INCONTRO CON ALESSIO SILO
a cura di Vincenzo Monfegola
Ospite
a "scritturati" Alessio Silo, frequenta l'Università di Chieti -
Scienze e Tecniche Psicologiche e nel 2012 rende edita la sua silloge
"Poesie Sopravvissute" con Edizioni Galassia Arte.
Il
giovane autore si regala ancora una volta ai lettori con "Non smettere di
scrivermi".
Ciao
Alessio è un piacere averti nostro ospite, nasci a Isola del Liri e vivi a
Monte San Giovanni Campano cosa raccontano le tue origini e cosa portano a
vedere per il prossimo futuro.
Ciao Vincenzo, il piacere è tutto mio. Le
mie origini sono prettamente ciociare. Nasco il 18 Luglio 1990, in un luogo
dove il calore della terra e l’amore per la famiglia mi hanno aiutato a
diventare ciò che sono e sarò. Ultimo di tre figli, decisi di diplomarmi nel
liceo Socio Psico Pedagogico di Sora (FR), iscrivendomi poi all’Università Gabriele
D’Annunzio nella facoltà di Psicologia a Chieti. Non ho ancora piani o idee
concrete per un mio prossimo futuro, ma mi auguro di trascorrerlo sempre e
comunque con il sorriso, quello che a un po’ tutti manca, quando ci ritroviamo
disarmati di fronte alle difficoltà della vita.
Sei
giovanissimo e ti scopri autore quando, in che modo?
Mi scopro autore quando
decisi, un po’ per gioco, di pubblicare la
mia prima silloge poetica che scrissi in età adolescenziale. In principio, non
era mia intenzione farne un libro; o meglio, l’ho sempre desiderato ma non ho
mai avuto la forza ed il coraggio di imprimere emozioni e parole pubblicamente
in una quantità minima di carta stampata, con inchiostro e colla. E poi, della
serie “Una mattina mi sono svegliato e…”, ho incominciato a vivere un sogno,
ritornato e mai partito.
Dovessi
scegliere un "tempo" per descriverci "Alessio Silo", quale
sarebbe il più adatto e perché?
Sicuramente il presente. A volte e quasi
sempre, ci
ritroviamo ad abbracciare un passato che sa di nostalgia, rendendoci incapaci
di vivere una vita presente. E in quelle volte, dovremmo imparare ad
imprigionare quel passato in qualcosa che possa far star meglio il nostro
presente, affinché possa sposare noi stessi, ritrovandoci in un futuro che
saprà ritrovarsi in attimi che ci renderanno ricchi d’animo, sentendoci fortunati
di vivere la propria vita, per sempre. Ed è questo che ho imparato a fare.
Ritrovarmi in un sogno che sa di vita. Sorridere alla persona che ho a fianco
per sentirmi migliore; abbracciare le mie emozioni per sapere che non si è mai
abbastanza per sé stessi; amare la vita come essa è riuscita a farlo con me
quando mi è stata donata. Questo è vivere un sogno. Ed è questo il tempo che
preferisco.
Non
smettere di scrivermi, il tuo romanzo pubblicato con egoEdizioni del
Gruppo David and Matthaus, come nasce e quando hai deciso di proporlo per la
pubblicazione?
“Non smettere di scrivermi” nasce da una
semplice canzone, da una vita trascorsa e da un foglio di carta. Questo libro è
stato partorito dopo quasi un mese di scrittura assidua. Quasi ogni notte, per
quasi trenta giorni, sono riuscito a liberarmi da una vita che non sapeva dove
approdare. Ogni notte che scrivevo mi immedesimavo nei protagonisti, Edgar e
Louisa; ed ogni notte, ritrovavo in loro un sogno che stava per essere
scoperto. A tal punto che mentre lo scrivevo, ad un tratto, sono stato capace
di versare una lacrima ed un sorriso contemporaneamente, sorprendendomi di averlo
fatto. E ciò che mi stupisce ancor di più, è sentire alcuni lettori che hanno
provato le mie stesse sensazioni di quando lo scrivevo, leggendolo. Di fatto,
questo libro decisi di pubblicarlo quando sentii alla fine della storia, una
che stava appena nascendo. Quella che mi ha accompagnato e che lo sta facendo
tutt’ora con il mio Editore, il suo splendido Gruppo Editoriale e tutti gli
Autori che ne fanno parte. Perché so che con loro sarò sempre in buone mani.
Come avrete ben potuto notare da varie recensioni ed articoli su internet, “Non
smettere di scrivermi” è uno scambio epistolare, oltre che d’amore. Tengo in
particolar modo a questo libro per le varie motivazioni che vi ho citate in
precedenza. E la mia fortuna è stata che sono riuscito a pubblicare questo
libro con il gruppo editoriale David and Matthaus che vive e fa vivere di
sogni.
"Una storia d’amore.
Racconta del forte legame tra due persone, diviso da un puro atto di egoismo da
parte del protagonista: Edgar. Forti emozioni spingeranno i due innamorati a
scriversi lettere, per superare la distanza dovuta alla guerra a cui prenderà
parte Edgar e che li porterà a essere più vicini che mai seppur lontani. Ma in
fondo, cos'è la lontananza? Un inseguimento continuo sui bordi luminosi della
stessa luna, oppure un disastroso silenzio all'interno della cabina di un
treno? Un amore inconsapevole dei suoi limiti, capovolgendosi in un vuoto che
brucia nella notte. C’è chi lo chiamerebbe follia, il gesto di voler soltanto
guardare gli occhi della persona che ci fa star bene dopo ore di viaggio
interminabili; c’è chi lo chiamerebbe, invece, puro amore folle."
