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lunedì 14 aprile 2014

Cristina Biolcati intervista ANNARITA PETRINO per "scritturati"

È con noi Annarita Petrino, nata a Giulianova (TE) nel 1977, insegnante di scuola dell’infanzia e scrittrice per passione. Il genere che predilige è la fantascienza e la sua peculiarità è che vi unisce la religione. Nel novembre del 2013 pubblica con Edizioni il Papavero “You God”, una raccolta di 4 racconti, dove pervade proprio questo connubio di fantascienza “cristiana”.
Diamo la parola all’autrice.

Ciao Annarita e benvenuta a “Scritturati”. Leggendo di te, mi ha colpito il fatto che scrivi da quando avevi 13 anni, cioè da quando hai scoperto Isaac Asimov e i suoi libri. Vuoi parlarci di questo “incontro”?
Un colpo di fulmine a ciel sereno, ecco come lo definisco. Non avevo mai letto nulla di fantascienza, ma adoravo i cartoni animati che avevano i robot come protagonisti. L'incontro con il maestro mi ha aperto un mondo e mi ha spinto a dare vita ai miei racconti.


Hai pubblicato diversi racconti su riviste di fantascienza; un primo romanzo nel 2004 “Ragnatela Dimensionale” nella collana “I Delfini” della Delos Books di Milano, e hai ottenuto diversi riconoscimenti in concorsi di letteratura fantascientifica. Cosa ricordi di quel periodo? C’è un aneddoto che vorresti citare?
È stato un periodo molto prolifico e molto intenso, un periodo ricco di soddisfazioni. Quando un tuo romanzo arriva a essere pubblicato, anche se lo leggono poche persone ti sembra un sogno. In realtà non ho aneddoti da citare.

E veniamo alla tua idea di fantascienza che, essendo tu donna di fede, hai avvertito il bisogno di associare alla religione. Potresti spiegarci questo concetto?
Donna di fede, di vera "fede" lo sono diventata solo da pochi anni grazie a un pellegrinaggio a Medjugorje. Fino a quel momento avevo scritto sempre fantascienza tradizionale. Avevo ancora voglia di scrivere di fantascienza, questa passione non mi ha mai abbandonata, ma volevo anche raccontare della bellezza dell'incontro con Dio. All'inizio non è stato semplice, ma infine sono riuscita ad arrivare ad una sintesi.
  
Il tuo libro, “You God”, è una raccolta di 4 racconti. A quale sei più affezionata? C’è un protagonista che più degli altri ti emoziona?
Sono molto legata a "Judy Bow" che è stato il primo racconto a nascere di questo genere. La sua protagonista Judy è stata molto difficile da delineare, si è ribellata parecchio... Le sono affezionata, perché lei come me ha dovuto compiere dei passi importanti per capire... Lei come me ha fatto un incontro che ha completamente cambiato la sua vita. 

In “Judy Bow”, il secondo dei racconti che compone la raccolta, si parla del tema dell’eutanasia. Ti sei ispirata a qualche particolare fatto di cronaca?
Judy Bow è stato scritto diversi anni fa e poi l'ho riscritto come racconto di fantascienza cristiana, ma prima del caso Eluana Englaro. C'è un altro racconto, non ancora pubblicato, che è stato invece ispirato dalla sua storia. Trovo davvero molto triste che in un Paese democratico si possa mettere in atto la pratica dell'eutanasia

Senti Annarita, parlando di religione in maniera così marcata, non temi che il tuo libro possa essere  per pochi, suscitando interesse solo in chi crede in Dio?
Al contrario! La mia intenzione è proprio quella di raggiungere i più lontani, quelli che ancora non hanno incontrato Dio. Ho avuto molti apprezzamenti in questo senso, anche critiche ovviamente eppure sento che è la strada giusta.

Escludi in futuro di poterti cimentare in un genere letterario diverso dalla fantascienza?
Veramente mi sono cimentata in racconti di carattere spirituale, ma credo che il mio genere è e rimarrà la fantascienza.
  
Progetti per il futuro?
Proseguire su questa strada come autrice, ma anche come curatrice di una collana di racconti di fantascienza cristiana per la mia casa Editrice Edizioni Il Papavero. Colgo l’occasione per invitare gli autori che volessero cimentarsi in questo genere a mettersi in contatto.

A chi dedichi i tuoi successi, Annarita?
A tutti quelli che ogni giorno lottano per difendere la vita e la dignità delle persone, che non si adeguano al "così fan tutti" e che non hanno paura di dire "io non sono d'accordo".

E ora, nel salutare Annarita Petrino, le rivolgiamo la domanda di rito.
Quale omaggio hai pensato, Annarita, per i nostri lettori?
Una frase tratta dal racconto Imperfezioni: "La perfezione è fragilità. È nell'imperfezione che risiede la vera forza. Perfetto, in fondo, è solo Dio".



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