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martedì 1 ottobre 2013

L'ultimo libro di Cristina Rotoloni, FRAMMENTI DI VITA - la recensione per "scritturatiti" a cura di Giovanna Albi


FRAMMENTI DI VITA 
di Cristina Rotoloni 

Il terremoto del 6 aprile a L’Aquila: Cristina ci sta dentro fino al collo; non ha mai avvertito un fenomeno(Zio Terry), di tale entità; supportata dal dolce e fattivo marito,presta soccorso alla sorella che abita nell’unica casa rimasta in piedi. L’occasione è buona per descrivere le sue inquietudini  interne, la sua difficoltà a dormire, lo scoramento , le delusioni in un lungo racconto altamente catartico, in cui si mettono in luce le buone qualità umane di chi presta soccorso, l’angoscia per chi sotto quelle macerie ci ha perso la vita, la gioia per chi si è salvato. E ora che il fenomeno si è allontanato nel tempo, restano vivi i ricordi e gli effetti psicologici devastanti del terremoto, mentre lo zio Terry è una livella come la morte e non guarda il faccia il ceto, la ricchezza, la povertà, la miseria, l’agio o il disagio degli umani; lui divide gli uomini in fortunati e sfortunati.” Se sei fortunato vivi, se non sei ……silenzio!
Questo è l’insegnamento dello Zio Terry, che cambia la vita.
Io sono… Cristina descrive le sue inquietudini adolescenziali, i fallimenti, il senso di “inettitudine” che si porta dentro. Si mette coraggiosamente a nudo di fronte a se stessa e si rivela ai lettori nella  scarsa fiducia nelle sue capacità, ben supportata dalle voci malevole sul suo conto. Mentre continua la sua vita universitaria in cui nessuno si accorge di lei, lei ragazza semplice e di una eleganza contenuta. non può competere con quel mondo balordo degli universitari in cui ci si accaparra un buon voto con minigonne e moine di fronte ai professori  collusi. Un atto di indignazione e  denuncia sociale è questo racconto, mentre rabbia, invidia e rancore si scatenano contro chi in quegli esami fa bella mostra di sé.
Tu mio padre… Luca si sveglia stordito, non mette a fuoco nulla , come se avesse ingurgitato dose di sonniferi. Si sente solo e debosciato, una doccia per eliminare quel senso di assoluta impotenza, poi sale il caffè, qualcuno gliene chiede una tazzina, apostrofandolo con il nome di “figlio”, allora ricorda il motivo del suo disagio: il padre. Uomo duro, inflessibile,accumulatore di denaro, si relaziona con altezzosità con lui che patisce il gravame di questa relazione. Dopo anni a combattere per compiacerlo, portarlo dalla sua parte,farselo alleato , comprende che non ha nulla a che spartire con quell’uomo se non tenerlo a debita distanza emotiva.

Ho dato degli exempla di questi racconti di Cristina Rotoloni, la cui lettura esorto ad intraprendere; siete voi che dovete leggere, non posso raccontarvi tutto io. Racconti densi di sentimento, di torture interiori, di disagi esistenziali attraverso l’intuizione di “frammenti di vita”. 
La vita scorre  e conserva comunque una sua unità,nonostante l’inevitabile frammentazione. L’unità della vità si desume dalla scorrevolezza dello stile: si piega, ma non si spezza questa giovane scrittrice capace di sondare il terreno della sua interiorità, guardandosi allo specchio senza infingimenti e facili menzogne, con il coraggio di penetrare gli abissi dell’Io, fino a trovare anche disillusione e disperazione, abbandono e risalita, per poi  credere ancora nell’Amore nonostante i tradimenti e le delusioni subite. Un libro coraggioso è questa silloge di racconti, eroico il coraggio di narrarsi , perché quando si parla di Luca e del suo disagio con padre, c’è anche della scrittrice ,credo; donna  che non si risparmia nulla per amore di onestà e per l’indefessa volontà di rincorrere i suoi sogni.Un appunto linguistico che non posso tacere: pur in uno stile  fluido e scorrevole emergono delle espressioni colloquiali che io resetterei.

Giovanna Albi


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