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sabato 12 novembre 2016

"Monologo di un abbandono" - l'esordio di ROSA MANCINI

LA COESIONE PERFETTA
a cura di Vincenzo Monfregola

Rosa Mancini 
Presidente dell'Associazione Culturale Poesie Metropolitane e ora anche autrice di "Monologo di un abbandono". Decisamente arte mi verrebbe da dire in modo diretto, ma di cosa veste l'anima della Rosa di tutti i giorni? 
Buongiorno a tutti “Poesie Metropolitane” così come “Monologo di un abbandono” hanno un comune denominatore che si chiama  “credere in qualcosa e metterci l’anima... non vestirla, io ci metto l'anima e il cuore”. In questi due progetti sono le emozioni ad essere protagoniste. Poesie Metropolitane vede la condivisione di un’idea e di un progetto culturale che ha preso forma e continuerà a farlo, in meno di un anno grazie all’anima anche di altre persone: Alessandro Tolino, Mariaconcetta Dragonetto e Paola Capocelli. Bisogna credere in se stessi e nei propri sogni.
Poesie Metropolitane rivoluziona il poetare rispecchiando soprattutto le esigenze della nuova generazione, i social e i magneti. Quanto credi possa avvicinare i lettori alla poesia, un'arte quasi condannata dal tempo.
Poesie Metropolitane rispecchia l’esigenza di esprimersi ed emozionare. Il genere proposto è lontano dal tradizionale genere poetico è spoglio da convenzioni, vincoli,  retorica e canoni classici della poesia… utilizziamo la pagina facebook per una questione sociologica più che poetica, avvicinandoci si alle esigenze della nuova generazione, sul social impazza la tendenza di scrivere anche brevi stati: romantici, tristi, nostalgici perché le persone hanno voglia di buttare fuori le loro emozioni e i loro pensieri. 
Il social si fonda su una logica: la condivisione e noi stiamo cercando di seguire questa nuova ondata sociologica, mantenendo i valori di una volta, la cultura che abbatte ogni barriera e convinzione ma allo stesso tempo vestendoci di modernità e attualità.
Spesso le emozioni rimangono chiuse in qualche posto della nostra anima e si preservano per paura di essere giudicati o per stereotipi sociali, rimangono anonimi perché le persone, in generale hanno paura di se stesse e di emozionarsi, il nostro scopo è quello di valorizzare e diffondere la “poesia metropolitana” e le loro emozioni cercando di “rendere viva la sensazione di poter credere in se stessi e nel valore dei nostri sogni”.
La vicinanza del lettore al nostro progetto non è altro che la partecipazione e la fruizione dei contenuti attraverso i nostri eventi, perché è li che “poesie metropolitane” porta la poesia, la recita, la canta la dipinge e il lettore viene coinvolto in un posto tradizionale: come un ristorante, un teatro, una semplice passeggiata in una piazza, con un’aggiunta : la fruizione di qualcosa di innovativo: Poesia è sociale emozione è condivisione.

Poesie Metropolitane è un'associazione che va un po' controcorrente, propone la poesia in un'epoca distratta e abbatte la rigidità dell'editoria, soprattutto annienta quelle a pagamento. In che modo riuscite a farlo?
Il nostro progetto ha lo scopo di valorizzare l’autore metropolitano., abbattiamo la rigidità editoriale perché il nostro genere è un genere che non esiste: poesia spoglia da regole stilistiche e vincoli del tradizionale e portata nel sociale. Pensiamo che chiedere all’autore di pagare la sua opera sia come dire “Ciao ho letto la tua poesia o il tuo libro anche se a me non piace te la pubblico ugualmente perché siamo in crisi e abbiamo bisogno di soldi e te le chiedo a te autore perché mi hai chiesto tu di pubblicare qualcosa di tuo” nulla di più errato.
Inutile dire che l’editoria non sia in crisi, la crisi esiste ed è tangibile ma quando si parla di “scrittura” al di la dei corsi e della cultura verso questo genere, si parla di “emozioni” e l’emozione non può essere a pagamento, certo è sicuramente lecito richiedere contribuiti per una gara creativa, ci sono sicuramente dei costi da affrontare e sostenere, ma un concorso e una gara è una cosa ben diversa da richiedere a chi partecipa soldi per la realizzazione grafica, del libro, e della copertina. Penso che bisognerebbe creare valide alternative al mondo editoriale, cercando di ideare qualcosa di diverso che possa essere a passo con i tempi e allo stesso tempo mantenere i valori di una volta. Non è facile ma noi ci stiamo provando.
Ci aiuta la follia e un pizzico di presunzione, poi se non ci riusciamo almeno ci abbiamo provato.  Noi raccogliamo poesie inedite tutti i giorni, creiamo dei Post personalizzati per i nostri autori che possono condividerli sulla loro bacheca, creiamo costantemente delle gare creative per valorizzarli e valorizzare il posto che ci ospita, tentiamo di dare visibilità anche agli altri generi artistici, provando a creare una simbiosi tra poesia inedita e metropolitana con altri generi artistici. Siamo solo all’inizio, la strada è lunga ne siamo consapevoli.

