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venerdì 29 novembre 2013

Abbiamo conosciuto il suo stile con la recensione al suo edito "Pezzi di ricambio", ospite a "scritturati" Cinzia Doti - l'intervista a cura di Ivan Caldarese

INCONTRO CON CINZIA DOTI
a cura di Ivan Caldarese

Cinzia Doti ospite a "scritturati", si laurea in lingue e letterature straniere e collabora, come stagista, nella redazione di Mondatori Editore per due riviste. 

Esordisce pubblicando "Pezzi di ricambio" che diventa sin da subito di interesse collettivo.


Ciao Cinzia e grazie per aver accettato di raccontarti a noi, inizio subito col chiederti: Cinzia Doti, chi è? Parlaci un po di te. 
Parlare di sé è una cosa molto complicata, si rischia di essere o estremamente banali o dei narcisisti. Posso dirti che sono una traduttrice e che la mia grande passione da sempre sono stati i libri. Qualche anno fa, quando stavo aspettando mia figlia, ho deciso di mettermi a scrivere una storia che avevo in testa da tempo.
Ho letto il tuo libro "Pezzi di ricambio", vuoi parlarcene?
Non si può raccontare un libro se non rovinandolo.
Vi posso dire che sono partita da alcune riflessioni: fino a che punto una persona può spingersi per ottenere ciò che vuole? Esistono dei limiti di fronte ai quali è necessario fermarsi o il proprio egoismo può passare sopra tutto e tutti? Esiste un diritto alla felicità? 
Non vorrei però che pensaste che il mio libro sia un trattato morale che parte da una tesi e la applica come se fosse un piccolo catechismo anzi, è un semplice diario, un flusso di pensieri che mostra uno spaccato di vita e che lascia al lettore lo spazio libero di interrogarsi.
Da questo assunto ho cercato di raccontare una storia che narrasse la vicenda di una famiglia disfunzionale nella quale il padre, un essere abbietto e senza coscienza, trovatosi difronte a un serio problema di salute non si pone alcuno scrupolo nel chiedere ai propri figli di donargli un rene.

È una sorta di analisi del libero arbitrio. Per il padre il libero arbitrio consiste nel fare tutto senza vincoli, senza remore morali o etiche. La madre vive il libero arbitrio come profondamente condizionato da usi, da definizioni e non ha spazi di movimento. Pier, il protagonista narrante della storia, completamente annientato nel ruolo di figlio che diventa suo malgrado genitore dei propri genitori, inizialmente si sente fortemente condizionato dalla vita, dalle persone e dalle situazioni ma poi scoprirà un proprio spazio di libertà. Il libero arbitrio sta nella capacità quasi infinita di ricominciare se si accetta di affrontare una vita in cui i pezzi del puzzle a volte possono anche mancare. Pier è libero perché sa ricominciare.
Il testo incomincia con una premessa "non so" e il protagonista si interrogherà su quale sia l'arte di vivere: forse è l'arte di annullare gli altri oppure è l'arte di annullarsi per gli altri?

Quando scrivi a cosa ti ispiri?
La realtà è una gran fonte di ispirazione, mi piace osservare le persone e poi sono una grande ascoltatrice. La storia che narro in questo romanzo è di pura finzione eppure alcune caratteristiche dei personaggi mi sono state ispirate da persone che ho incontrato.

Cos'è per te il mondo editoriale?
Sfortunatamente è un mondo chiuso che non da spazio ai nuovi autori, agli emergenti, a chi ha un progetto. Mi auguro solo che le cose possano cambiare presto.

Progetti per il futuro?
Ho in mente una storia ma in questo momento mia figlia sta monopolizzando ogni istante, perciò rimarrà solo un progetto.

Siamo arrivati al termine del nostro incontro Cinzia, è nostra abitudine omaggiare i lettori con un regalo dell'autore, tu cosa ci lasci?
Vi lascerò la premessa del mio romanzo
"Non so perché un giorno, l’esistenza pacifica e lineare di qualcuno, debba essere sconvolta irrimediabilmente da quello che molti chiamano destino, karma, o pura sfortuna. Ho avuto del tempo per pensarci bene e non sono giunto a nessuna conclusione degna di rilievo, ma ho capito che quando vieni colpito tutte le palle sul libero arbitrio sono false, non puoi far quasi nulla, devi aspettare che il ciclone che si è abbattuto sulla tua vita passi e raccogliere i cocci. Ricominciare. Anche solo mettendo in ordine i brandelli di quella che fino a poco prima era la tua vita e che ora riconosci a stento. Ricomporre il puzzle… malgrado manchino parecchie tessere."


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