E' questa la sinossi di "Non smettere di scrivermi", personalmente
ho letto questo romanzo e mi ha particolarmente rapito "il tempo" in
cui lo hai improntato, la trovo una scelta originale e per niente è stato
scontato il non volersi soffermare sulla guerra dandole uno spazio giusto; cosa ti ha spinto a scrivere un romanzo sull'amore e,
soprattutto, Alessio Silo cosa pensa dell'amore?
“Non smettere di scrivermi” mi
ha spinto a scriverlo le mie parole; quelle che tanto ho amato senza saperlo,
mascherandomi da un amore che ho riversato per gli altri. Quando poi ho capito
che, prima di amare la persona che ti è a fianco, devi amare te stesso. Perché
non potrai mai donare qualcosa di tuo a qualcuno se non la possiedi prima per
te. E scrivendolo sono riuscito e sto riuscendo ad amarmi, e lo farò fin quando
non smetterò di scrivere.
Un pensiero per l’amore non ce l’ho; perché se si finisce di pensare per esso,
non è più tale, ma un qualcosa da poter descrivere sotto gli occhi di tutti.
Invece, per me, l’amore è sentire e provare ciò che si ha dentro per poi
trasmetterlo in ciò che sappiamo fare meglio: la scrittura, il disegno, la
pittura ed ogni libera espressione che ci accomuna per diventare ciò che siamo
destinati ad essere. L’amore non si spiega, va amato come io adesso sto amando
le mie parole, parlando con voi.
Vorrei ripercorrere con te un "remember the time"
attraverso delle fotografie che ti propongo, cosa ti racconta ognuna di esse e
cosa ti lascia.
Questa foto mi è stata mostrata dal mio Editore nei giorni in cui
stava andando in stampa (era il mese di Giugno, se non ricordo male). Ed è
stato come vedere un proprio figlio nascere, sapendo che ci sarai sempre e
comunque in quel qualcosa che ti appartiene, per poi fargli vivere la propria
vita; come un genitore dovrebbe fare con i propri figli.
Questa foto è un ricordo della mia prima presentazione ufficiale
del libro, in uno dei tre giorni che si è svolto durante la Festa dell’Impegno
Civile di Monte San Giovanni Campano, culla e paese. Era di domenica e c’era un
bel sole. Nel farmi da relatore c’era l’amico ed organizzatore della festa Remo
Cinelli e ad assistermi delle splendide persone che ho imparato e imparerò a
conoscere con il tempo.
La prima recensione sul libro a farmela è stato il blog
“Scritturati”; ovvero, Vincenzo Monfregola, poeta ed amico che ho imparato a
conoscere meglio e che non finirò mai di ringraziare per la sua disponibilità e
a stupirmi per la sua straordinaria sensibilità. La sua recensione è stata
emozionante ed esaustiva; come sono le sue poesie, d’altronde.
A proposito, fai
finta che non mi abbia ascoltato, Vincenzo. Non vorrei farti troppi complimenti
in un giorno solo.
Il momento della dedica è sempre un momento particolare. Devi
saper cogliere le emozioni del lettore prima che legga il tuo libro, sapendo
che quelle parole gli rimarranno per sempre. Dopo tutto, nel libro c’è una
dedica: “Dedicato a tutte le persone che cercano di amare, a quelle che
continuano a farlo e a quelle che non hanno la forza di ricominciare.”
In questa foto sono nella Libreria Univèrsitas di Sora, dove ho trovato un
pubblico sensibile e attento. Durante l’evento c’era anche Angelica Colazzo,
soggetto e realizzatrice del libro, che con la sua straordinaria maturità,
seppur giovanissima, riesce a trasmettere la sua bravura in quello che è brava
a fare, e che le piace fare. Anche a lei un ringraziamento speciale, sempre
gentile e disponibile.
Queste locandine che vedete
sono state realizzate prima di due eventi: nella Biblioteca Comunale di Boville
Ernica (FR), dove a farmi da relatore c’era il simpaticissimo e professionale
Domenico Cervoni, insieme ad altri colleghi altrettanto simpatici e
professionali, e a lor va un sincero e caloroso ringraziamento; e nella
Libreria Universitàs di Sora che vi ho parlato poco fa, con la copertina
realizzata dal mio gruppo editoriale David and Matthaus.
Cosa rappresenta per te oggi "Non smettere di scrivermi"?
Oggi“Non smettere di scrivermi” rappresenta una nuova rinascita,
consapevole di poter crescere sempre, perché non si finirà mai di farlo.
Siamo giunti al termine del nostro incontro Alessio, sono stato
davvero felice di averti tra gli ospiti di "scritturati", è nostro
costume salutare i lettori con un omaggio dell'autore, tu cosa ci lasci?
Io vi lascio queste parole e
sperare di vedervi amanti delle vostre; magari, anche leggendo il mio libro.
Arrivederci e grazie Vincenzo. Per me è sempre un onore e privilegio regalare
le mie emozioni a voi, augurandomi di poterle consegnare a chi più ne ha
bisogno.
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