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venerdì 21 giugno 2013

Maria Teresa Infante si racconta a "scritturati"

"Se le chiedono come ha scoperto la poesia, risponde che è stata la poesia a cercarerla,lei non ha fatto altro che ascoltarla, lasciandosi coinvolgere dalla sua bellezza espressiva e dal suo impeto emozionale."

Maria Teresa Infante è nata a San Severo(FG) , nel soleggiato Tavoliere delle Puglie, il 20Marzo 1961. Nulla da raccontare che non faccia parte della normalità, con un duraturo matrimonio con Luigi, da cui sono nati Michele(27 anni) e Marika(23 anni), entrambi pallavolisti di professione, il primogenito militante in serie A, sulla scia della mamma con un trascorso da giocatrice e successivamente da allenatrice .

Un diploma all’Istituto magistrale e negli anni la passione per gli studi umanistici che l’ha spinta a divorare libri . E poi all’improvviso, ci ha provato, ma senza crederci davvero; ha iniziato a parlare ,senza voce, solo con una biro e non si è più fermata. Nasce la sua prima silloge poetica “Quando parlerai di me” Ediz. Rei(Cn), nei cui versi, capta emozioni, afferra pensieri, fotografa il mondo attorno con la sensibilità che la caratterizza, in un incedere fresco, spontaneo e genuino, in cui si scopre una capacità innata di interloquire con il lettore, coinvolgendolo con gli occhi e con la mente, quasi a renderlo partecipe di una scenografia di un film 

Possiamo leggere di lei anche in Antologie quali “Anime in poesia” e “Mille voci per Alda”, in cui sono contenute due sue liriche selezionate nell’ultimo concorso bandito a novembre 2012.Solo nell’ultimo anno infatti ha iniziato a partecipare ad alcuni concorsi, risultando finalista con tre poesie nel concorso del sito web dell’Oceano nell’anima di MassimoVMassa, in cui successivamente entra a far parte della Redazione: “Agnese” ,”Icone di cemento” e “Se mai dovessi amarti”;
sesta al Premio Letterario l’Osservatorio di Bari , con la poesia “Nei suoi panni”
e seconda al Concorso dell’Accademia dei Bronzi “Premio Alda Merini” (patrocinato dal Pres della Repubblica ), con la lirica “Voglio sentire”.
Intanto una seconda silloge è già pronta ai blocchi di partenza, in attesa di una casa editrice che le dia sicurezza e affidabilità, mentre, subito dopo l’estate, si dedicherà completamente alla sua “Alicia”, un romanzo che aveva lasciato nel cassetto alcuni mesi fa (pubblicato settimanalmente in un gruppo poetico) per dare spazio alla sua poesia ,da cui mai riesce a staccarsi.






Quando Parlerai di me - Edizioni R.E.I.

Maria Teresa Infante è... come quando dice che la tal poesia è una disamina metaforica sulle umane incoerenze e mediocrità, ma soprattutto una speranza e un invito alla pace o che la freccia della malvagità e dell’odio è stata intinta dall’angelo nero ribellatosi a Dio nel settimo cerchio, il Settimo girone dell’inferno dantesco, quello dei violenti verso il prossimo. E ancora: La speranza è che le lacrime della nostra terra crescano feconde spargendo frutti sani e che le violenze siano estirpate. Ecco, come quando. I riferimenti in corsivo sono propri dell’Autrice, la quale tiene a precisare alcuni dettagli inerenti alla stesura di una sua lirica, dal titolo Il Regno, una narrazione prosastica speciale, ma non è l’unica, non era forse necessario che lei spiegasse (infatti ne ho riportato solo qualche frase), però probabilmente ne aveva bisogno, era come se volesse proseguire il discorso iniziato scrivendo quelle sofferenze, quei presagi, quelle visioni. Io credo che lei sia una meravigliosa creatura capace di vedere veramente quello che sta scrivendo, ecco, forse ho trovato una definizione che le calza a pennello. Lei vede. Esattamente come l’obiettivo della macchina fotografica, capta e ferma, fissa l’oggetto, il tempo, il momento, l’immagine. 



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1 commento:

  1. Lei si racconta
    ci racconta
    ci ascolta si ascolta e sa come arrivare al cuore della gente.
    Elegante nei suoi versi e intellettualmente sempre pronta a regalare un sorriso a chiunque,.
    Una poetessa insomma, capace di regalare emozioni a chi la legge
    La sua poesia il suo raccontarsi è un cantico emozionale, dove l’introspezione diventa un volo onirico e le parole in versi si materializzano in immagini visive sul grande palcoscenico che è la vita.

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