Il grande esordio: Monologo di un abbandono, perché questo titolo?
Monologo di un abbandono è un romanzo che ho scritto in un anno Si ispira ad una mia storia passata ad una forte delusione. Il titolo di questo mio piccolo grande traguardo, tende a sottolineare due punti di vista completamente diversi al termine di una relazione. Il primo che lascia qualcuno, e il secondo che vorrebbe ritornare sui suoi passi e non riesce a fare niente di concreto per cambiare la situazione, probabilmente peggiora ancora più le cose, cosi che in preda alla sofferenza e alla disperazione, inizia a scrivere e utilizza la scrittura come medicina naturale per riappropriarsi del valore di se stessa, una sorta di rivincita. Mentre scrive si rende conto di aver parlato e scritto da sola ma allo stesso tempo, riesce a colmare quel vuoto e quella profonda ferita del passato: “Monologo di un abbandono”: L’amore è un motore sempre acceso…

Quali tra le stagioni può essere accostata all'anima del tuo libro?
La stagione per questo mio libro si chiama Inverno: mi piace pensare che il libro che ho scritto sia il prodotto di una caduta su una lastra di ghiaccio, dalle cadute ci si rialza. Ho provato a mettermi in gioco e a credere in chi sono. La mia anima era vuota e le mie emozioni ferite ed io sono guarita attraverso il libro..Poi è arrivata l’estate.

Dalla poesia al romanzare, quali sono le differenze che hai avvertito sin dall'approccio della stesura?
Non ho mai scritto un romanzo, l’amore per la scrittura e la poesia nasce da quando ero piccola, grazie a mio nonno Quirino Mancini scrittore e Cavaliere del lavoro e mio Zio Lorenzo Barbieri, poeta e scrittore, grazie alla mia famiglia e a diverse presenze artistiche che sicuramente hanno influenzato il mio percorso. La scrittura è entrata nella mia vita come qualcosa di innato e improvviso e rimane per me la mia fedele compagna di vita.
Conosco poco di metrica, retorica e altri vincoli stilistici legati alla poesia, eppure quando scrivevo e quando scrivo mi sento in un’altra dimensione solo mia, come in un incantesimo e lo faccio in maniera naturale. Sono un autodidatta forse o sono una folle….ma io amo scrivere e le parole scritte sono tutto quello che mi rendono me..è straordinario.
Monologo di un abbandono nasce per mezzo di una raccolta di poesie, in quel periodo chiamato “Inverno” iniziai a scrivere e scrivere e scrivere e alla fine avevo scritto in pochi mesi circa 40 poesie. Ma avevo ancora voglia di scrivere, quindi ho iniziato a raccontare la mia storia, abbinando ogni poesia che avevo realizzato a qualcosa che sentivo di dover dire. Per la prima volta ho fatto un lavoro razionale e tecnico sul mio lavoro, escludendo una poesia a discapito di un’altra, correggendola e analizzando quello che avevo scritto, cancellandolo, riscrivendolo e niente…Monologo di un abbandono.

Quali i tuoi prossimi obiettivi?
L’obiettivo è quello di continuare a sognare. Per quanto concerne poesie metropolitane a breve uscirà il sito internet e abbiamo diversi progetti in cantiere con Grandi Case editrici per quanto concerne il mio libro, sono solo all’inizio e vorrei restare con i piedi per terra ma c’è qualcosa che mi spinge a credere che bisogna metterci l’anima nelle cose e nei propri sogni. Ci sto provando

Ringraziandoti per il tempo che ci hai dedicato e salutandoti, ti chiedo un omaggio per i lettori del nostro salotto letterario. Cosa ci lasci?
A tutti i lettori di Scritturati PuntoCom credete nei vostri sogni…sempre






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