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lunedì 18 novembre 2013

I RACCONTI DEPENNATI di Annarita Faggioni - La recensione di Cristina Biolcati per "scritturati"


I RACCONTI DEPENNATI
di Annarita Faggioni

Ho letto “I racconti depennati” di Annarita Faggioni, una scrittrice che io conoscevo il qualità di blogger e fondatrice del sito “Il piacere di scrivere”. Si tratta di una raccolta “sperimentale” uscita in formato digitale, composta da 10 racconti molto diversi fra loro, che trattano vari generi letterari. Il filo conduttore e la logica che li accomuna, è che tali scritti non sono stati pensati per una eventuale pubblicazione, bensì hanno partecipato a concorsi e sono stati “scartati”. “Depennati”, appunto, come dice l’autrice, perché così il concetto “suona meno forte”. Annarita, nella “Lettera al lettore” che apre ed introduce la raccolta, si propone di “riscattare” questi racconti, fino ad ora bistrattati e rilegati in un angolo. Destinati a “non vedere mai la luce”, ora, tramite quest’opera, essi avranno una seconda opportunità. 
In un’epoca in cui tutti cercano soltanto di mettere in evidenza il meglio si sé, trovo sia un atto di estremo coraggio, ammettere di avere valorizzato scritti che nessuno aveva apprezzato. Mi ha fatto sentire l’autrice “autentica”, una persona che se ne frega delle mode, e nella quale potersi immedesimare. Per chi fa il duro “mestiere” di scrittore, infatti, i rifiuti e le porte sbattute in faccia, sono all’ordine del giorno. Sono racconti che comunque si propongono di regalare un’emozione, storie di mondi paralleli che si incrociano in un unico confine.
 Riconosco all’autrice una grande capacità di creare trame fantasiose, qualità che non è da tutti! Ha ottime potenzialità, e infatti ha creato storie che vanno ben oltre la semplice, canonica immaginazione. 
Tuttavia, preferisco l’Annarita Faggioni che parla in prima persona e che descrive storie di vita vissuta, quelle che “conosce”. “Il volo di carta” è stato il racconto che ho apprezzato maggiormente. Qui esce la Faggioni in qualità di blogger. È nel suo “elemento naturale”. Ben strutturato, con il clima volutamente “angosciante” che si respira, tipico di un giovane uomo che non sa come far fronte al suo futuro. Il linguaggio diretto, informale, in stile di diario, è efficace e coinvolgente. Non c’è bisogno di dare inutili spiegazioni. Se il dialogo o, come in questo caso, il flusso dei pensieri del protagonista sono efficaci, la trama non necessita di precisazioni ridondanti. 
Ho apprezzato molto anche “Un mondo di sogni per Janine” e l’idea di accomunare il lungo viaggio compiuto dalla bambina, adottata dal Perù, con il “viaggio onirico” nel mondo della fantasia, che lei compie la notte. Molto bello anche “Lasciami una chiave cristallina ancora”, dove l’avventura paradossale vissuta dal protagonista, in seguito ad un blackout in città, si rivela in realtà un “viaggio” in un universo parallelo.
Il linguaggio utilizzato dalla Faggioni è scorrevole e adatto a tutti. Qualche imprecisione linguistica si avverte tuttavia, dovuta probabilmente a modi di dire, che ciascuno apprende, a seconda della propria regione di origine, e che poi “trasporta” anche nel linguaggio narrativo. Purtroppo è un errore in cui incappiamo tutti.
Sconsigliati invece, almeno a mio modestissimo parere, il genere “noir” e il romanzo storico, in questo caso, con ambientazione nell’Antico Egitto. Mancano alcuni passaggi fondamentali, e il risultato è che il lettore, in questi racconti, purtroppo si perde.
Buona la struttura del genere fantasy, anche se forse sarebbero apprezzabili meno ridondanze.
Insomma, non sempre i concorsi sono passaggi obbligatori per la vita di uno scrittore.
“I racconti depennati” ne sono un esempio, con la loro storia “faticosa” alle spalle e questa nuova raccolta che li farà conoscere ai lettori.

Cristina Biolcati


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