BookTrailer del mese

martedì 3 dicembre 2013

Alessio Silo ospite a "scritturati" ci racconta "Non smettere di scrivermi" - l'intervista a cura di Vincenzo Monfregola

INCONTRO CON ALESSIO SILO
a cura di Vincenzo Monfegola

Ospite a "scritturati" Alessio Silo, frequenta l'Università di Chieti - Scienze e Tecniche Psicologiche e nel 2012 rende edita la sua silloge "Poesie Sopravvissute" con Edizioni Galassia Arte. 
Il giovane autore si regala ancora una volta ai lettori con "Non smettere di scrivermi".


Ciao Alessio è un piacere averti nostro ospite, nasci a Isola del Liri e vivi a Monte San Giovanni Campano cosa raccontano le tue origini e cosa portano a vedere per il prossimo futuro.
Ciao Vincenzo, il piacere è tutto mio. Le mie origini sono prettamente ciociare. Nasco il 18 Luglio 1990, in un luogo dove il calore della terra e l’amore per la famiglia mi hanno aiutato a diventare ciò che sono e sarò. Ultimo di tre figli, decisi di diplomarmi nel liceo Socio Psico Pedagogico di Sora (FR), iscrivendomi poi all’Università Gabriele D’Annunzio nella facoltà di Psicologia a Chieti. Non ho ancora piani o idee concrete per un mio prossimo futuro, ma mi auguro di trascorrerlo sempre e comunque con il sorriso, quello che a un po’ tutti manca, quando ci ritroviamo disarmati di fronte alle difficoltà della vita.


Sei giovanissimo e ti scopri autore quando, in che modo?
Mi scopro autore quando decisi, un po’ per gioco, di pubblicare la mia prima silloge poetica che scrissi in età adolescenziale. In principio, non era mia intenzione farne un libro; o meglio, l’ho sempre desiderato ma non ho mai avuto la forza ed il coraggio di imprimere emozioni e parole pubblicamente in una quantità minima di carta stampata, con inchiostro e colla. E poi, della serie “Una mattina mi sono svegliato e…”, ho incominciato a vivere un sogno, ritornato e mai partito. 


Dovessi scegliere un "tempo" per descriverci "Alessio Silo", quale sarebbe il più adatto e perché?
Sicuramente il presente. A volte e quasi sempre, ci ritroviamo ad abbracciare un passato che sa di nostalgia, rendendoci incapaci di vivere una vita presente. E in quelle volte, dovremmo imparare ad imprigionare quel passato in qualcosa che possa far star meglio il nostro presente, affinché possa sposare noi stessi, ritrovandoci in un futuro che saprà ritrovarsi in attimi che ci renderanno ricchi d’animo, sentendoci fortunati di vivere la propria vita, per sempre. Ed è questo che ho imparato a fare. Ritrovarmi in un sogno che sa di vita. Sorridere alla persona che ho a fianco per sentirmi migliore; abbracciare le mie emozioni per sapere che non si è mai abbastanza per sé stessi; amare la vita come essa è riuscita a farlo con me quando mi è stata donata. Questo è vivere un sogno. Ed è questo il tempo che preferisco.


Non smettere di scrivermi, il tuo romanzo pubblicato con egoEdizioni del Gruppo David and Matthaus, come nasce e quando hai deciso di proporlo per la pubblicazione?
“Non smettere di scrivermi” nasce da una semplice canzone, da una vita trascorsa e da un foglio di carta. Questo libro è stato partorito dopo quasi un mese di scrittura assidua. Quasi ogni notte, per quasi trenta giorni, sono riuscito a liberarmi da una vita che non sapeva dove approdare. Ogni notte che scrivevo mi immedesimavo nei protagonisti, Edgar e Louisa; ed ogni notte, ritrovavo in loro un sogno che stava per essere scoperto. A tal punto che mentre lo scrivevo, ad un tratto, sono stato capace di versare una lacrima ed un sorriso contemporaneamente, sorprendendomi di averlo fatto. E ciò che mi stupisce ancor di più, è sentire alcuni lettori che hanno provato le mie stesse sensazioni di quando lo scrivevo, leggendolo. Di fatto, questo libro decisi di pubblicarlo quando sentii alla fine della storia, una che stava appena nascendo. Quella che mi ha accompagnato e che lo sta facendo tutt’ora con il mio Editore, il suo splendido Gruppo Editoriale e tutti gli Autori che ne fanno parte. Perché so che con loro sarò sempre in buone mani.

Come avrete ben potuto notare da varie recensioni ed articoli su internet, “Non smettere di scrivermi” è uno scambio epistolare, oltre che d’amore. Tengo in particolar modo a questo libro per le varie motivazioni che vi ho citate in precedenza. E la mia fortuna è stata che sono riuscito a pubblicare questo libro con il gruppo editoriale David and Matthaus che vive e fa vivere di sogni.



