di Sofia Dominio
“Ho sempre voluto raccontare
della ferocia dei nazisti, delle sofferenze che i prigionieri hanno subito nei
campi di concentramento e delle speranze che ogni persona nutriva durante la
Seconda Guerra Mondiale”.
Sono le parole di Sofia Domino, autrice
del romanzo “Quando dal cielo cadevano le stelle”, pubblicato nel gennaio 2014
in versione digitale. Racchiudono, a mio avviso, l’intero significato
dell’opera.
Quando facciamo la conoscenza di
Lia Urovitz, lei e la sua famiglia, per sfuggire alle leggi razziali, sono
rinchiusi già da tre anni in una cantina romana, “ospiti” di alcuni benefattori.
È il luglio del 1943 e siamo in piena Seconda Guerra Mondiale. Lia ha 13 anni,
ed è “colpevole” di essere ebrea. La ragazzina nutre un amore sconfinato per la
vita, un entusiasmo
straordinario e una grande forza di volontà. È una bambina sensibile e attenta, che non vuole diventare bella da grande, ma intelligente. Insieme alla nonna, ai genitori e ai due fratelli, la vediamo vivere di speranze, sognando di diventare un giorno una dottoressa, per poter aiutare le persone sofferenti. Come nel caso della nonna, vecchia e malata, costretta a rimanere rinchiusa in quella cantina torrida, in uno spazio angusto, per la quale lei non può fare niente.
straordinario e una grande forza di volontà. È una bambina sensibile e attenta, che non vuole diventare bella da grande, ma intelligente. Insieme alla nonna, ai genitori e ai due fratelli, la vediamo vivere di speranze, sognando di diventare un giorno una dottoressa, per poter aiutare le persone sofferenti. Come nel caso della nonna, vecchia e malata, costretta a rimanere rinchiusa in quella cantina torrida, in uno spazio angusto, per la quale lei non può fare niente.
Ma i nazisti arrivano in Italia,
ed inizia la caccia agli ebrei. Il 16 ottobre 1943 la Gestapo rastrella il
ghetto ebraico a Roma e la famiglia di Lia viene catturata e condotta nei campi
di concentramento. Destinazione Auschwitz e da qui, successivamente, in altri
campi di sterminio. A Lia spettano torture fisiche, stenti, devastazione e
scenari di morte tutto intorno a sé. Le verrà negata la dignità e la sua
identità sarà ridotta ad un numero di matricola, marchiato su un braccio.
Ma sarà anche un percorso di
crescita, dove i dialoghi e lo scorrere del tempo sempre uguale della prima
parte, faranno seguito sempre più a riflessioni e situazioni al limite del
paradossale. In breve Lia si ritroverà da sola, a dover contare solo sulle
proprie forze.
Nonostante innegabili
parallelismi con Anna Frank, e qualche imprecisione linguistica, lo stile della
Domino è piacevole ed evocativo. In alcuni punti, soprattutto nella prima
parte, forse avrebbe potuto riassumere un po’ e rendere il racconto più snello,
ma nel complesso questo romanzo rappresenta una buona prova d’esordio.
“Quando dal cielo cadevano le
stelle” è un’opera toccante, che vanta di un lavoro di documentazione storica
di base. I personaggi sono ben delineati, lasciano il segno.
Più che ricordare l’Olocausto e
gli orrori che si sono consumati durante il secondo conflitto mondiale ad opera
della Germania nazista, il romanzo vuole essere la celebrazione dell’amore per
la vita. Per non dimenticare. Affinché dal cielo non cadano più stelle.
“Ora Lia è finalmente libera,
libera di poter vedere il cielo, di ricordarlo come se lo ricordava prima della
guerra, di poter di nuovo correre, di gridare a tutti che è ebrea, libera di
non nascondere più la sua identità”.
E per il diritto di sognare. È
questo ciò che non deve mai mancare.
Cristina Biolcati
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