Pee Gee Daniel è nato a Torino il 7 luglio 1976 e vive in Alessandria con la moglie Daniela e il figlio Michelangelo.
Nella vita è stato impiegato, magazziniere, aiuto-camionista, poliziotto, responsabile di sala-giochi, agenzie di scommesse e sale-slot, bibliotecario, copywriter, addetto ufficio-stampa.
È laureato in filosofia. È anche sceneggiatore, commediografo e articolista. Oltre a “Il politico” ha già pubblicato il romanzo sperimentale Gigi il bastardo (& le sue 5 morti), Montag, 2012 e l'ebook interattivo Phenomenorama, Inbooki, 2013
COMUNICATO STAMPA
“IL POLITICO” di Pee Gee Daniel - QULTURE EDIZIONI, 2013
« È stupido. È cattivo. È incapace… E farà carriera! »
La casa editrice romana Qulture ha da poco pubblicato il nuovo romanzo di Pee Gee Daniel Il politico.
Ecco come un romanzo incentrato sulla figura di un patente minus habens sappia trasformarsi, quasi automaticamente, in un esplicito quanto preciso atto di accusa verso gli stessi apparati politici e istituzionali che quella scalata sociale permetteranno, per meglio dire quasi favorendola.
Attraverso personaggi tratteggiati con fine maestria, da Lupo Mannaro e Sarajevo, dall’Ideologo a La Mula, la trama ironica e corrosiva del romanzo trascina nelle perversioni latenti e nelle peggiori contraddizioni della società contemporanea.
“Il politico” è un romanzo caustico, carico di straordinaria sagacia e di tragica ironia, in cui il dramma di un uomo chiuso in se stesso si trasforma nella fotografia di una società smarrita.
Con stile raffinato e pungente, Pee Gee Daniel gioca con alcuni eccessi dei nostri tempi, offrendocene uno spaccato perfetto nelle sue sproporzioni.
Il romanzo è disponibile in libreria, sul sito ufficiale della casa editrice e sui maggiori bookstores on line.
Si tratta di un romanzo breve, dalle connotazioni fortemente attuali, scritto con quello che tecnicamente si potrebbe definire uno stile blanche. Privo di inserti didascalici o pedanterie moralistiche, esso delinea la “fortunosa costituzione” di un campione possibile della politica odierna. Il protagonista (che, in quanto sprovvisto di una personalità e di una psicologia vere e proprie, verrà indicato lungo l'intero corso del romanzo col pron. pers. m. lui, o, tutt'al più, da due nomignoli che gli verranno affibbiati nello svolgersi della storia), viene seguito sin dalla più tenera età. Lo pediniamo alle prese con i suoi disturbi sociopatici e comportamentali.
Il romanzo, ad es., si apre sul protagonista che, alla più tenera età, strappa le ali ad una libellula per poi poterla osservare mentre viene divorata viva da un formicaio, senza che essa si possa più difendere in alcun modo. Su di lui graverà, pochi anni più tardi, anche il sospetto della morte, apparentemente accidentale, di un cuginetto, cascato giù da una rupe. Già più grande, lo seguiremo al suo ingresso in un movimento politico dalle forti tinte xenofobe, in cui si sbizzarrirà in risse gratuite e punizioni ad extracomunitari inermi. Compirà anche uno stupro, ai danni della moglie del proprio caposezione, ma nonostante tutto questo conoscerà un brillante quanto veloce inserimento nell'ambiente politico, che lo porterà, nella conclusione del racconto, all'elezione ad onorevole.
I suoi gesti, tuttavia, sono capaci di disturbarci, ma non si rivelano così tanto eclatanti da fare di lui un vero mostro. È una mediocrità anche nel male. È vuoto. È, in una parola, un borderline. Ma – cosa stupefacente – riuscirà comunque, e neppure volendolo, a fare una carriera strutturata all'interno della società, che si aprirà, verso il finale, niente meno che all'elezione a rappresentante democratico della società civile. Il che ci vorrebbe implicitamente porre più di un rilievo critico circa l'inefficiente stato politico in cui versiamo, seppure, come dicevo, senza alcun tipo di indulgenza verso la trattatistica morale o predicozzi di sorta: questo resta il racconto, nudo e senza orpelli, della formazione di uno pseudo-individuo e della promozione di esso ai più elevati ranghi sociali. Lo stile (che va di pari passo con la nullità – sia dal punto di vista emotivo che da quello intellettuale - che si vede chiamato a descrivere) è sorvegliato, ma appositamente deprivato di qualsivoglia belluria ed erudizione: tende cioè a farsi trasparente a servizio del suo contenuto. È uno stile minimalista, insomma, scevro di ogni tentazione pedagogica o affabulatoria. A tal punto che anche un'eventuale luce ironica che si dovesse riscontrare all'interno del testo, affiorerebbe, per così dire, da sé sola: senza, o quasi interventi da parte dell'autore.
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