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venerdì 9 gennaio 2015

SABRINA LONGARI ce la presenta IL MANIFESTO - l'intervista a cura di Vincenzo Monfregola

INCONTRO CON SABRINA LONGARI
a cura di Vincenzo Monfregola

Questa volta a "Scritturati" c'è Sabrina Longari un'autrice carnale, passionale, i suoi versi urlano di ardore per l'amore, per la vita, 
per essere innamorata nella vita di quel tutto che può sembrar solo "tanto".

Ecco come si presenta Sabrina Longari

"Quarantuno anni e la parola che m’accompagna da trentacinque. Non ricordo un giorno della mia vita in cui non abbia preso in mano una penna, per pensare, per scarabocchiare, per fissare un ricordo, per descrivere una speranza, per respirare un amore o per reinventarmi. 
Scrivere è sempre stata l’ancóra, il navigare calmo o tumultuoso e l’approdo. 
La Poesia: una compagna; la malinconia: il colore che do alle parole; la speranza: l’inchiostro d’anima che segna pagine bianche; la carne: il verso fuori da ogni forma.

Mutamenti, lutti, affetti, difetti, desideri e soprattutto quel cercarmi profondo, quel precipitare a l’interno di me, per prendere coscienza delle cose, della vita e della straordinaria capacità che ha l’essere umano di sopravvivere a tutto, fuorché all’assenza di sé.

Questa sono io, questa la mia scrittura. Una cura, ma anche – e soprattutto – il desiderio di arrivare a l’altro, di costruire un ponte tra le anime, per ritrovarci, per ritrovarmi, per ricominciare da ogni sconfitta che l’esistere riserva. 
E amare l'amore, scrivendolo ogni giorno."


Ciao Sabrina, sono veramente compiaciuto di averti ospite a "Scritturati" quindi benvenuta, inizio subito con chiederti ti ritrovi al timone o sei al faro quando poeti?
Ciao Vincenzo. Grazie per la tua disponibilità a conoscermi. Allora: né l’una, né l’altra cosa. Io sono nell’acqua e mi lascio scorrere. Essere al timone prevede un controllo sul fluire degli scafi, essere al faro, un’immobilità che non mi appartiene. Io quando scrivo lascio dilagare tutto quello che ho in me, i miei moti di giubilo, come quelli di dolore. Galleggio, poi annaspo, batto sugli scogli e mi calmo sul bagnasciuga. Ecco, quando scrivo mi sento esattamente così. Liquida. E’ come se mi sciogliessi per tornare alla terra nel suo elemento vitale, immergendomi nelle cose e in me stessa, fuoriuscendo infine dal corpo per finire sulla carta a cui affido ogni goccia di quello che sono. E’ entusiasmante e terribile, allo stesso tempo.

A piedi nudi, contatto con la sabbia. Al tramonto o all'alba? La tua risposta in versi come sarebbe?

“Mi sfinì il tuo sale

 sulle dune accecate
 in riva al turbamento
 e lo scoglio testimone
 la sabbia fine
 incidere la pelle
 nel passo ruvido del mare”

Sabrina Longari ha un rapporto carnale, oserei dire passionale con i versi, volendo scegliere una seta pregiata per le tue parole, di che colore sarebbe e perchè?
Assolutamente rossa, Vincenzo. Rossa come rosso è il sangue senza il quale non potremmo vivere, come lo è un tramonto in quei giorni d’estate dove se guardi il cielo pensi all’assenza delle tempeste o come il vestito che indosserei per incontrare un grande amore. Un rosso che non è volgarità o ostentazione, ma soprattutto intensità, potenza del colore, calore, atmosfera.


