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lunedì 2 dicembre 2013

Angela Valente con "LE DECLINAZIONI DELL'INVISIBILE" recensita da Giovanna Albi per "scritturati"


LE DECLINAZIONI DELL'INVISIBILE
di Angela Valente - Edizioni Nuova Prhomos

Giulia, abruzzese di Ortona,vive a Bologna , dove si è trasferita per insegnare. Qui la raggiunge Lorenzo, un uomo su cui ha investito emotivamente e di cui è inizialmente innamorata. Poi il matrimonio della sorella Doralice e soprattutto l’incontro con Vittorio, spontaneo e gioviale, di molto più grande di lei, la apre al mondo degli adulti, ai sentimenti veri che aspettano solo di disvelarsi. Vittorio si rivelerà l’uomo della sua vita,  le farà scoprire l’amore vero, quello che ti scopre a te stessa con la spontaneità dei gesti e l’eloquio fluido delle parole e dei silenzi. Sì, perché anche il silenzio si pone in quella zona tra ragione e sentimento, dove albergano “le declinazioni dell’invisibile”, mentre “l’invisibile governa la nostra esistenza nelle mille forme della quotidianità”. Giulia , abituata fin da piccola a contenere la sua parte emotiva e a controllare la sua esistenza, vive davvero con Vittorio che “legge la vita”, mentre lei è avvezza a “leggere libri”.

Vittorio è un uomo sposato, un donnaiolo di professione, uno che non si innamora e considera le donne un piacevolissimo diversivo per poi ritornare in famiglia, dove stancamente conduce un’esistenza senza più emozioni, a parte il rapporto con Silvia, sua figlia. Per lui è importante il lavoro, il sentirsi sempre attivo e giovane e non accetta l’avanzare dell’età  della moglie, un tempo bellissima donna, verso cui nulla più nutre.
Poi la disgrazia improvvisa priva Giulia dell’amore della sua vita, ma resta Greta ,la loro bambina a fare da collante, mentre si struttura una qualche significativa relazione tra Silvia e Giulia, l’amante del padre, colei che sa di Vittorio più di quanto qualsiasi donna sappia sulla terra.
Il romanzo, o meglio il diario,  in prima persona, dà modo di penetrare negli abissi dell’Essere e del Divenire, mettendoci di fronte agli eterni interrogativi dell’uomo:  vita e  morte, amore e odio,  ragione e  sentimento, sempre sospesi in quella parte invisibile agli occhi, ma le cui ragioni ben conosce il cuore.
 Un libro di riflessione di un’anima femminile che si rispecchia nello sguardo di più uomini, fino a scegliere il suo Uomo, quello che veramente merita la “u”maiuscola, quello che ti cambia la vita, ti valorizza, fuga timori ancestrali, quello con il quale non ti stanchi mai di confrontarti, come con l’altra parte di te , quello che ti conosce nelle fibre più intime e fa vibrare il tuo corpo all’unisono con l’anima.
 Un diano animico è quello di Angela Valente, abruzzese, laureata in lettere,appassionata evidentemente di filosofia e di psicologia,con il pregio di non farsi incastrare nei meccanismi della ragione a vantaggio del cuore che si apre e si rivela con tutta la foga e la prepotenza dei sentimenti. Un libro di educazione sentimentale in cui la protagonista gradualmente arriva alla cognizione del suo Sé superiore attraverso proprio chi è digiuno di filosofia, Vittorio, segno che non è la cultura che rende le anime grandi, ma il cuore capace di investire sull’altro con tutto l’amore di cui è capace.
 Vittorio è il tramite per destrutturare una mente che tende alla razionalizzazione e restituirla alla pienezza del suo Essere donna e madre, con la spontaneità che è augurabile per qualsiasi essere umano. In una società mascherata come la nostra, dove spontaneità e amore puro sono in profonda crisi, c’è bisogno di ritrovare l’autenticità dell’Essere alla Heidegger, un Essere capace di riflettersi nello specchio dell’anima.

Mentre l’invisibile si declina si scopre una prosa fluida e lessicalmente ricca, dominata con una perizia encomiabile in un libro di esordio, tuttavia è presente qualche asperità verbale accanto a fastidiosi refusi.

Giovanna Albi



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