Io ho sempre avuto la passione per la scrittura, nata dall'amore sconfinato che ho per le parole. Ascoltavo le storie che mi raccontavano le mie nonne, e fin da piccola  sapevo che un giorno  le avrei raccontarle anche io, con vicende, intrighi e  avventure nate dalla mia fantasia!

Congediamo Ida Matilde e come nostro consueto salutiamo i lettori con un omaggio dell'autore ospite, cosa ci regali?  
Vi offro l'ultima strofa della poesia che dà la parola fine a EVA Voleva Volare; in essa   il mio modo di vedere la vita, l’esortazione per tutti  a non dimenticare mai di guardare il mondo attraverso gli occhi del “fanciullino” che è in ognuno di noi:


Il mio cuore è un villaggio baciato dal sole,
nel paese delle nocciole.
Se il suo nome sapere vorrai,
torna bambino e lo scoprirai.

Intanto ti ringrazio per il tempo che ci hai dedicato, sei stata gentilissima a raccontarti e ti saluto con un augurio importante, quello di poter portare quanto più lontano possibile "Eva voleva volare" affinché superi i confini dell'indifferenza e sia per ogni donna, o vittima di abusi, un logo, un punto luce di speranza per un mondo fatto di "giustizia" e non "indifferenza". Grazie Ida!




EVA VOLEVA VOLARE
«Miei cari figlioli, avete deciso che nome dare alla vostra bambina?»
«Si, padre. La nostra bambina si chiamerà Elettra,Violetta, Artemisia. »[…]
Un urlo lacerante, un istante prima che l'acqua santa bagnasse la piccola fronte, esplose nella pace serena del rito.
Tutti, annichilite statue di sale, scrutarono inebetiti il viso violaceo della bambina contratto nello sforzo, i pugni stretti, i grandi occhi neri sbarrati.
Sbarrati sull’inconsapevole presagio di uno strano destino, tramandato insieme a quella inevitabile, tragicomica, eredità.


Per l'acquisto on line si consiglia: 
http://www.marcellieditore.com/ida-matilde.html

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