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sabato 14 giugno 2014

Tre autori: Caldarese, Mei e Petruzzelli - Vincenzo Monfregola scrive dell'amore


Amore, amare e amarsi.
a cura di Vincenzo Monfregola

Volersi oggi sembra significhi "amarsi".
"L'amore oggi, applicabile?
Il mondo cambia, e i sentimenti? … … …"

Mi ritrovo ancora una volta a fare i conti con chi all’amore vuole crederci, con chi si convince che questo sia un sentimento ancora vivo nei rapporti.
Crudo e per niente romantico è il mio decanto, vedo in giro nient’altro che maschere di cera a farsi gli occhi con i cuori.
Amore di coppia, di pensiero, di parole, amore che porta via il tempo, passione che violenta i principi e distrugge i sentimenti, si veste d’ipocrisia, di convenienza, di abitudine l’amore del nostro millennio; non vedo altro che corpi volersi per poi consumarsi nello stesso tempo che la pioggia cade per terra e disseta l'asfalto, disseta il momento.

"Irriverente il mio pensiero sull’amore già, vedo in giro nient’altro che maschere di cera a farsi gli occhi con i cuori, mentre i loro corpi scaldano solo i letti."

Esiste l’amore per quella persona con la quale si vorrebbe condividere il resto dei propri giorni, esiste l’amore per i propri cari, esiste quello per gli amici, per i cani, i gatti, la natura, esiste l’amore per il prossimo, esiste l’amore per la fede, esiste soprattutto l’amore per sé stessi. 
Tutto questo esiste per davvero, ma credo diventi necessario non banalizzare mai il concetto di "amare, amando... amandosi", perché solo l'amore consumato fuori dal letto può esser definito tale, il sesso è completamento, è rappresentanza, è fusione tra cuore e corpo.

Ho deciso di raccontarvi l’amore oggi con i versi di tre autori, Ivan Caldarese, Daniele Mei e Francesco Petruzzelli, poesie portate alla vostra attenzione per raccontarvi come e quanto si può per davvero amare. 
Note in parole, dolci e delicate, oserei dire "parole in seta" che fasciano il corpo e seducono l’anima.
Ma c’è anche l’amor proprio, quello per il tempo che racconta agli attenti, l’amore questa vita che regala incondizionatamente, a questo volgo il mio sguardo, è in questo che raccolgo la speranza: l’amore per la vita.



IVAN CALDARESE
Un’oscurità meno malvagia 
Eravamo io e lei, soli… Che meraviglia./Mi sono seduto,/eravamo soli, io e lei./Nell’aria si potevano ascoltare delle note musicali,/sembravano di violino o di chitarra./Il cielo ne era disegnato,/eravamo circondati dal nostro spartito/e proprio in quel momento che lei mi ha guardato,/fisso,/dritto negli occhi./E con quel suo sorriso che fermava il tempo/e la musica, mi ha detto:/“parlami”.

Invenzione
Amo il profumo delle pagine,/il loro linguaggio scuote la mia anima./Il loro suono dolce-cattivo mischiato, /non parla di uomini morti che scrivono lettere morte./Parole da rivista, che non raccontano niente,/nulla di quello che succede fuori,/niente di quello che si legge /colpisce come carcassa infilzata con un uncino da macellaio./La tradizione è un osso duro,/la storia che ti sbattono in faccia,/perché prima o poi ti colpisce, la senti…/Puzza di marcio./Eppure credono sia giusto insegnarti la vita/Dietro mura con grandi finestre impolverate. /Atti già successi, racconti già vissuti,/non fanno la vita e neanche la storia./Del resto il tempo passa, /ma esiste una possibilità quasi per tutto.



