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sabato 1 febbraio 2014

Oubliette Magazine ci presenta Lucas - l'intervista a cura di Alessia Mocci


Intervista di Alessia Mocci al cantante pop/dance Lucas: In My Arms debutta su Itunes
  
“Invece eccomi, sono io, un giovane ragazzo dal timbro molto delicato, forse per questo viene definito androgino. Non mi piace strafare quando canto, mi piace essere il più pulito e lineare possibile. È il mio gusto musicale che coincide anche con il mio stile.”

Lucas  nasce il 1 gennaio del 1992 a Monza. Inizia da bambino a concentrarsi sulla musica e sulla creatività della comunicazione. La sua sensibilità diventa presto responsabilità dell’aver una meta, del voler vedere i sogni realizzarsi.

Una curiosità sana, un’inventiva che brama alla mutevolezza per la ricerca di una forma adatta, di uno spazio interiore che possa riflettere il suo Io pulito e lineare.

Luca Vismara, in arte Lucas, vive a Stoccolma da qualche giorno, ha recentemente vinto una borsa di studio Erasmus di sei mesi per la Svezia. Il suo progetto comprende il perfezionamento della  lingua, lo studio universitario ed il farsi conoscere come artista nel Nord Europa.

Nel dicembre 2013 esce l’EP “In My Arms” ed è istantaneamente un successo nel mondo della pop/dance. Infatti Lucas, sin dal primo giorno, raggiunge la 29° posizione su Itunes. Non si aspettava questa grande conferma da parte del pubblico, anche se negli anni è riuscito a collezionare  numerosi premi in campo musicale.

Ora Lucas è a Stoccolma, carico dal web, forte grazie ai tantissimi fans che lo sostengono ogni giorno sui social network. L’obiettivo è realizzare un album di qualità che possa soddisfare la sua sete di comunicazione creativa.



A.M.: La tua carriera inizia da giovane, avevi infatti solo otto anni al tuo primo traguardo, un concorso per giovani aspiranti autori. Pensi di esser stato influenzato dal passato canoro di tua madre, Viviana Stucchi, vincitrice dello Zecchino D’oro nel 1964 con la canzone “Il pulcino ballerino”?
Lucas: Sicuramente mia madre mi ha avvicinato più al mondo dello spettacolo in generale che a quello della musica, nonostante oltre allo Zecchino D'Oro abbia vinto anche Sanremo dei piccoli con la canzone "Il ritratto della mamma". Mi portava con lei sin da piccolissimo nelle varie trasmissioni in cui era ospite e tutto ciò mi ha affascinato. Quando ho vinto quel concorso ho vissuto tutto come un gioco, come era giusto che fosse.  La mia passione per la musica nasce un po' più tardi, prima forse inconsciamente. Verso i 13 anni ho iniziato a cantare, sempre da autodidatta, ho iniziato a scrivere i miei primi testi e da lì non ho mai più smesso. Solo all'inizio dell'anno scorso ho capito però che questa passione sarebbe potuta diventare anche un mio possibile lavoro. 


A.M.: Venerdì 6 dicembre 2013 è uscito il tuo EP “In My Arms”, e fin da subito ha travolto con i consensi, infatti ha debuttato al 29° posto su Itunes. Una gradita conferma?

Lucas: Devo essere sincero, non me l'aspettavo. Ci speravo ovviamente, ma mai avrei pensato di poter arrivare così in alto senza avere alle spalle un'etichetta discografica. È stata una grandissima soddisfazione che ha premiato tutta la fatica e l'impegno che ci ho messo per realizzare questo prodotto. 


A.M.: Raccontaci della collaborazione con il rapper scandinavo Chris Baco.

