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venerdì 29 novembre 2013

Andrea Pergolini si racconta a "scritturati" - l'intervista a cura di Cristina Biolcati

INCONTRO CON ANDREA PERGOLINI
a cura di Cristina Biolcati

"Scritturati" presenta Andrea Pergolini, autore della silloge poetica "Cristalli di cenere", edita da Opera Uno ed uscita proprio in questi giorni. Oltre che scrittore, Andrea nella vita è un insegnante di materie umanistiche. Nel 2011 ha pubblicato la prima raccolta di poesie dal titolo "Fiori dell'essere" con Aletti Editore. Andrea Pergolini è uno dei tre vincitori del Concorso per una recensione al racconto "L'ombra di Luca", organizzato dalla sottoscritta e conclusosi il 20 novembre scorso. Andiamo subito ad intervistarlo.

Benvenuto Andrea e grazie per averci concesso un po' del tuo tempo. Come dicevamo, tu sei un insegnante. Come e quando nasce l'esigenza di scrivere poesie?
L'esigenza di scrivere poesie è nata nell'età adolescenziale, soprattutto nei momenti di incertezza, di scambi di affetto o di sensazione di solitudine. All' inizio le mie poesie descrivevano soprattutto desideri d' amore, felicità o delusioni ricevute; spesso la poesia era un’ esigenza quasi terapeutica, che placava i miei sentimenti negativi o enfatizzava la gioia di alcuni momenti liberatori, caratteristici dell’energia e dell’estasi giovanile. Soltanto in un secondo momento sono riuscito a universalizzare di più il mio messaggio e le mie riflessioni in modo più maturo.

"Cristalli di cenere", la tua nuova raccolta poetica, si è classificata al secondo posto nella sezione Poesia del Concorso letterario "Protagonisti" 2012, e ha vinto la pubblicazione in ebook. Che ricordi hai di quei giorni, quando hai saputo di avere vinto una cosa così importante?
Sono stato molto contento di partecipare a questo concorso e di ricevere come  gradito premio la pubblicazione gratuita del mio ebook. Negli ultimi anni ho letto molti autori della poesia moderna e contemporanea e ho scritto molte poesie; ricevere la notizia di essermi classificato al secondo posto ha premiato, quindi, la mia passione preferita.

In che cosa si caratterizza la poetica di "Cristalli di cenere" rispetto a quella della prima pubblicazione, "Fiori dell'essere"? Quanto è cresciuto il poeta Andrea Pergolini in questo lasso di tempo?
Nelle mie nuove poesie cerco molte volte di sostituire il noi all'io poetico, che è la parte più autentica e intima, ma anche più debole. Mi sono accorto che il poeta, nella sua luce particolare di descrivere il mondo e le cose, non può non percepire il dolore e la malinconia, perché è consapevole delle lacerazioni e delle fratture incolmabili della società attuale, dove sono propinati come valori il successo economico, l'apparire, la logica dell' individualismo, che in realtà sono solo disvalori. Attraverso la poesia e le riflessioni etiche e civili, più presenti in questa nuova raccolta, cerco parzialmente di sanare questa frattura, facendo comprendere che i sentimenti, la sacralità dell' anima, gli affetti e i ricordi delle persone amate possono essere un grande incoraggiamento dell' esistenza.


Come mai la scelta di questo titolo, "Cristalli di cenere"?
"Cristalli di cenere" vuole riflettere, nel dualismo del titolo, le contraddizioni della realtà attuale e della vita, dove momenti esaltanti e splendidi si alternano quasi sempre a momenti più cupi e negativi, dovuti soprattutto alla percezione del senso della precarietà dell'esistenza e alla mancanza di senso civico comune e etico nella nostra società.  A volte, in alcune poesie, solo l' immaginare la contemplazione dell'azzurro turchese di Dio può essere un conforto.


Quando ho letto la tua ultima silloge, che fra l'altro mi è piaciuta molto, mi ha incuriosito la figura della "barca" che torna sovente nella tua poetica. Che cosa rappresenta per te?
La barca può arrivare a un punto d'approdo, ma anche andare alla deriva o essere semplicemente  usata per un viaggio e per evadere. Come la nostra vita, sta sempre in bilico sulle onde, tra staticità e dinamicità,  tra noia, smarrimento, sogno. Anche la barca, a un certo punto, è costretta però, come gli uomini, a fermarsi o avere degli stabili appigli, per non rischiare o avventurarsi troppo al largo.

Progetti per il futuro?
Sicuramente scrivere e pubblicare altre poesie. Vorrei anche cimentarmi con la composizione di alcuni racconti brevi in prosa,  cosa che finora non ho mai sperimentato, ma non so se ci riuscirò. 


A chi dedichi i tuoi successi?
A tutte le persone che mi stimano, ai miei futuri lettori e anche a tutti i miei studenti di liceo, attuali e passati. Ognuno di loro, paradossalmente, non solo apprende, ma ha sempre qualcosa da insegnare e da comunicare a noi insegnanti: basta ascoltare le loro emozioni.

E infine, nel salutare Andrea Pergolini e nel rinnovargli i complimenti di "Scritturati", gli rivolgiamo la domanda di rito:  Andrea, come hai pensato di omaggiare i nostri lettori?
Con una delle mie poesie preferite della nuova raccolta, intitolata "Che cosa è successo”, che forse più di molte altre riflette la mia visione del mondo attuale. La dedico a tutti loro.


CHE COSA E’ SUCCESSO

Che cosa è successo,
che cosa si è rotto
in questo mondo senza sentire.

Che cosa si è lacerato
nel fazzoletto dell’ordine primordiale,
dove crediamo universo
acquistare, mostrare,  gettare,
sprecare, vincere, schiacciare.

Che cosa abbiamo perso
o abbiamo distorto
della luce turchese di Dio.

Che cosa ci rende
alteri e spavaldi
se lasceremo solo scontri
e una natura abbruttita e abbrunata,
un pugno di  comprabili piaceri
e di miserabili orgogli
nella permanente connessione globale.

Che cosa capiamo,
che cosa si è spezzato,
che cosa resterà
di questo groviglio corrotto,
di questa corda armonica piegata,
frustata, spaccata, strozzata
ferita nei nodi sgozzati.

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