Amore, amare e amarsi.
a cura di Vincenzo Monfregola
Volersi
oggi sembra significhi "amarsi".
"L'amore
oggi, applicabile?
Il mondo cambia,
e i sentimenti? … … …"
Mi ritrovo ancora una volta a fare i
conti con chi all’amore vuole crederci, con chi si convince che questo sia un
sentimento ancora vivo nei rapporti.
Crudo e per niente romantico
è il mio decanto, vedo in giro nient’altro che maschere di cera a farsi gli
occhi con i cuori.
Amore di coppia, di pensiero, di parole, amore che porta via il tempo, passione che violenta i principi e distrugge i sentimenti, si veste d’ipocrisia, di
convenienza, di abitudine l’amore del nostro millennio; non vedo altro che corpi volersi per poi
consumarsi nello stesso tempo che la pioggia cade per terra e disseta l'asfalto, disseta
il momento.
"Irriverente il mio pensiero
sull’amore già, vedo in giro nient’altro che maschere di cera
a farsi gli occhi con i cuori, mentre i loro corpi scaldano solo i letti."
Esiste
l’amore per quella persona con la quale si vorrebbe condividere il
resto dei propri giorni, esiste l’amore per i propri cari, esiste quello per
gli amici, per i cani, i gatti, la natura, esiste l’amore per il prossimo,
esiste l’amore per la fede, esiste soprattutto l’amore per sé stessi.
Tutto
questo esiste per davvero, ma credo diventi necessario non banalizzare mai il concetto di "amare, amando... amandosi", perché solo l'amore consumato fuori dal letto può esser definito tale, il sesso è completamento, è rappresentanza, è fusione tra cuore e corpo.
Ho deciso di raccontarvi l’amore oggi con
i versi di tre autori, Ivan Caldarese, Daniele Mei e Francesco Petruzzelli, poesie portate alla vostra attenzione per
raccontarvi come e quanto si può per davvero amare.
Note in parole, dolci e delicate, oserei dire "parole in seta" che fasciano il
corpo e seducono l’anima.
Ma c’è anche l’amor proprio, quello per il tempo che racconta agli attenti, l’amore questa vita che regala incondizionatamente, a questo volgo il mio sguardo, è in questo
che raccolgo la speranza: l’amore per la vita.
Un’oscurità meno malvagia
Eravamo
io e lei, soli… Che meraviglia./Mi sono seduto,/eravamo soli, io e lei./Nell’aria
si potevano ascoltare delle note musicali,/sembravano di violino o di chitarra./Il
cielo ne era disegnato,/eravamo circondati dal nostro spartito/e proprio in
quel momento che lei mi ha guardato,/fisso,/dritto negli occhi./E con quel suo
sorriso che fermava il tempo/e la musica, mi ha detto:/“parlami”.
Invenzione
Amo il profumo delle pagine,/il loro
linguaggio scuote la mia anima./Il loro suono dolce-cattivo mischiato, /non
parla di uomini morti che scrivono lettere morte./Parole da rivista, che non
raccontano niente,/nulla di quello che succede fuori,/niente di quello che si
legge /colpisce come carcassa infilzata con un uncino da macellaio./La
tradizione è un osso duro,/la storia che ti sbattono in faccia,/perché prima o
poi ti colpisce, la senti…/Puzza di marcio./Eppure credono sia giusto
insegnarti la vita/Dietro mura con grandi finestre impolverate. /Atti già
successi, racconti già vissuti,/non fanno la vita e neanche la storia./Del
resto il tempo passa, /ma esiste una possibilità quasi per tutto.
DANIELE MEI
Pezza blu
Perso, sconfitto, e trafitto./Che il cuore
batte e le mani tremano/e il cervello non ragiona,/si flette e non riflette,
come specchiato su/un lago increspato/da un
freddo vento./La neve scende, /come non avrei mai pensato.