"Una storia d’amore. Racconta del forte legame tra due persone, diviso da un puro atto di egoismo da parte del protagonista: Edgar. Forti emozioni spingeranno i due innamorati a scriversi lettere, per superare la distanza dovuta alla guerra a cui prenderà parte Edgar e che li porterà a essere più vicini che mai seppur lontani. Ma in fondo, cos'è la lontananza? Un inseguimento continuo sui bordi luminosi della stessa luna, oppure un disastroso silenzio all'interno della cabina di un treno? Un amore inconsapevole dei suoi limiti, capovolgendosi in un vuoto che brucia nella notte. C’è chi lo chiamerebbe follia, il gesto di voler soltanto guardare gli occhi della persona che ci fa star bene dopo ore di viaggio interminabili; c’è chi lo chiamerebbe, invece, puro amore folle."
E' questa la sinossi di "Non smettere di scrivermi", personalmente ho letto questo romanzo e mi ha particolarmente rapito "il tempo" in cui lo hai improntato, la trovo una scelta originale e per niente è stato scontato il non volersi soffermare sulla guerra dandole uno spazio giusto; cosa ti ha spinto a scrivere un romanzo sull'amore e, soprattutto, Alessio Silo cosa pensa dell'amore? 
“Non smettere di scrivermi” mi ha spinto a scriverlo le mie parole; quelle che tanto ho amato senza saperlo, mascherandomi da un amore che ho riversato per gli altri. Quando poi ho capito che, prima di amare la persona che ti è a fianco, devi amare te stesso. Perché non potrai mai donare qualcosa di tuo a qualcuno se non la possiedi prima per te. E scrivendolo sono riuscito e sto riuscendo ad amarmi, e lo farò fin quando non smetterò di scrivere.

Un pensiero per l’amore non ce l’ho; perché se si finisce di pensare per esso, non è più tale, ma un qualcosa da poter descrivere sotto gli occhi di tutti. Invece, per me, l’amore è sentire e provare ciò che si ha dentro per poi trasmetterlo in ciò che sappiamo fare meglio: la scrittura, il disegno, la pittura ed ogni libera espressione che ci accomuna per diventare ciò che siamo destinati ad essere. L’amore non si spiega, va amato come io adesso sto amando le mie parole, parlando con voi. 


Vorrei ripercorrere con te un "remember the time" attraverso delle fotografie che ti propongo, cosa ti racconta ognuna di esse e cosa ti lascia.

Questa foto mi è stata mostrata dal mio Editore nei giorni in cui stava andando in stampa (era il mese di Giugno, se non ricordo male). Ed è stato come vedere un proprio figlio nascere, sapendo che ci sarai sempre e comunque in quel qualcosa che ti appartiene, per poi fargli vivere la propria vita; come un genitore dovrebbe fare con i propri figli.







Questa foto è un ricordo della mia prima presentazione ufficiale del libro, in uno dei tre giorni che si è svolto durante la Festa dell’Impegno Civile di Monte San Giovanni Campano, culla e paese. Era di domenica e c’era un bel sole. Nel farmi da relatore c’era l’amico ed organizzatore della festa Remo Cinelli e ad assistermi delle splendide persone che ho imparato e imparerò a conoscere con il tempo.



La prima recensione sul libro a farmela è stato il blog “Scritturati”; ovvero, Vincenzo Monfregola, poeta ed amico che ho imparato a conoscere meglio e che non finirò mai di ringraziare per la sua disponibilità e a stupirmi per la sua straordinaria sensibilità. La sua recensione è stata emozionante ed esaustiva; come sono le sue poesie, d’altronde. 
A proposito, fai finta che non mi abbia ascoltato, Vincenzo. Non vorrei farti troppi complimenti in un giorno solo.




Il momento della dedica è sempre un momento particolare. Devi saper cogliere le emozioni del lettore prima che legga il tuo libro, sapendo che quelle parole gli rimarranno per sempre. Dopo tutto, nel libro c’è una dedica: “Dedicato a tutte le persone che cercano di amare, a quelle che continuano a farlo e a quelle che non hanno la forza di ricominciare.”
In questa foto sono nella Libreria Univèrsitas di Sora, dove ho trovato un pubblico sensibile e attento. Durante l’evento c’era anche Angelica Colazzo, soggetto e realizzatrice del libro, che con la sua straordinaria maturità, seppur giovanissima, riesce a trasmettere la sua bravura in quello che è brava a fare, e che le piace fare. Anche a lei un ringraziamento speciale, sempre gentile e disponibile.











Queste locandine  che vedete sono state realizzate prima di due eventi: nella Biblioteca Comunale di Boville Ernica (FR), dove a farmi da relatore c’era il simpaticissimo e professionale Domenico Cervoni, insieme ad altri colleghi altrettanto simpatici e professionali, e a lor va un sincero e caloroso ringraziamento; e nella Libreria Universitàs di Sora che vi ho parlato poco fa, con la copertina realizzata dal mio gruppo editoriale David and Matthaus.

Cosa rappresenta per te oggi "Non smettere di scrivermi"?
Oggi“Non smettere di scrivermi” rappresenta una nuova rinascita, consapevole di poter crescere sempre, perché non si finirà mai di farlo.

Siamo giunti al termine del nostro incontro Alessio, sono stato davvero felice di averti tra gli ospiti di "scritturati", è nostro costume salutare i lettori con un omaggio dell'autore, tu cosa ci lasci?
Io vi lascio queste parole e sperare di vedervi amanti delle vostre; magari, anche leggendo il mio libro. 

Arrivederci e grazie Vincenzo. Per me è sempre un onore e privilegio regalare le mie emozioni a voi, augurandomi di poterle consegnare a chi più ne ha bisogno.




Nessun commento:

Posta un commento