“IO SONO RESPIRO PURO”
di Maria Fornaro - Edizioni YOUCANPRINT
Ho letto “Io sono respiro puro”,
la raccolta poetica di Maria Fornaro, autrice nata in provincia di Taranto nel
1964. Pubblicata nell’aprile del 2013, l’opera è disponibile sia nella versione
cartacea che digitale. Sono 58 poesie che parlano d’amore e che portano la
dedica “All’uomo della mia vita”.
Tante sono le similitudini che
l’autrice utilizza per affermare il suo “esserci”. Il mare, che compare sulla
copertina del libro, viene evocato spesso e, come un’onda che si infrange sugli
scogli, sembra tornare a lambire la vita della poetessa, a travolgerla,
ricordandole d’essere viva. È un’onda che cancella tutto, cambia le forme, ma
non l’essenza.
Dopo un periodo descritto come un cielo senza stelle, una strada grigia, negazione dei sentimenti, la Fornaro sembra ritornare a vivere tutte le emozioni dell’amore attraverso la poesia. Aveva messo il cuore in un ripostiglio, congelato i sentimenti. Ora, attraverso la poesia, può riprendere il “filo della vita”.
Per mezzo delle sue liriche,
infatti, riesce a concretizzare tutte le emozioni. Come se il suo animo
passionale e tumultuoso fosse stato celato per anni, ed ora fosse esploso.
L’amore è il protagonista assoluto, motivo di vita, e si anima attraverso il
caleidoscopio delle sensazioni.
Le poesie sono corredate da
disegni che ne colgono i tratti salienti e le illustrano in maniera sapiente.
L’amore è inteso come sentimento
universale che si trova ovunque. Permea la natura e ne diventa un tutt’uno.
L’uomo evocato si nasconde nella mente, vive nelle pieghe dei sogni, nei
desideri e in un pizzico di follia. Un amore che diventa dialogo fra due corpi.
Il ricordo è sempre presente,
come fosse l’altra faccia della medaglia. È l’unico che possa lenire il dolore.
La memoria per l’autrice è una “strana artista”, perché sa cancellare, colorare
e conservare a seconda dei casi. Si tratta di un amore puro, come la natura,
quasi si trovasse sotto una campana di vetro e nulla lo potesse inquinare.
Lo sguardo dell’autrice è verso
l’infinito, il pensiero rivolto al passato e vi è la consapevolezza di avere
mani “piene di nuvole”.
A volte il mare diventa metafora,
un oceano di ricordi, in cui la Fornaro si tuffa, avendo dimenticato di esserci
già annegata. Alla persona amata ha offerto tutta se stessa, e la sua anima si
placa soltanto quando è con lui.
Nonostante a tratti si abbia la
sensazione che la poetessa non parli di un compagno di vita, ma meglio di un
ricordo, di un’illusione o di un uomo ideale che esiste nella sua mente, vi è
un messaggio positivo. Quello di riuscire a superare gli ostacoli, come nella
poesia “Oltre la vita”.
“Lacrime salate sul mio volto, /
il corpo brucia, / l’aria esplode, / ed io donna, / guardo oltre la vita”.
L’esistenza è come un grande
libro da sfogliare con l’amato, le stelle diventano desideri cui anelare.
L’autrice si definisce come una “portatrice sana d’amore”, un miscuglio di
cose, mai uguale a se stessa. L’amato viene paragonato ad un caminetto acceso,
che emana calore e diventa “casa”, il suo tutto. Colui che riesce a far fermare
il tempo quando sono insieme, un tempo che normalmente sfugge, scivola fra le
dita. I passi dell’amore diventano silenziosi, per paura di svegliarsi e
sentirne il rumore.
Spesso troviamo il desiderio
della poetessa di nascondersi in un angolo, di “accucciarsi”, oppure di
rifugiarsi sotto ad una coperta, dove celare le sue insicurezze ed attendere
che tutto passi. Il momento propizio. Forse un giorno, stanca, si fermerà a
cercare la magia del futuro.
Nella società odierna è difficile
parlare di poesia. Maria Fornaro lo fa, utilizzando un linguaggio semplice,
adatto a tutti, ma evocativo. Ancora più difficile, se non addirittura raro, è
trovare qualcuno che parli di poesie d’amore. E l’autrice riesce a conservare
tutta la freschezza e l’entusiasmo di un cuore senza età. Cosa che capita solo
ai romantici.
Cristina Biolcati
Grazie di cuore per la recensione :)
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