EPISTOLARIO EROTICO TRA DUE INTERNAUTI SCONOSCIUTI
di Manuela Minelli - Giovane Holden Edizioni
“Epistolario erotico tra due internauti sconosciuti” è il libro di Manuela Minelli, pubblicato nel 2012 da Giovane Holden Edizioni nella collana Battitore libero. L’opera è disponibile sia in versione cartacea che digitale. Nonostante sia composto da 144 pagine, è il classico romanzo che si legge tutto d’un fiato. Lo stile dell’autrice è incalzante, ironico e divertente e così io l’ho decisamente “divorato” in pochissimo tempo, nonostante fossi partita prevenuta, non lo nego, poiché il genere erotico non è mai rientrato nei miei gusti letterari. Poche battute e ho capito che, in realtà, ci troviamo di fronte ad un romanzo d’amore, un’opera che cerca di “abbattere” le barriere della solitudine con lo “strumento” più moderno e attuale: Internet. Un amore che non necessariamente deve essere inteso nei confronti di un uomo per una donna e viceversa, ma può manifestarsi per i figli, per gli affetti, per una passione.
Questo è un romanzo epistolare fra due “argonauti”, ovvero due “navigatori della Rete”, che non si scambiano lettere, bensì e-mail. Claudio e Sabrina, questi i nomi dei due protagonisti, sono figli del nostro tempo, si muovono nel ciberspazio, nell’ambiente elettronico in cui le distanze sembrano azzerarsi e il tempo pare diventare unico in tutto il globo. Lei lancia il classico “messaggio in bottiglia” questa volta in rete, alla ricerca di un compagno, di un uomo, di un amico, di un amore, oppure di qualcuno che incarni tutte e quattro queste cose e rappresenti quindi l’uomo ideale. Lasciata dal marito fedifrago ed incurante, con due figli piccoli a carico che ama moltissimo, si sente “spenta”, quasi se anche la voglia di vivere e di sentirsi donna l’avessero abbandonata. Giornalista come l’autrice, Sabrina ama gli animali, così come la Minelli e possiede la sua stessa curiosità per i viaggi. Lui, Claudio, separato dalla moglie, è un “management consultant per una major firm americana”, quindi un uomo di potere, con molte responsabilità sulle spalle, sempre in viaggio in giro per il mondo. Si rammarica di trascorrere la vita in aereo, fra un albergo e l’altro, anziché accanto a Simone, il suo bimbo.
E parte così una relazione fra i due, rigorosamente virtuale, dove vige l’unica regola di non porre freni al desiderio e di non incontrarsi mai, al fine di poter dare libero sfogo alle fantasie erotiche di entrambi.
Queste mail diventano un momento di evasione dalla realtà che a nessuno dei due dà sicurezza. Essi attendono con ansia l’arrivo della mail dell’altro e ne avvertono via-via sempre più il bisogno, per sentirsi vivi, per evadere dalla loro quotidianità. Il sesso, per altro mai volgare nelle descrizioni della Minelli, non è solo appagamento carnale, ma diventa rivincita dalla monotonia e sulle cose scontate; è rinascita e insieme riscoperta di sé che crea un legame con l’altro potente e indissolubile.
Penso che il successo della Minelli in quest’opera consista proprio nell’ironia di cui ha dotato i suoi personaggi. Le mail sono scorrevoli, avvincenti e leggere, sebbene talvolta i due trattino argomenti molto delicati e dolorosi. Il linguaggio è semplice, affinché tutti possano comprendere, anche coloro che non sono soliti “navigare” in Internet. Sorprende la naturalezza con cui i due si scrivono, come stessimo leggendo delle vere e-mail, o ancor meglio, una chatt personale. Consideriamo amici Claudio e Sabrina e condividiamo con essi i loro desideri più reconditi. Valida l’idea di non limitare le “conversazioni” da parte di entrambi soltanto al lato erotico, bensì di farli parlare della loro vita privata, del loro lavoro, dei figli, del quotidiano. Interessantissimo è l’impianto descrittivo costituito su due piani paralleli. Le mail di una donna, da una parte e quelle di un uomo, dall’altra, che nonostante siano sempre opera dell’autrice, cambiano tono e si livellano al modo di ragionare tipico dei due sessi. L’uomo è più stringato e conciso, mentre la donna più prolissa e propensa a divagazioni.
C’è intelligenza, c’è arguzia , c’è ironia in queste due persone. Esse sono artefici del loro destino, non rimangono inermi e passive a subire la volontà dell’altro. In Sabrina c’è curiosità, voglia di sperimentarsi, di mettersi alla prova come donna. In lei non vi è inerzia come poteva essere per la Kim Basinger degli anni Ottanta in “Nove settimane e mezzo”, per intenderci.
Il finale è spiazzante e sorprendente, ma ineluttabile.
Complimenti a Manuela Minelli che ha saputo farmi divertire e soprattutto far comprendere a questa “bacchettona” che il sesso, se vissuto autenticamente, non è mai qualcosa di peccaminoso.
Cristina Biolcati
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