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venerdì 3 ottobre 2014

MANUELA MINELLI e la sua carriera - l'intervista a cura di Vincenzo Monfregola

INCONTRO CON MANUELA MINELLI
a cura di Vincenzo Monfregola

Manuela Minelli, racconta di un’attività giornalistica iniziata trent’anni fa, collaborando con inchieste, réportage turistici, interviste, articoli di costume e moda a quotidiani come “Il Messaggero”; “La Repubblica” “Il Tempo”; “Paese Sera”; “Qui Roma” (“La Stampa”) e a settimanali, mensili e periodici di importanza nazionale.
Ha intervistato personaggi del mondo dello spettacolo quali Phil Collins, Eros Ramazzotti, Ornella Muti, Gigi Proietti, Ugo Tognazzi, Oliviero Toscani, Michele Placido, Meryl Streep, Isabella Rossellini, Nancy Brilli, Giorgia, Piero Pelù, Philippe Leroy, Luciano De Crescenzo, Christian De Sica, Isabella Ferrari, Luciana Littizzetto, Michele Cocuzza, Licia Colò, un’infinita serie di scrittori e tanti altri.
Ha redatto articoli per la rivista letteraria “Confini” e curato la redazione di tutte le informative fashion e beauty, nonché i testi di moda e bellezza per la rivista internazionale "Italian Life".
Durante tutta l’attività giornalistica ha pubblicato circa 900 articoli.
Una carriera di inestimabile professionalità quella della scrittrice Minelli, carriera non solo ferma a quanto appena accennato avremmo pagine e pagine da aggiungere per riportarvi quanto ha dato alla letteratura contemporanea, svariati i suoi successi in romanzi, tante le pubblicazioni ritroviamo infatti “C’è odore di cuore”, pubblicato da Giraldi Editore (2007), ha pubblicato il romanzo “Epistolario erotico tra due internauti sconosciuti” per Giovane Holden Editore (Aprile 2012), la silloge di poesie illustrata “I Mestieri delle Gatte-Gattosìe e Miciastrocche” per La Vita Felice Edizioni (Febbraio 2013) e il libro “Femmine che mai vorreste come amiche” per La Vita Felice Edizioni (Marzo 2014).
Nel Febbraio 2012 alcuni suoi “Drabbles” (mini racconti di 100 parole esatte) sono stati pubblicati nell’antologia “The EroticDrabbles”, Damster Editore.
Sta lavorando ad un terzo romanzo che racconta la storia di fuga di una ragazzina, sullo sfondo della guerra dei Balcani. E’ stata vincitrice con il racconto “Ricci di testa e ricci di mare” dell’edizione 2009 del Premio Internazionale di Narrativa e Poesia “Città di Campi Bisenzio”.
Onorato di averla oggi ospite ad Ego Magazine, lieto di aver avuto il suo assenso per rilasciare questa intervista.

- Salve Manuela, una biografia veramente ricchissima, la trovo un vulcano di energia positiva che lascia un piacevole retrogusto di armonia per il variegato di colori della sua professione, la prima domanda che voglio porle è quando Manuela Minelli ha chiaro di ciò che vuole essere nel tempo, e soprattutto come e dove ha vissuto la sua adolescenza?
In realtà non che io abbia granché chiaro cosa voglia essere nel tempo. Diciamo che nasco come giornalista, ma poi è capitato che mi sia ritrovata anche scrittrice. I percorsi della Vita sono assolutamente imprevedibili.  Se parliamo di tempo futuro, anche lontano, mi piace pensare che oltre a due figli e tanti ricordi belli e buoni (speriamo almeno…) di me, lascerò anche dei libri. Chissà che qualcuno, tra cento anni, rovistando magari in una di quelle antiche librerie (ma ce ne saranno ancora tra cento anni? O saranno sostituite da mega shopping center futuristici dove i libri si leggono su schermi aerei inconsistenti e galleggianti nell’aria?) quelle dove si  nascondono piccoli tesori letterari dimenticati, dove puoi trovare quel libro di un’edizione ormai introvabile, quel qualcuno dicevo, possa trovare uno dei miei libri, e soffiando via la polvere dalla copertina, cominci a sfogliarlo, poi a leggerlo. Questa è la mia personale visione di immortalità.
La mia infanzia e  adolescenza l’ho vissute ad Ostia, il più bel quartiere di Roma, di fronte al mare, con la più grande pineta d’Europa alle spalle, quella di Castelfusano, dove, quando ancora  termini come ecologia, ambiente, passeggiate naturalistiche erano concetti astratti, i miei genitori mi portavano a giocare, passeggiare, andare in bicicletta, raccogliere pinoli, cercare funghi, asparagi e pungitopo per Natale. Sono cresciuta con la passione per il mare, che poi mi ha portato a cercarlo sempre, in Italia e nel mondo, e per le passeggiate nella Natura. Poi la passione per la danza, per la moda, per il cinema, le comitive, tanti amici, insomma per rispondere alla domanda, un’adolescenza spensierata in compagnia di tanti amici, di cui molti sono gli stessi di oggi.

