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domenica 4 maggio 2014

QUANDO DAL CIELO CADEVANO LE STELLE di Sofia Dominio - Recensione a cura di Cristina Biolcati


QUANDO DAL CIELO CADEVANO LE STELLE
di Sofia Dominio

“Ho sempre voluto raccontare della ferocia dei nazisti, delle sofferenze che i prigionieri hanno subito nei campi di concentramento e delle speranze che ogni persona nutriva durante la Seconda Guerra Mondiale”.
Sono le parole di Sofia Domino, autrice del romanzo “Quando dal cielo cadevano le stelle”, pubblicato nel gennaio 2014 in versione digitale. Racchiudono, a mio avviso, l’intero significato dell’opera.
Quando facciamo la conoscenza di Lia Urovitz, lei e la sua famiglia, per sfuggire alle leggi razziali, sono rinchiusi già da tre anni in una cantina romana, “ospiti” di alcuni benefattori. È il luglio del 1943 e siamo in piena Seconda Guerra Mondiale. Lia ha 13 anni, ed è “colpevole” di essere ebrea. La ragazzina nutre un amore sconfinato per la vita, un entusiasmo
straordinario e una grande forza di volontà. È una bambina sensibile e attenta, che non vuole diventare bella da grande, ma intelligente. Insieme alla nonna, ai genitori e ai due fratelli, la vediamo vivere di speranze, sognando di diventare un giorno una dottoressa, per poter aiutare le persone sofferenti. Come nel caso della nonna, vecchia e malata, costretta a rimanere rinchiusa in quella cantina torrida, in uno spazio angusto, per la quale lei non può fare niente.
In un secondo momento Lia diventa ospite della famiglia ebrea di Hadas, il suo amico di penna, col quale ha intrattenuto un intenso scambio epistolare durante la prigionia nel primo nascondiglio.
Ma i nazisti arrivano in Italia, ed inizia la caccia agli ebrei. Il 16 ottobre 1943 la Gestapo rastrella il ghetto ebraico a Roma e la famiglia di Lia viene catturata e condotta nei campi di concentramento. Destinazione Auschwitz e da qui, successivamente, in altri campi di sterminio. A Lia spettano torture fisiche, stenti, devastazione e scenari di morte tutto intorno a sé. Le verrà negata la dignità e la sua identità sarà ridotta ad un numero di matricola, marchiato su un braccio.
Ma sarà anche un percorso di crescita, dove i dialoghi e lo scorrere del tempo sempre uguale della prima parte, faranno seguito sempre più a riflessioni e situazioni al limite del paradossale. In breve Lia si ritroverà da sola, a dover contare solo sulle proprie forze.
Nonostante innegabili parallelismi con Anna Frank, e qualche imprecisione linguistica, lo stile della Domino è piacevole ed evocativo. In alcuni punti, soprattutto nella prima parte, forse avrebbe potuto riassumere un po’ e rendere il racconto più snello, ma nel complesso questo romanzo rappresenta una buona prova d’esordio.
“Quando dal cielo cadevano le stelle” è un’opera toccante, che vanta di un lavoro di documentazione storica di base. I personaggi sono ben delineati, lasciano il segno.
Più che ricordare l’Olocausto e gli orrori che si sono consumati durante il secondo conflitto mondiale ad opera della Germania nazista, il romanzo vuole essere la celebrazione dell’amore per la vita. Per non dimenticare. Affinché dal cielo non cadano più stelle.
“Ora Lia è finalmente libera, libera di poter vedere il cielo, di ricordarlo come se lo ricordava prima della guerra, di poter di nuovo correre, di gridare a tutti che è ebrea, libera di non nascondere più la sua identità”.
E per il diritto di sognare. È questo ciò che non deve mai mancare.

Cristina Biolcati


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