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sabato 14 giugno 2014

Ospite al nostro salotto letterario CARMELITA ZAPPALA' - l'intervista a cura di Alessio Silo

INCONTRO CON CARMELITA ZAPPALA'
a cura di Alessio Silo

Carmelita Zappalà nasce a Catania l'8 Agosto del 1994. Frequenta una classe di Linguistico Sperimentale Brocca nel liceo scientifico del suo paese, nel catanese, e dopo essersi diplomata nel giugno del 2013 si trasferisce a Londra per studiare Giornalismo. Comincia a scrivere all'età di dodici anni, lei dice perché la scrittura "era il suo piano b," la sua via di fuga dalla realtà. Comincia scrivendo fan-fiction, e passando solo successivamente ai suoi primi tentativi di racconti originali, tutti rimasti incompleti. Il primo racconto di cui si definisce "fiera" è "La notte è in fiamme", scritto a diciassette anni per un concorso scolastico. Ha partecipato al Premio Campiello con "Corpi di carta", scritto nei primi giorni del 2014, con cui è arrivata tra i finalisti del concorso.

Cosa ti ha spinto a partecipare al Premio Campiello giovani?
Ho saputo del concorso, e ho deciso di provare a partecipare. Non ci ho riflettuto molto, in realtà. Non avevo mai provato a partecipare ad un concorso letterario, al di fuori dell'ambiente scolastico, e mi sono detta: "Perché no?". Sono comunque partita senza la minima speranza di rientrare tra i primi venticinque, figurarsi tra i finalisti.

Potresti descriverci l’emozione che hai provato quando ti hanno riferito che eri tra i 5 finalisti del Premio?
Non ci sono parole. Onestamente. Ho pensato solo "Non è possibile," e mi sono messa quasi a piangere. Avevo letteralmente le lacrime agli occhi, e quando mi hanno chiamata al centro del palco la persona che mi ha dato l'attestato del Campiello - non ricordo il suo nome, sono mortificata - ha continuato a battermi delicatamente la mano sulla spalla, ripetendomi piano: "Stai tranquilla, stai tranquilla," per tipo mezzo minuto. Io gli ripetevo che stavo bene, ma a quanto pare davo un'altra impressione. È stato molto gentile da parte sua.


Qual è stata la reazione del tuo paese natale quando hanno saputo che eri tra i finalisti?
Quando ho visto i miei genitori dopo la premiazione ho chiesto loro a chi l'avessero detto, e mia madre ha risposto "a tutti". A tutti chi? "Lo sa già mezza Sicilia orientale," mi ha risposto ridendo. Renditi conto. In ogni caso, mi supportavano fin da prima: un conoscente di mio padre ha pure attaccato, nella sua attività, un foglio con una mia foto e una citazione tratta dal racconto.  È incredibile, davvero. I miei mi dicono che un sacco di persone mi augurano buona fortuna. Non vedo l'ora di tornare e rivedere tutti.

Come è nata la tua Opera inedita “Corpi di carta” e soprattutto, quando è nata la tua passione per la scrittura?
Prendo spesso la metropolitana qui a Londra. Un giorno, come spesso era già successo, il treno era in ritardo perché una persona si era suicidata lanciandosi sui binari. Ho scoperto le statistiche sui suicidi nella metropolitana, centocinquanta all'anno. Da qui è nata l'idea di "Corpi di carta", la cui trama vera e propria si è però sviluppata attorno ad una riflessione che fa la protagonista - cioè che, come dice il titolo, siamo tutti corpi di carta che si lasciano utilizzare e buttare via da altre persone.
La passione per la scrittura invece è nata quando avevo dodici anni. Non era un bel periodo, e la scrittura si è rivelata un buon piano di fuga dalla realtà e una buona valvola di sfogo. Non è nata come passione, è nato come "bisogno". Avevo bisogno di scrivere. Prima di quello disegnavo soprattutto. Disegno anche adesso, solo che lo faccio quando sono nervosa o ansiosa., perché mi serve a non pensare. La scrittura non mi aiuta, in quello. Penso troppo anche quando scrivo.

Cosa pensi di trasmettere con “Corpi di carta” ai tuoi lettori?
Vorrei che arrivasse il messaggio che ho cercato di trasmettere più o meno tra le righe: non ci si salva da soli. L'amore, da solo, non salva nessuno. L'amore aiuta, certo, l'amore aiuta un sacco, ma se state male, se state veramente male... cercate aiuto. Aiuto medico, se serve. Meritate di stare bene.

Il primo e ultimo libro che hai letto?
Rispettivamente "Harry Potter e la Pietra Filosofale" e "La ragazza interrotta" di Susanna Kaysen.


Vorresti dire qualcosa a chi ti sta leggendo in questo momento?
"Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre."




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