Poetessa di fuoco e passione oppure olio di essenze profumate e seduzione?
Mi piace più pensare alla seduzione, all’odore che certe parole sanno scatenarti nella mente. Sì, un po’ come l’odore degli oli essenziali, di cui basta una goccia, ma l’intensità è pari a quella di un’intera bottiglietta di profumo. Per questo, forse, amo la Poesia. Non servono tante parole, semmai le parole giuste che sappiano aprire voragini, scatenare l’immaginazione, concupire il pensiero e sedurlo, per poi renderlo consapevole della sua potenza. Sentire, sentirsi. Mostrarsi interamente, anche nelle fragilità, nei respiri e nei brividi.

Leggendo alcuni dei tuoi versi ho notato che riesci in qualche modo a sedurre il lettore, è un atteggiamento voluto e provocatorio o completamente disinteressato e quindi estraniato dal fatto che ci sia un ipotetico lettore?

Scrivere è un bisogno che nasce dal profondo di me, e forse il saper sedurre che tu mi riconosci è semplicemente il sapermi mostrare sincera fino al midollo. Il sapermi mettere a nudo, anche crudamente. Non riuscirei a provocare in modo voluto, non nella poesia, perché questo preverrebbe un calcolo, una sorta di ricerca d’effetto che non si sposa con il mio sentirmi nell’acqua e lasciarmi scorrere. Sono così. Sento così. Riporto quel che sento sulla carta, a prescindere da chiunque, spesso anche da me stessa. Riconosco una mancanza di ‘studio’ in questo mio modo di finire nel verso, un’assenza di cura delle forme, ma sinceramente la cosa che a me interessa è comunicare un’emozione, la mia emozione in relazione alle cose del mondo, dei sentimenti di una donna che è simile a tante donne. Quando scrivo non so mai dove finirà quel che ho iniziato. Mi lascio trasportare dalle parole e dai miei ammutinamenti emotivi. E’ come una liberazione che mi lascia stordita e da cui traggo forza. La forza di continuare la ricerca di una piccola felicità.

Quali i tuoi prossimi obiettivi, c'è già un progetto in corso?
Non ho degli obiettivi precisi, non legati alla scrittura. Credo sia impossibile averne se si segue il flusso delle cose e poi la parola ‘obiettivo’ mi da l’idea della fine di qualcosa, di un mettere il punto. Ho dei progetti, la voglia di continuare quella ricerca di me attraverso la parola e comunicare al mondo il mio esserci, il mio voler partecipare alla vita con quello che più amo. Come sai appartengo alla base del Manifesto – The fucker of soul generation – al seguito di Pablo T e del suo ‘Scopatore di anime’ – libro che ha dato il via a questo movimento culturale in cui credo profondamente. Il progetto è quello di portare l’arte tra la gente, di restituirla al suo valore fondamentale di comunicazione e liberarla da un nepotismo che per troppo tempo l’ha negata alle masse, a quell’umanità palpitante e sincera che, anche senza titoli accademici o competenze specifiche, ha comunque tutto il diritto di fruirne e goderne. Per elevarsi, per intrattenersi, per uscire dallo stato di ‘povero di spirito’ che tanto mi avvilisce. Presto uscirà anche la mia prima silloge, edita dalla David and Matthaus. Un altro progetto – e non un obiettivo -, che per me segna un altro inizio e quello scorrere di cui ti parlavo.


"Per quello che ho letto di Sabrina sulla pagina Ombre Rosse posso dire che è un'autrice di carattere, poesie determinate e che mai oscillano sulla traiettoria voluta. 

Una vera omicida delle emozioni mediocri, i suoi scritti respirano solo di forte."



Noi siamo arrivati al termine di questa intervista e nel ringraziarti nuovamente per averci concesso il piacere di raccontarti, come mio solito, ti chiedo un omaggio per i lettori di "Scritturati", con cosa ci saluti?
Grazie Vincenzo, è stato un piacere. Per salutarti e salutare i tuoi lettori, vorrei regalarti le parole di una poetessa che amo profondamente, parole che risalgono a una lettera del 1927 e che sento profondamente:











“Non so se sono stata donna, 
non so se sono stata spirito, 
sono stata amore”

Sibilla Aleramo.












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