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lunedì 26 ottobre 2015

Ci stiamo avviando verso la fine del lavoro come finora lo conoscevamo?


IMPIEGO NEL FUTURO PROSSIMO?
UTOPIA, 
SARANNO LE MACCHINE A SVOLGERLO.
a cura di Lorenzo Carbone


E' innegabile che la società sta avanzando a livello tecnologico a dei ritmi che fino a venti anni fa non erano nemmeno immaginabili. La predizione attuale  di un giovane ricercatore di nome Federico Pistono, CEO di un azienda che si occupa di educazione attraverso la tecnologia è che nei prossimi 20 anni oltre il 47% dei lavori in Europa e negli Stati Uniti saranno svolti da delle macchine. Se si seguono fedelmente i numeri di questa predizione in venti anni ci troveremmo di fronte a uno scenario catastrofico in cui quasi una persona su due sarebbe senza lavoro. 

Possiamo quindi dedurre che l'avanzamento tecnologico sia qualcosa di negativo considerato gli effetti sta avendo e che avrebbe sul mercato del lavoro? Secondo Pistono è necessario ridiscutere completamente il contratto sociale che c'è tra il cittadino e lo stato prendendo in considerazione la possibilità di un reddito universale che sia garantito a tutti a prescindere dal fatto che si lavori o meno. Disaccoppiando il reddito dal lavoro si redifinirebbe completamente la struttura della nostra società fondata sul lavoro che non è in grado di rispettare il diritto all'esistenza a una certa percentuale di persone che si vedono escluse dalla possibilità di vivere dignitosamente. Pistono quindi immagina un mondo in cui non sia necessario lavorare per vivere in cui le persone avrebbero più tempo da dedicare a se stesse e ai propri cari e in cui la qualità della vita aumenterebbe proporzionalmente al numero di ore della giornata che si avrebbero per la prima volta a disposizione. Il sistema capitalistico nel quale attualmente viviamo è basato sulla crescita infinita e sul consumo ignorando completamente il fatto che viviamo in un pianeta con risorse finite motivo per cui l'Earth overshoot day, il giorno in cui la terra esaurisce il suo budget ecologico e finisce in debito è sempre più presto durante l'anno(nel 2015 è stato il 13 agosto).

C'è da chiedersi se in un mondo in cui l'1% della popolazione possiederà nel 2016 più del 50% della ricchezza mondiale (secondo Oxfam) le grandi corporazioni saranno disposte a condividere i profitti fatti attraverso la produzione di beni che richiede sempre meno la presenza di esseri umani. E' infatti Steven Hawking che recentemente ha affermato che non dovremmo aver paura dei robot ma del capitalismo. Secondo Hawking le macchine produrranno tutto ciò di cui avremo bisogno e quindi la grande partita che bisognerà giocare sarà quella della ridistribuzione della ricchezza. Sicuramente non saranno le grandi corporazioni e i supericchi a fare il primo passo verso questo cambio di paradigma sociale quindi dovrà essere il cosiddetto 99% a ingegnarsi attraverso una partecipazione politica attiva e attraverso una profonda presa di coscienza per poter farsi che il mondo in cui vivremo sarà utopico piuttosto che distopico. 



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