La paura di non vederla era tanta,/la paura
che tutto sarebbe stato un illusione:/un bianco accecante virtuale./Metri e
metri, da spalare con veemenza./Ore ed ore a spalare, /spalare merda dal
cervello flesso,/un ragionamento senza nessun nesso,/al limite della demenza.
Non ricordo di aver regalato mai il mio cuore/al primo che passava,/di averlo lasciato in balia di sconosciuti.
Non ricordo di aver regalato mai il mio cuore/al primo che passava,/di averlo lasciato in balia di sconosciuti.
Il mio cuore va protetto,/non va consegnato
in mani incerte,/il mio cuore è forte,/ma vulnerabile, si emoziona,
batte veloce, se ci sei tu./Il problema è
non saperlo controllare./perdere il controllo, si,/mi piacerebbe.
Ma se questo significasse scaraventarsi /in
un tepore condiviso,/in caldi sfioramenti delle tue calde labbra,
che, rosse, solcano, splendenti,/il tuo
viso,/che sogno mentre si avvicina /al mio./Ma una pezza blu bagnata cancella
tutto,/e la neve scende,/e il bianco ricopre tutto.
Sotto,/tanti pensieri./Lasciare una vita,/per
conquistare il mondo./Lasciare un amore,/per averne un altro,/fa male.
Lasciare gli altri /per avere un amore,/è
una cosa che ho fatto,/e son rimasto solo./Essere lisci, aerodinamici,/per far scivolare tutto:/questo devo imparare.
La luce che viene spenta, porterà,/ad un
nuovo raggio di sole,/ad un nuovo mattino, fatto di sorrisi/e canti stonati, ma
sentiti,/sicuri di farcela, stavolta,/anche senza di te./Fuori, nevica.
Ti ho lasciata
I due cuori eran vicini,/irrimediabilmente
ora/spremuti come acini/la situazione li addolora./Una distanza incolmabile/ha
preso il sopravvento,/spazza umori e sensazioni/come forti folate di vento./E
se ti sentivo irrimediabilmente mia/ora ho capito di essere per te un nemico/e
il mio sangue, al gelo ormai anemico/scorre fluido nelle vene, la sua via./La
forza che mostro/è per mascherare /il mio disagio,/e il presagio,/che apparirò
per te come un mostro./Non odiarmi,/se vedi
bene,/niente ho fatto contro di te,/non odiarmi,/se mi ascolti /posso spiegarti
chi sarei stato per te.
FRANCESCO PETRUZZELLI
La città segreta
Prendiamoci
per mano/percorriamolo insieme/questo sentiero./Ascoltando la brezza /dei tuoi
messaggi/velati nelle parole,/mi diletto nel contemplare/il cielo trapuntato di
stelle/che guardo dalle tue finestre./Sono avvolto da una fragranza/unica e
rara /una sensazione taumaturgica/che guida l’anima/ad entrare nella città
segreta/le cui porte ormai spalancate/mostrano la strada/verso il trono del
regno;/dove/l’uomo sa/cosa cinguetta l’uccello,/sa cogliere /il volo elegante/dell’ape
sul fiore,/il sussurro delle onde/che lambiscono la spiaggia./Senza desiderio
camminiamo/nella pace non avente fine/mano nella mano,/senza pensiero nessuna
esitazione/in questo meraviglioso sentiero.
Grazie
I momenti che trascorro con te/adornano il
cielo della vita …/sentendomi libero come un gabbiano/che vola maestoso tra
blande correnti,/l’intima essenza si fonde con la tua,/componendo/la dolce
canzone del cuore./La tua carezza come
refolo di vento/mi induce a sfiorare le tue labbra,/facendo germogliare una
brama insaziabile/dei tuoi soffici baci ./Il
tuo sorriso/come spirituale aurora,/il tuo abbraccio/come stretta
d’amore,/circondati da religioso silenzio/sono l’estasi suprema,/l’effigie del
divino idillio./Averti accanto è
poesia,/che sgorga /come canto sublime /dalla danza perpetua delle nostre
anime,/unite nel fulgido santuario d’amore./Grazie.
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