“Invece eccomi, sono io, un giovane ragazzo
dal timbro molto delicato, forse per questo viene definito androgino. Non mi
piace strafare quando canto, mi piace essere il più pulito e lineare possibile.
È il mio gusto musicale che coincide anche con il mio stile.”
Lucas nasce il 1 gennaio
del 1992 a Monza. Inizia da bambino a concentrarsi sulla musica e sulla
creatività della comunicazione. La sua
sensibilità diventa presto responsabilità dell’aver una meta, del voler
vedere i sogni realizzarsi.
Una curiosità
sana, un’inventiva che brama alla
mutevolezza per la ricerca di una forma adatta, di uno spazio interiore che
possa riflettere il suo Io pulito e lineare.
Luca Vismara, in arte Lucas, vive a Stoccolma da qualche giorno, ha recentemente vinto una borsa di studio Erasmus di sei mesi per la Svezia. Il suo progetto comprende il perfezionamento della lingua, lo studio universitario ed il farsi conoscere come artista nel Nord Europa.
Nel dicembre
2013 esce l’EP “In My Arms” ed è
istantaneamente un successo nel mondo della pop/dance. Infatti Lucas, sin dal
primo giorno, raggiunge la 29° posizione
su Itunes. Non si aspettava questa grande conferma da parte del pubblico, anche
se negli anni è riuscito a collezionare numerosi
premi in campo musicale.
Ora Lucas è a Stoccolma, carico dal web, forte grazie ai
tantissimi fans che lo sostengono ogni giorno sui social network. L’obiettivo è realizzare un album di qualità
che possa soddisfare la sua sete di comunicazione creativa.
A.M.: La tua carriera inizia da giovane, avevi infatti solo otto
anni al tuo primo traguardo, un concorso per giovani aspiranti autori. Pensi di
esser stato influenzato dal passato canoro di tua madre, Viviana Stucchi,
vincitrice dello Zecchino D’oro nel 1964 con la canzone “Il pulcino ballerino”?
Lucas:
Sicuramente mia madre mi ha avvicinato
più al mondo dello spettacolo in generale che a quello della musica, nonostante
oltre allo Zecchino D'Oro abbia vinto anche Sanremo dei piccoli con la canzone
"Il ritratto della mamma". Mi portava con lei sin da piccolissimo
nelle varie trasmissioni in cui era ospite e tutto ciò mi ha affascinato.
Quando ho vinto quel concorso ho vissuto tutto come un gioco, come era giusto
che fosse. La mia passione per la musica nasce un po' più tardi, prima
forse inconsciamente. Verso i 13 anni ho iniziato a cantare, sempre da
autodidatta, ho iniziato a scrivere i miei primi testi e da lì non ho mai più
smesso. Solo all'inizio dell'anno scorso ho capito però che questa passione
sarebbe potuta diventare anche un mio possibile lavoro.
A.M.: Venerdì 6 dicembre 2013 è uscito il tuo EP “In My Arms”, e
fin da subito ha travolto con i consensi, infatti ha debuttato al 29° posto su
Itunes. Una gradita conferma?
Lucas: Devo essere sincero, non me l'aspettavo. Ci
speravo ovviamente, ma mai avrei pensato di poter arrivare così in alto senza
avere alle spalle un'etichetta discografica. È stata una grandissima
soddisfazione che ha premiato tutta la fatica e l'impegno che ci ho messo per
realizzare questo prodotto.
A.M.: Raccontaci della collaborazione con il rapper scandinavo
Chris Baco.
Lucas: Questa è stata una grande fortuna. Ho molti
amici norvegesi che in estate trascorrono le vacanze in Italia. Ho raccontato a
loro che ero al lavoro a un mio singolo da esportare al di fuori dell'Italia e
sono rimasti subito entusiasti appena l'hanno sentito. Avendo analizzato bene i
gusti scandinavi ed ispirandomi al pop svedese e norvegese da anni, ho capito
che per il mercato discografico della Norvegia sarebbe stato meglio aggiungere
un tocco più "urban". Ho chiesto quindi se avessero degli amici
rapper e una ragazza mi ha messo in contatto con il suo amico, Chris Baco
appunto, che in Norvegia sta davvero avendo moltissimo successo. Entusiasta del
progetto Chris ha apprezzato la collaborazione ed il pezzo insieme sarà
disponibile anche in Norvegia da fine gennaio 2014.
