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venerdì 3 ottobre 2014

FRANCESCA BERTUZZI si racconta ad Alessio Silo - l'intervista

INCONTRO CON FRANCESCA BERTUZZI
a cura di Alessio Silo

A 22 anni ha conseguito il master biennale in “Teoria e Tecnica della Narrazione” alla Scuola Holden di Torino. Ha seguito un laboratorio di regia diretto da Marco Bellocchio e Marco Müller. Negli ultimi anni si è dedicata alla scrittura cinematografica, vincendo premi e riconoscimenti internazionali con diversi cortometraggi. Ha diretto e montato il backstage del film Vallanzasca – Gli angeli del male di Michele Placido e attualmente sta lavorando a due sceneggiature cinematografiche con produzioni internazionali. Con la Newton Compton ha pubblicato Il carnefice, che ha riscosso un grande successo, vincendo anche il premio letteratura e cinema Roberto Rossellini 2011, Il sacrilegio e La belva.


Come è nato il romanzo “La Belva”?
Rispetto agli altri romanzi ha avuto un inizio totalmente nuovo per me. Leggevo un articolo di giornale, un fatto di cronaca, tanto eclatante quanto poco discusso. Era uno di quei casi in cui la realtà supera la fantasia, e visto che il mio genere è quello del noir/thriller si può facilmente immaginare quanto sia scioccante trovare nella cronaca, nella realtà, delle storie talmente eccessive, per violenza e impatto emotivo, da avere il dubbio che inserite in un romanzo possano essere credibili al lettore. Ciò nonostante ho deciso di immergermi in questa strana realtà, impossessandomene per creare un mondo altro, in cui le mie protagoniste potessero vivere l’avventura che poi ho scritto.

Quando è nata la tua passione per la scrittura e in che modo sei riuscita ad amarla?
La passione è nata prima di tutto come lettrice. È stato naturale. Era bello e fantastico aprire un libro e trovarmi in mondi magnifici a vivere avventure straordinarie. Quando ho iniziato a scrivere, da bambina, provavo lo stesso gusto che mettevo nel leggere, solo che potevo decidere io dove andare, quali strade percorrere e come far finire le storie. L’amore che provo nel leggere e nello scrivere non è mai stato forzato… avvicinarmi al computer per iniziare un nuovo capitolo mi dà le stesse sensazioni che provo prima di un viaggio.

Ci sono state persone nella tua vita che ti hanno aiutato e incoraggiato nel campo della scrittura?
Certo, tante. La mia famiglia, mia sorella e mia madre, che mi hanno aiutata e sostenuta, anche quando a diciannove anni mi sono trasferita da Roma a Torino per studiare alla scuola Holden. Alcuni dei miei professori del liceo. Poi ho avuto ottimi maestri e utili cattivi maestri, che può sembrare un ossimoro ma sono serviti anche loro. Mi hanno fatto capire chiaramente chi non sarei voluta diventare e come non sarei voluta arrivare a ottenere la mia carriera.

Hai ricevuto apprezzamenti che tieni in particolare in merito alle tue Opere letterarie?
Ogni volta che apro il computer e leggo i messaggi dei lettori che hanno apprezzato i miei romanzi è sempre un brivido. Devo dire che sono stata particolarmente colpita da quelli di alcune lettrici: quello che mi rende più orgogliosa dei miei romanzi sono le mie protagoniste, persone prima ancora che donne, un’alternativa all’ipersessualizzazione della donna a cui alcuni mezzi di intrattenimento sono dediti ormai da anni. Le mie protagoniste sono ragazze spinte al muro dalla vita che riescono in un modo o nell’altro a trovare la forza di gambe e addominali per rialzarsi, senza aspettare per forza un salvatore, senza necessariamente usare il sesso come moneta di scambio. 

Qual è il personaggio in cui ti ritrovi maggiormente nel libro “La Belva”?
Quando scrivo un romanzo cerco sempre di dare alla protagonista qualcosa di intimamente mio, mi aiuta a renderla tridimensionale, a costruire la sua sfera emotiva. Nella Belva la mia protagonista Rebecca è una ragazzina romana che viene portata dalla nonna in vacanza sulle dolomiti insieme alle due cugine e alla sorella maggiore. Rebecca ha molto della ragazzina che sono stata. Anche se il personaggio, prendendo vita, si è ovviamente distanziato dal mio carattere, in un certo modo è parte di me, come anche le altre protagoniste dei miei precedenti romanzi.

Puoi svelarci qualche anticipazione in merito al tuo prossimo libro?
Ho un’idea che mi piace tantissimo. Lo sviluppo mi sta richiedendo più tempo rispetto alle altre scritture perché affondo le mani in un mondo che non conosco bene, e prima di mettermi a scrivere devo fare delle ricerche per essere sicura di creare un nucleo narrativo coerente e verosimile… ma la storia che ho in mente mi stuzzica parecchio. Per ora posso dire che la mia prossima protagonista si ritroverà a vivere un incubo distorto e spaventoso.

Vorresti dare un messaggio ai tuoi lettori e a chi ti sta leggendo in questo momento?
Spero che vi divertirete a leggere i miei romanzi quanto io mi sono divertita a scriverli!!!



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