Quanto ha aiutato la sua determinazione per gli obbiettivi raggiunti?
Fondamentalmente sono una tipa abbastanza incostante eppure, se credo fermamente in qualcosa, divento tenace e non mi arrendo finché  non le ho provate tutte (le case editrici, nel caso specifico) e non ho avuto la risposta che volevo. Purtroppo - ma di questi tempi anche per fortuna - non faccio solo la scrittrice, perché si sa che solo con la scrittura non ci si mangia, così la  determinazione mi ha portata a pubblicare solo dopo diversi anni che i libri erano ultimati. Cercavo l’editore giusto per le mie storie. Non volevo scendere a compromessi con case editrici a pagamento che spillano cifre assurde e poi non distribuiscono, non avevo fretta, il mio nome stampato l’avevo già visto centinaia di volte sotto gli articoli, non mi interessava quello, sapevo che prima o poi il mio libro l’avrei pubblicato, ma la determinazione mi è servita per trovare case editrici che, pur non essendo multinazionali dell’editoria, hanno pubblicato e distribuito i miei libri in maniera professionale.

Donna in carriera "ieri, oggi e domani" come ha vissuto il suo percorso professionale?
Ahahah…carina questa…non mi sento una donna in carriera, casomai una donna in cOrriera, nel senso, che corro, da sempre. Due lavori, talvolta tre, due figli, gli animali domestici, la casa, gli affetti, gli amici, lo sport e bisogna correre per incastrare tutte le cose della Vita. Sperando che non ci siano intoppi e imprevisti che rallentano la corsa oltretutto. La priorità sono stati sempre i miei figli, tutto il resto arrivava dopo, ma volevo comunque farcelo stare. Da qui le corse. Ma questo è mal comune del 98% del genere femminile. Tutti e quattro i miei libri parlano di questo. Non voglio fare la femminista, ma ancora oggi quello che la società richiede ad una donna, mamma, lavoratrice non lo richiede ad un uomo che, per tradizione e cultura, soprattutto italiane, è molto più libero di correre appresso alla carriera. E casomai raggiungere posizioni di rilievo. Anni fa questa cosa mi faceva imbestialire, oggi, con la maturità e i figli che hanno trovato la loro strada, mi costringo (perché quando una si è abituata e ne ha fato uno stile di vita, è pure diffcile) a rallentare i ritmi. Medito, pratico yoga, ho capito che talvolta per arrivare da qualche parte bisogna prima fermarsi.

- Quanto di lei è mutato nella sua arte dalla pubblicazione di "C'è odore di cuore" a "Femmine che mai vorreste come amiche"?
Questo non devo dirlo io. Ma all’esordio del mio ultimo libro, la relatrice Cinzia Marulli, poetessa e curatrice di collane editoriali, una professionista della Cultura, ha affermato che nelle mie pubblicazioni è evidente un’evoluzione, importante e positiva, del linguaggio, della costruzione letteraria, dell’introspezione psicologica, c’è un uso della lingua innovativo, paragonando lo stile di questo mio ultimo libro di racconti “Femmine che mai vorreste come amiche” a quello di Ettore Smith, Italo Svevo, addirittura ad Alice Munro, Premio Nobel per la Letteratura dello scorso anno. Io sono rimasta basita, lusingata e ovviamente la cosa mi ha fatto un piacere enorme, facendo impennare la mia autostima che spesso è latitante.