A.M.: Oltre alla passione per la musica, hai un’altra dote su cui
vorrei mettere l’accento: la tua predisposizione per le lingue straniere.
Lucas:
Ad oggi sono fiero delle mie sei lingue
parlate: italiano, inglese, francese, tedesco, norvegese e svedese. Alcune sono
realmente fluenti, altre meno, in ogni caso continuo a tenerle allenate e a
studiarle.
Non saprei dire come nasce
questa mia predisposizione. Io ho sempre cercato di imparare più lingue
possibili anche grazie ai miei genitori che mi hanno permesso di viaggiare
moltissimo in tutto il mondo sin dai primi anni di vita. Mi è costata
tantissima fatica, lo ammetto, però è una grande soddisfazione riuscire a
capire mentalità e cultura delle persone attraverso il linguaggio. Sono anni
che ho smesso di guardare la TV con i nostri dannosissimi doppiaggi. Siamo uno
dei pochi paesi al mondo ad averli e questo ci rende uno degli stati più
arretrati in Europa e di conseguenza meno aperti mentalmente ad accogliere
"l'altro".
A.M.: Questa tua passione ti porta alla scelta di trasferirti in
Svezia.
Lucas:
A gennaio 2013, non so per quale assurdo
motivo, forse proprio per la mia passione per la musica pop/dance proveniente
dalla Svezia, ho deciso di iniziare a frequentare un corso di svedese, senza
sapere che mi sarei poi trasferito. A marzo dello stesso anno ho partecipato al
concorso per l’Erasmus nella mia università, IULM, dove studio scienze della
comunicazione, indicando come meta proprio la Svezia, vincendolo.
Ora mi trovo vicino a
Stoccolma, dove mi sono trasferito da pochissimi giorni. Ammetto che l’impatto
è stato difficile per via delle temperature polari, non è possibile vedere la
luce del sole ed ho solo la mia piccola stanza, ma mi sono rimboccato le
maniche e mi sono già messo al lavoro per scrivere nuove canzoni.
Sono stato subito accolto
calorosamente dagli altri ragazzi e la cosa che mi ha davvero lasciato senza
parole è che il mio pezzo “In My Arms”
era già conosciuto, ballato e cantato anche qui in Svezia.
Qui rimarrò per quasi sei
mesi, tornerò entro fine giugno. Nel frattempo, oltre a studiare, in questi
mesi farò promozione al singolo nel Nord Europa e cercherò produttori che
vogliono collaborare con me per il mio album di debutto. Insomma, non mi
fermerò di certo, è solo l’inizio di nuove esperienze e nuovi progetti
musicali. Sono nella patria delle hits, quindi spero che possa venir fuori
qualcosa di buono.
A.M.: Nello stile, ti definiresti androgino?
Lucas:
Se per “stile” si intende il timbro di
voce, direi di sì e la cosa non mi dispiace, mi rende riconoscibile. Mi diverto
molto quando mi fanno questa osservazione perché ho incontrato molte persone
che non capivano se “In My Arms” la cantasse una donna o un ragazzino.
Invece eccomi, sono io, un
giovane ragazzo dal timbro molto delicato, forse per questo viene definito
androgino. Non mi piace strafare quando canto, mi piace essere il più pulito e
lineare possibile. È il mio gusto musicale che coincide anche con il mio
stile.
A.M.: Curiosità: conosci la canzone “Into My Arms” di Nick Cave?
Lucas:
Sì la conosco, ma ammetto che l’ho
scoperta solo pochi mesi fa per caso. Ci sono moltissime canzoni che hanno
questo titolo, mi hanno anche sconsigliato di uscire con un titolo che fosse
identico a una delle canzoni più famosi di Kylie Minogue. La cosa che spesso
però non si capisce è che (parlo per me ovviamente) quando un artista scrive il
testo di una canzone, non pensa tanto a un possibile successo o a dei trucchetti
per poter essere più riconoscibile o vendibile. Io ho scritto quello che
provavo in quel momento. È nata così e non potrebbe avere un testo diverso da
quello che ho scritto.