DANIELE MEI
Pezza blu
Perso, sconfitto, e trafitto./Che il cuore batte e le mani tremano/e il cervello non ragiona,/si flette e non riflette,
come specchiato su/un lago increspato/da un freddo vento./La neve scende, /come non avrei mai pensato.
La paura di non vederla era tanta,/la paura che tutto sarebbe stato un illusione:/un bianco accecante virtuale./Metri e metri, da spalare con veemenza./Ore ed ore a spalare, /spalare merda dal cervello flesso,/un ragionamento senza nessun nesso,/al limite della demenza.
Non ricordo di aver regalato mai il mio cuore/al primo che passava,/di averlo lasciato in balia di sconosciuti.
Il mio cuore va protetto,/non va consegnato in mani incerte,/il mio cuore è forte,/ma vulnerabile, si emoziona,
batte veloce, se ci sei tu./Il problema è non saperlo controllare./perdere il controllo, si,/mi piacerebbe.
Ma se questo significasse scaraventarsi /in un tepore condiviso,/in caldi sfioramenti delle tue calde labbra,
che, rosse, solcano, splendenti,/il tuo viso,/che sogno mentre si avvicina /al mio./Ma una pezza blu bagnata cancella tutto,/e la neve scende,/e il bianco ricopre tutto.
Sotto,/tanti pensieri./Lasciare una vita,/per conquistare il mondo./Lasciare un amore,/per averne un altro,/fa male.
Lasciare gli altri /per avere un amore,/è una cosa che ho fatto,/e son rimasto solo./Essere lisci, aerodinamici,/per  far scivolare tutto:/questo devo imparare.
La luce che viene spenta, porterà,/ad un nuovo raggio di sole,/ad un nuovo mattino, fatto di sorrisi/e canti stonati, ma sentiti,/sicuri di farcela, stavolta,/anche senza di te./Fuori,  nevica.

Ti ho lasciata
I due cuori eran vicini,/irrimediabilmente ora/spremuti come acini/la situazione li addolora./Una distanza incolmabile/ha preso il sopravvento,/spazza umori e sensazioni/come forti folate di vento./E se ti sentivo irrimediabilmente mia/ora ho capito di essere per te un nemico/e il mio sangue, al gelo ormai anemico/scorre fluido nelle vene, la sua via./La forza che mostro/è per mascherare /il mio disagio,/e il presagio,/che  apparirò
per te come un mostro./Non odiarmi,/se vedi bene,/niente ho fatto contro di te,/non odiarmi,/se mi ascolti /posso spiegarti chi sarei stato per te.



FRANCESCO PETRUZZELLI
La città segreta
Prendiamoci per mano/percorriamolo insieme/questo sentiero./Ascoltando la brezza /dei tuoi messaggi/velati nelle parole,/mi diletto nel contemplare/il cielo trapuntato di stelle/che guardo dalle tue finestre./Sono avvolto da una fragranza/unica e rara /una sensazione taumaturgica/che guida l’anima/ad entrare nella città segreta/le cui porte ormai spalancate/mostrano la strada/verso il trono del regno;/dove/l’uomo sa/cosa cinguetta l’uccello,/sa cogliere /il volo elegante/dell’ape sul fiore,/il sussurro delle onde/che lambiscono la spiaggia./Senza desiderio camminiamo/nella pace non avente fine/mano nella mano,/senza pensiero nessuna esitazione/in questo meraviglioso sentiero.


Grazie

I  momenti che trascorro con te/adornano il cielo della vita …/sentendomi libero come un gabbiano/che vola maestoso tra blande correnti,/l’intima essenza si fonde con la tua,/componendo/la dolce canzone del cuore./La tua  carezza come refolo di vento/mi induce a sfiorare le tue labbra,/facendo germogliare una brama insaziabile/dei tuoi soffici baci ./Il  tuo sorriso/come spirituale aurora,/il tuo abbraccio/come stretta d’amore,/circondati da religioso silenzio/sono l’estasi suprema,/l’effigie del divino idillio./Averti accanto  è poesia,/che sgorga /come canto sublime /dalla danza perpetua delle nostre anime,/unite nel fulgido santuario d’amore./Grazie.



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