- Donna e Femmina, qual' è la differenza e se c'è, quale delle due prevale oggi?
Certo che c’è la differenza. La Donna è la Femmina dell’essere umano, mentre la Femmina è il genere femminile nel regno animale, ma anche vegetale. In tal senso la Femmina è più selvaggia, più animale, anche più istintiva di una Donna. Il discorso sarebbe ampio. Donna dal latino Domina, ovvero Signora. Ma poi si parla di Femmine Dominatrici, e Donne Femminili. Il termine Femmina richiama alla sessualità, alla parte istintiva, animale, che è in ogni essere di sesso femminile. E non sarebbe diversa la differenza tra Uomo e Maschio. Ma Femmina non è solo sensualità, bensì anche la difesa della prole, del cibo, del territorio. E gentilezza, delicatezza, propensione alla cura, soavità della voce, degli atteggiamenti. I comportamenti della Donna e della Femmina sono diversi, ma coesistono, non si è mai solo l’una o l’altra. Questa nostra società perbenista ci vuole Donne, ma è di vitale importanza salvaguardare la parte femminile, per fortuna ogni essere è un misto di entrambe le parti, quella primordiale e quella smussata dalla società. In ogni Donna c’è una Femmina e viceversa. E anche in ogni uomo, c’è la parte femminile, che spesso è quella di cui noi donne ci innamoriamo, mentre tanti uomini tendono a nasconderla temendo di sembrare appunto, poco maschi. In definitiva la cosa straordinaria è che ogni essere umano ha tante e tante sfaccettature, per fortuna! Altrimenti saremmo tutti uguali, sai che noia!
Quale delle due prevale oggi? Abbiamo appena detto che ognuno è diverso, in alcuni esseri umani prevale più la femmina, fatalona, ammiccante, ammaliatrice, se si arrabbia diventa un’erinni. In altre la Donna, elegante, un po’ algida, che tiene sopita la sua parte femminile perché “non sta bene” mostrarla.
Le protagoniste di questo mio ultimo libro sono Femmine e non Donne, proprio per i suddetti motivi.

- "Femmine che mai vorreste come amiche" il suo ultimo libro, una raccolta di racconti che già dal titolo trovo originale, vuole parlarcene? Cosa denunciano le pagine di questo libro, cosa devono aspettarsi i lettori che si accingono alla lettura?
Non è un libro di denuncia a meno che non vogliamo denunciare o meglio enunciare che dietro ogni criminale c’è una storia di vita. Le femmine dei miei racconti, non uccidono né si autopuniscono a caso. Si difendono, sono vittime prima che carnefici. Ma questo NON vuole certo essere un incitamento alla violenza. Sono solo storie, talvolta surreali, è un po’ un guardare cosa c’è dietro ad un crimine, ad una storia di anoressia o di follia. Lo spunto nasce dalla drammatica serie di crimini contro le donne (troppo abusato il termine femminicidi). Sintetizzando direi che questo libro è una vendetta letteraria. Piacerà, credo, agli amanti del thriller psicologico e a coloro che vogliono andare oltre al fatto nudo e crudo. Raccontato così poi sembra qualcosa di terrificante, ma c’è anche una buona dose di ironia, perché c’è sempre un rovescio della medaglia e perché sentivo l’esigenza di sdrammatizzare.

- Mi dia tre aggettivi e per ognuno associ una delle sue esperienze nella letteratura contemporanea.
Evocativo, Psicologico, Ironico. Però non ho capito se devo associarli a libri letti o a quelli scritti.
Attendo precisazione. Se no possiamo anche bypassare la domanda.

- Bene Manuela siamo giunti al termine di questo nostro incontro, è mia abitudine chiedere un omaggio ai lettori dagli ospiti del mio "salotto letterario" su Scritturati, nel salutarla e ringraziarla ancora una volta per la sua disponibilità, le chiedo proprio questo: cosa lascia ai nostri lettori?
Sono io che ringrazio “Scritturati” per avermi dato l’opportunità di un’intervista così approfondita. Ai lettori, ed anche a coloro che leggeranno “Femmine che mai vorreste come amiche”, voglio lasciare una piccola storia zen, che tanto mi piace e che offre un interessante spunto di meditazione. Questa: 

C'era una volta un ragazzo dal carattere molto difficile.
Si accendeva facilmente, era rissoso e attaccabrighe.
Un giorno suo padre gli consegnò un sacchetto di chiodi, invitandolo a piantare un chiodo nella palizzata che recintava il loro cortile tutte le volte che si arrabbiava con qualcuno.
Il primo giorno, il ragazzo piantò trentotto chiodi.
Con il passare del tempo, comprese che era più facile controllare la sua ira che piantare chiodi e, parecchie settimane dopo, una sera, disse a suo padre che quel giorno non si era arrabbiato con nessuno.
Il padre gli disse: "È molto bello. Adesso togli dalla palizzata un chiodo per ogni giorno in cui non ti arrabbi con nessuno".
Dopo un po' di tempo, il ragazzo poté dire a suo padre che aveva tolto tutti i chiodi.
Il padre allora lo prese per mano, lo condusse di fronte alla palizzata e gli disse: "Figlio mio, questo è molto bello, però guarda, la palizzata è piena di buchi. Il legno non sarà mai più come prima. Quando dici qualcosa mentre sei in preda all'ira, provochi nelle persone a cui vuoi bene ferite simili a questi buchi. E per quante volte tu chieda scusa, le ferite rimangono".


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