IMPIEGO NEL FUTURO PROSSIMO?
UTOPIA,
SARANNO LE MACCHINE A SVOLGERLO.
SARANNO LE MACCHINE A SVOLGERLO.
a cura di Lorenzo Carbone
E'
innegabile che la società sta avanzando a livello tecnologico a dei ritmi che
fino a venti anni fa non erano nemmeno immaginabili. La predizione attuale di un giovane ricercatore di nome Federico
Pistono, CEO di un azienda che si occupa di educazione attraverso la tecnologia
è che nei prossimi 20 anni oltre il 47% dei lavori in Europa e negli Stati
Uniti saranno svolti da delle macchine. Se si seguono fedelmente i numeri di
questa predizione in venti anni ci troveremmo di fronte a uno scenario
catastrofico in cui quasi una persona su due sarebbe senza lavoro.
Possiamo quindi dedurre che l'avanzamento
tecnologico sia qualcosa di negativo considerato gli effetti sta avendo e che
avrebbe sul mercato del lavoro? Secondo Pistono è necessario ridiscutere
completamente il contratto sociale che c'è tra il cittadino e lo stato
prendendo in considerazione la possibilità di un reddito universale che sia
garantito a tutti a prescindere dal fatto che si lavori o meno. Disaccoppiando
il reddito dal lavoro si redifinirebbe completamente la struttura della nostra
società fondata sul lavoro che non è in grado di rispettare il diritto
all'esistenza a una certa percentuale di persone che si vedono escluse dalla
possibilità di vivere dignitosamente. Pistono quindi immagina un mondo in cui
non sia necessario lavorare per vivere in cui le persone avrebbero più tempo da
dedicare a se stesse e ai propri cari e in cui la qualità della vita
aumenterebbe proporzionalmente al numero di ore della giornata che si avrebbero
per la prima volta a disposizione. Il sistema capitalistico nel quale
attualmente viviamo è basato sulla crescita infinita e sul consumo ignorando
completamente il fatto che viviamo in un pianeta con risorse finite motivo per
cui l'Earth overshoot day, il giorno in cui la terra esaurisce il suo budget
ecologico e finisce in debito è sempre più presto durante l'anno(nel 2015 è
stato il 13 agosto).
C'è da chiedersi se in un mondo
in cui l'1% della popolazione possiederà nel 2016 più del 50% della ricchezza
mondiale (secondo Oxfam) le grandi corporazioni saranno disposte a condividere
i profitti fatti attraverso la produzione di beni che richiede sempre meno la
presenza di esseri umani. E' infatti Steven Hawking che recentemente ha
affermato che non dovremmo aver paura dei robot ma del capitalismo. Secondo
Hawking le macchine produrranno tutto ciò di cui avremo bisogno e quindi la
grande partita che bisognerà giocare sarà quella della ridistribuzione della
ricchezza. Sicuramente non saranno le grandi corporazioni e i supericchi a fare
il primo passo verso questo cambio di paradigma sociale quindi dovrà essere il
cosiddetto 99% a ingegnarsi attraverso una partecipazione politica attiva e
attraverso una profonda presa di coscienza per poter farsi che il mondo in cui
vivremo sarà utopico piuttosto che distopico.
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