È con noi Annarita Petrino, nata
a Giulianova (TE) nel 1977, insegnante di scuola dell’infanzia e scrittrice per
passione. Il genere che predilige è la fantascienza e la sua peculiarità è che
vi unisce la religione. Nel novembre del 2013 pubblica con Edizioni il Papavero
“You God”, una raccolta di 4 racconti, dove pervade proprio questo connubio di
fantascienza “cristiana”.
Diamo la parola all’autrice.
Ciao Annarita e benvenuta a
“Scritturati”. Leggendo di te, mi ha colpito il fatto che scrivi da quando
avevi 13 anni, cioè da quando hai scoperto Isaac Asimov e i suoi libri. Vuoi
parlarci di questo “incontro”?
Un colpo di fulmine a ciel
sereno, ecco come lo definisco. Non avevo mai letto nulla di fantascienza, ma
adoravo i cartoni animati che avevano i robot come protagonisti. L'incontro con
il maestro mi ha aperto un mondo e mi ha spinto a dare vita ai miei racconti.
Hai pubblicato diversi racconti
su riviste di fantascienza; un primo romanzo nel 2004 “Ragnatela Dimensionale”
nella collana “I Delfini” della Delos Books di Milano, e hai ottenuto diversi
riconoscimenti in concorsi di letteratura fantascientifica. Cosa ricordi di
quel periodo? C’è un aneddoto che vorresti citare?
È stato un periodo molto
prolifico e molto intenso, un periodo ricco di soddisfazioni. Quando un tuo
romanzo arriva a essere pubblicato, anche se lo leggono poche persone ti sembra
un sogno. In realtà non ho aneddoti da citare.
E veniamo alla tua idea di
fantascienza che, essendo tu donna di fede, hai avvertito il bisogno di
associare alla religione. Potresti spiegarci questo concetto?
Donna di fede, di vera
"fede" lo sono diventata solo da pochi anni grazie a un
pellegrinaggio a Medjugorje. Fino a quel momento avevo scritto sempre
fantascienza tradizionale. Avevo ancora voglia di scrivere di fantascienza,
questa passione non mi ha mai abbandonata, ma volevo anche raccontare della
bellezza dell'incontro con Dio. All'inizio non è stato semplice, ma infine sono
riuscita ad arrivare ad una sintesi.

Sono molto legata a "Judy
Bow" che è stato il primo racconto a nascere di questo genere. La sua
protagonista Judy è stata molto difficile da delineare, si è ribellata parecchio...
Le sono affezionata, perché lei come me ha dovuto compiere dei passi importanti
per capire... Lei come me ha fatto un incontro che ha completamente cambiato la
sua vita.
In “Judy Bow”, il secondo dei
racconti che compone la raccolta, si parla del tema dell’eutanasia. Ti sei
ispirata a qualche particolare fatto di cronaca?
Judy Bow è stato scritto diversi
anni fa e poi l'ho riscritto come racconto di fantascienza cristiana, ma prima
del caso Eluana Englaro. C'è un altro racconto, non ancora pubblicato, che è
stato invece ispirato dalla sua storia. Trovo davvero molto triste che in un
Paese democratico si possa mettere in atto la pratica dell'eutanasia
Senti Annarita, parlando di
religione in maniera così marcata, non temi che il tuo libro possa essere per pochi, suscitando interesse solo in chi
crede in Dio?
Al contrario! La mia intenzione è
proprio quella di raggiungere i più lontani, quelli che ancora non hanno incontrato
Dio. Ho avuto molti apprezzamenti in questo senso, anche critiche ovviamente
eppure sento che è la strada giusta.
Escludi in futuro di poterti
cimentare in un genere letterario diverso dalla fantascienza?
Veramente mi sono cimentata in
racconti di carattere spirituale, ma credo che il mio genere è e rimarrà la
fantascienza.
Progetti per il futuro?
Proseguire su questa strada come
autrice, ma anche come curatrice di una collana di racconti di fantascienza
cristiana per la mia casa Editrice Edizioni Il Papavero. Colgo l’occasione per
invitare gli autori che volessero cimentarsi in questo genere a mettersi in
contatto.
A chi dedichi i tuoi successi,
Annarita?
A tutti quelli che ogni giorno
lottano per difendere la vita e la dignità delle persone, che non si adeguano
al "così fan tutti" e che non hanno paura di dire "io non sono
d'accordo".
E ora, nel salutare Annarita
Petrino, le rivolgiamo la domanda di rito.
Quale omaggio hai pensato,
Annarita, per i nostri lettori?
Una frase tratta dal racconto
Imperfezioni: "La perfezione è fragilità. È nell'imperfezione che risiede
la vera forza. Perfetto, in fondo, è solo Dio".
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