“Forse solo/ un lieve bisbiglio dell’inconscio/ nell’ora in cui nulla/ è
come appare/ e la memoria della vita/ si espande/ e risale/ fino al centro di
sé/ in quel punto minuscolo/ da cui tutto origina// per poi dipanarsi/ in mille
rivoli molteplici/ in una molteplicità infinita/ in cui sembra implodere// […]”
– “Avatar”
Il centro di sé. Taluni lo denominano “anima”, altri
“casa” ma, fondamentalmente, la via che si è intrapresa è la medesima. È un viaggio nel quale non si ha una
mappa, non si ha un preciso punto di approdo. È un percorso autonomo
dell’inconscio che si avvia verso il luogo a cui sente di appartenere.
Quel punto minuscolo che risiede dentro
noi, ma che non è possibile dislocare
spazialmente nel nostro corpo, perché è sia
microscopico sia molteplice all’infinito. Quasi come se occupasse un misero
millimetro ed al contempo l’interezza delle nostre membra.
Parole, immagini,
suoni e percezioni vagano all’unisono, ed il
Poeta solleva il braccio, impugna la penna e traduce in versi quello
splendore, talvolta di oscura ed ardua interpretazione.
“In esilio da me” è la nuova silloge di Giovanna Fracassi, edita da Kimerik nel 2016. È la quinta raccolta
che l’autrice dona agli avidi lettori di poesia (“Arabesques” (2012), “Opalescenze”
(2013), “La cenere del tempo” (2014), “Emma, alle porte della solitudine” (2015)).
Lettori
che ormai occupano un ristretto cerchio nella società, la poesia è divenuta ‘di nicchia’, ma c’è stato un tempo in cui quasi l’interezza del popolo subiva il
fascino e la musicalità del verso perché tutti percepivano una vibrazione
di benessere, di gioia.
Fortunatamente gli animi poetici
continuano a parlare, sta ad ognuno di noi esplorare i
mondi che hanno visitato e le storie che narrano. E Giovanna Fracassi è definibile nomade, come una gitana che
trascorre le giornate in fratture spazio-temporali nelle quali scorrono ricordi
e miti, sensazioni e visioni.
“[…] Lasciami scivolare/ nei vortici/
che risucchiano/ sassi di pensieri// sarò piuma di speranza/ nel fondo sassoso/
pietrisco iridescente/ che rotola e si srotola/ nell’eterna inutile attesa.”
– “Fiume”
“In esilio da me” è sia una sia
molteplici realtà che l’autrice ha portato con sé dall’ultimo viaggio alla ricerca del forziere nel quale dimora
il cuore “Sono inciampata/ nel mio
cuore/ in una notte di tenebra// l’ho accartocciato/ e tenuto stretto/ al petto
ansante// volevo regalarlo/ o barattarlo/ per un pugno di felicità// era
prigioniero/ il mio cuore/ con catene d’argento scuro// così a nessuno/
sembrava poi/ di gran valore.// […]” (“Cuore”).
Il cammino non è stato arduo se
comparato ai percorsi intrapresi per la stesura delle precedenti sillogi. È,
anzi, paragonato alla gioiosa immagine
dell’ape che volteggia continuamente, di fiore in fiore, come se danzasse
con sé stessa e con tutto ciò che la completa, in una solitudine estatica di profonda comunione con il suo
operare.
“[…] come il mio pensiero/ che si gingilla/
non s’arresta/ non si acquieta/ non si arrende// neppure in questo/ sole
tiepido d’abbandono/ neppure in quest’ora/ di dolce solitudine// è come il
discreto/ ronzio dell’ape che danza […]” – “L’ape”
“[…] quando il pensiero/ passa oltre
l’infinito del tempo/ passa oltre immensità dello spazio/ per andare a sfiorare
l’eternità.” – “Oltre”
Ed
è intuibile che i frammenti che si scorgono in “In esilio da me” siano memorie di una passione costante di
Giovanna Fracassi: il conoscere culture diverse dalla propria. L’aprirsi, con occhi da bambina, con la meraviglia per l’insolito per
poi amalgamarlo, in un secondo momento, con la nostalgia quando esso diviene
ricordo.
Un
passato che può riemergere soltanto con la
solitudine che trascende le illusioni delle convenzioni della mente, per
scintillare in infinita vita e morte, in melodie, in note sparse simili alle
stelle del firmamento.
L’incontro con la follia ed il ritorno
a casa.
“[…] come stella dell’anima/ trascinata/
nella lucida/ follia schiuma di desiderio indefinito/ speme illimitata mai
dissetata/ e perciò/ tanto più necessaria/ per continuare/ in quell’attimo/
varco dell’eternità// dove il tempo/ non è più tempo/ dove lo spazio/ non è più
spazio.” - “Avatar”
L’autrice,
dall’11 al 14 novembre 2016 a Padova,
è stata ospite della terza edizione della fiera internazionale dedicata ai
libri ed all’editoria della città: Padova
Expo Libri, iniziativa nata nel 2013 in concomitanza con la 26esima
edizione dell’arte moderna e contemporanea ArtePadova,
nel salottino letterario allestito dalla casa editrice Kimerik.
Giovanna Fracassi sarà ospite alla Fiera
di Milano prevista per gennaio 2017. Inoltre ricordo che “In esilio da me” è disponibile anche su
edizione e-book acquistabile su tutte le librerie online. L’autrice è disponibile al confronto
diretto con i lettori, dunque non esitate a contattarla su Facebook o
direttamente su e-mail per scambiare qualche impressione sulla sua poetica e
non solo. Una buona occasione per aggiungere alla propria libreria “In esilio
da me” con autografo e dedica.
Written by Alessia Mocci
Info
http://oubliettemagazine.com/2016/10/31/presentazione-in-esilio-da-me-di-giovanna-fracassi-presso-padova-expo-libri-dall11-al-14-novembre-2016-padova/
https://www.facebook.com/giovanna.fracassi
http://giovannafracassi.altervista.org/
http://autori.poetipoesia.com/giovanna-fracassi/
giovanna.fracassi@libero.it
Fonte
http://oubliettemagazine.com/2016/11/10/in-esilio-da-me-di-giovanna-fracassi-limmersione-dellavatar-nella-memoria/
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