Lucas: Questa è stata una grande fortuna. Ho molti amici norvegesi che in estate trascorrono le vacanze in Italia. Ho raccontato a loro che ero al lavoro a un mio singolo da esportare al di fuori dell'Italia e sono rimasti subito entusiasti appena l'hanno sentito. Avendo analizzato bene i gusti scandinavi ed ispirandomi al pop svedese e norvegese da anni, ho capito che per il mercato discografico della Norvegia sarebbe stato meglio aggiungere un tocco più "urban". Ho chiesto quindi se avessero degli amici rapper e una ragazza mi ha messo in contatto con il suo amico, Chris Baco appunto, che in Norvegia sta davvero avendo moltissimo successo. Entusiasta del progetto Chris ha apprezzato la collaborazione ed il pezzo insieme sarà disponibile anche in Norvegia da fine gennaio 2014. 


A.M.: Oltre alla passione per la musica, hai un’altra dote su cui vorrei mettere l’accento: la tua predisposizione per le lingue straniere.

Lucas: Ad oggi sono fiero delle mie sei lingue parlate: italiano, inglese, francese, tedesco, norvegese e svedese. Alcune sono realmente fluenti, altre meno, in ogni caso continuo a tenerle allenate e a studiarle.
Non saprei dire come nasce questa mia predisposizione. Io ho sempre cercato di imparare più lingue possibili anche grazie ai miei genitori che mi hanno permesso di viaggiare moltissimo in tutto il mondo sin dai primi anni di vita. Mi è costata tantissima fatica, lo ammetto, però è una grande soddisfazione riuscire a capire mentalità e cultura delle persone attraverso il linguaggio. Sono anni che ho smesso di guardare la TV con i nostri dannosissimi doppiaggi. Siamo uno dei pochi paesi al mondo ad averli e questo ci rende uno degli stati più arretrati in Europa e di conseguenza meno aperti mentalmente ad accogliere "l'altro".


A.M.: Questa tua passione ti porta alla scelta di trasferirti in Svezia.

Lucas: A gennaio 2013, non so per quale assurdo motivo, forse proprio per la mia passione per la musica pop/dance proveniente dalla Svezia, ho deciso di iniziare a frequentare un corso di svedese, senza sapere che mi sarei poi trasferito. A marzo dello stesso anno ho partecipato al concorso per l’Erasmus nella mia università, IULM, dove studio scienze della comunicazione, indicando come meta proprio la Svezia, vincendolo.
Ora mi trovo vicino a Stoccolma, dove mi sono trasferito da pochissimi giorni. Ammetto che l’impatto è stato difficile per via delle temperature polari, non è possibile vedere la luce del sole ed ho solo la mia piccola stanza, ma mi sono rimboccato le maniche e mi sono già messo al lavoro per scrivere nuove canzoni.
Sono stato subito accolto calorosamente dagli altri ragazzi e la cosa che mi ha davvero lasciato senza parole è che il mio pezzo “In My Arms” era già conosciuto, ballato e cantato anche qui in Svezia.
Qui rimarrò per quasi sei mesi, tornerò entro fine giugno. Nel frattempo, oltre a studiare, in questi mesi farò promozione al singolo nel Nord Europa e cercherò produttori che vogliono collaborare con me per il mio album di debutto. Insomma, non mi fermerò di certo, è solo l’inizio di nuove esperienze e nuovi progetti musicali. Sono nella patria delle hits, quindi spero che possa venir fuori qualcosa di buono.


A.M.: Nello stile, ti definiresti androgino?

Lucas: Se per “stile” si intende il timbro di voce, direi di sì e la cosa non mi dispiace, mi rende riconoscibile. Mi diverto molto quando mi fanno questa osservazione perché ho incontrato molte persone che non capivano se “In My Arms” la cantasse una donna o un ragazzino.
Invece eccomi, sono io, un giovane ragazzo dal timbro molto delicato, forse per questo viene definito androgino. Non mi piace strafare quando canto, mi piace essere il più pulito e lineare possibile. È il mio gusto musicale che coincide anche con il mio stile. 


A.M.: Curiosità: conosci la canzone “Into My Arms” di Nick Cave?