A.M.: Com’è il rapporto con Marco Evans, il tuo produttore?
Lucas: Marco è prima ancora di essere il mio
produttore artistico è un mio caro amico.
L’ho conosciuto tramite amici la
primavera scorsa e da subito c’è stato un grande feeling sia umano che
artistico.
Sapendo ormai dell’ufficialità della mia
partenza per la Svezia, a maggio 2013 ci siamo chiusi subito in studio per
cercare di cerare una canzone dal sound dance/pop tipico di questo paese e così
una notte è nata “In My Arms”.
Da qualche mese ho iniziato, e ora
interrotto per ovvi motivi, a studiare canto con lui, ma sicuramente riprenderò
appena tornato. Mi piacerebbe molto tornare a lavorare con lui perché penso ci
sia davvero un rapporto artistico speciale e innovativo per un paese come
l’Italia e potrebbero nascere parecchie cose interessanti. Certo, per un’artista
emergente e indipendente come me non è facile però trovare i soldi necessari
per una produzione di qualità. Se non avessi avuto l’aiuto dei miei genitori
non sarebbe nato nulla di tutto ciò.
Vedremo in questi mesi…
A.M.: A chi dedichi il progetto “In My Arms”?
Lucas:
“In
My Arms” è una canzone autobiografica e la persona alla quale è dedicata lo
sa. Ho anche appena fatto un tatuaggio scritto proprio con la grafia di questa
persona. Addirittura nella versione in italiana del pezzo, intitolata “Di Me, Di Te” viene esplicitamente
indicato il nome e cognome di questa persona. Detto ciò è una canzone nella
quale chiunque può rispecchiarsi.
Dedico “In My Arms” a tutte quelle persone che
credono nell’amore e che non si arrendono davanti agli ostacoli. A tutte quelle
persone che lottano per far capire alla persona che amano o per la quale
nutrono un sentimento importante, anche amicizia, perché no, che ci saranno
sempre. A tutti quelli che non capiscono che ci sono persone che darebbero la
propria vita per poterli far star bene. A tutti coloro che potrebbero avere
tutto da alcune persone, ma che per non si sa quale motivo scelgono di
proseguire per la propria strada senza di loro.
A.M.: Che cosa desidera Lucas?
Lucas:
In questo momento il mio sogno più
grande è quello di poter realizzare un album di qualità, che qualcuno possa
notarmi e credere in me perché credo di aver molto da dire (e cantare
soprattutto).
Poi se proprio vuoi che
sogni in grande allora ti dico che spero in una featuring con Agnes, la
cantante svedese famosissima qui in Svezia che qualche anno fa ci aveva fatto
ballare sulle note di “Release Me”, vero e proprio tormentone. Agnes è la mia
musa ispiratrice, ho due tatuaggi dedicati a lei “Veritas” e “Dance Love Pop”;
sono suoi due album e rappresentano completamente la mia musica poiché scrivo
testi veri, che ognuno può aver vissuto, parlo spesso di amore e poi perché
Lucas è Pop/Dance per definizione!
Mi piacerebbe anche avere
l’opportunità di girare per le discoteche europee presentando la mia musica,
facendo un mini-tour. Spero che si possa realizzare tutto ciò. Io sono
fiducioso. Di materiale mio ne ho.
A.M.: Salutaci con una citazione…
Lucas: Scrivo testi riguardanti esperienze di vita
vissute senza vergogna perché non ho paura di dire al mondo la mia verità, di
parlare della mia realtà che poi potrebbe essere quella di molte altre persone.
Insomma, non ho paura di parlare perché come afferma saggiamente lo scrittore
Aldo Busi, del quale sono un accanito seguace e lettore: “Il criminale non è colui che dice le cose, ma colui che le tace”.
E io continuerò a dirle, e soprattutto a
cantarle.
A.M.: Grazie Lucas, hai scelto davvero una bellissima citazione
per salutarci. Ti auguro di trascorrere questi sei mesi nel migliore dei modi e
di poter collaborare con la cantante svedese Agnes.
Info
info@lucasofficial.com
Fonte
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