Lucas: Sì la conosco, ma ammetto che l’ho scoperta solo pochi mesi fa per caso. Ci sono moltissime canzoni che hanno questo titolo, mi hanno anche sconsigliato di uscire con un titolo che fosse identico a una delle canzoni più famosi di Kylie Minogue. La cosa che spesso però non si capisce è che (parlo per me ovviamente) quando un artista scrive il testo di una canzone, non pensa tanto a un possibile successo o a dei trucchetti per poter essere più riconoscibile o vendibile. Io ho scritto quello che provavo in quel momento. È nata così e non potrebbe avere un testo diverso da quello che ho scritto.


A.M.: Com’è il rapporto con Marco Evans, il tuo produttore?

Lucas: Marco è prima ancora di essere il mio produttore artistico è un mio caro amico.
L’ho conosciuto tramite amici la primavera scorsa e da subito c’è stato un grande feeling sia umano che artistico.
Sapendo ormai dell’ufficialità della mia partenza per la Svezia, a maggio 2013 ci siamo chiusi subito in studio per cercare di cerare una canzone dal sound dance/pop tipico di questo paese e così una notte è nata “In My Arms”.
Da qualche mese ho iniziato, e ora interrotto per ovvi motivi, a studiare canto con lui, ma sicuramente riprenderò appena tornato. Mi piacerebbe molto tornare a lavorare con lui perché penso ci sia davvero un rapporto artistico speciale e innovativo per un paese come l’Italia e potrebbero nascere parecchie cose interessanti. Certo, per un’artista emergente e indipendente come me non è facile però trovare i soldi necessari per una produzione di qualità. Se non avessi avuto l’aiuto dei miei genitori non sarebbe nato nulla di tutto ciò.
Vedremo in questi mesi…


A.M.: A chi dedichi il progetto “In My Arms”?

Lucas: “In My Arms” è una canzone autobiografica e la persona alla quale è dedicata lo sa. Ho anche appena fatto un tatuaggio scritto proprio con la grafia di questa persona. Addirittura nella versione in italiana del pezzo, intitolata “Di Me, Di Te” viene esplicitamente indicato il nome e cognome di questa persona. Detto ciò è una canzone nella quale chiunque può rispecchiarsi.
Dedico “In My Arms” a tutte quelle persone che credono nell’amore e che non si arrendono davanti agli ostacoli. A tutte quelle persone che lottano per far capire alla persona che amano o per la quale nutrono un sentimento importante, anche amicizia, perché no, che ci saranno sempre. A tutti quelli che non capiscono che ci sono persone che darebbero la propria vita per poterli far star bene. A tutti coloro che potrebbero avere tutto da alcune persone, ma che per non si sa quale motivo scelgono di proseguire per la propria strada senza di loro.


A.M.: Che cosa desidera Lucas?

Lucas: In questo momento il mio sogno più grande è quello di poter realizzare un album di qualità, che qualcuno possa notarmi e credere in me perché credo di aver molto da dire (e cantare soprattutto).
Poi se proprio vuoi che sogni in grande allora ti dico che spero in una featuring con Agnes, la cantante svedese famosissima qui in Svezia che qualche anno fa ci aveva fatto ballare sulle note di “Release Me”, vero e proprio tormentone. Agnes è la mia musa ispiratrice, ho due tatuaggi dedicati a lei “Veritas” e “Dance Love Pop”; sono suoi due album e rappresentano completamente la mia musica poiché scrivo testi veri, che ognuno può aver vissuto, parlo spesso di amore e poi perché Lucas è Pop/Dance per definizione!
Mi piacerebbe anche avere l’opportunità di girare per le discoteche europee presentando la mia musica, facendo un mini-tour. Spero che si possa realizzare tutto ciò. Io sono fiducioso. Di materiale mio ne ho.


A.M.: Salutaci con una citazione…

Lucas: Scrivo testi riguardanti esperienze di vita vissute senza vergogna perché non ho paura di dire al mondo la mia verità, di parlare della mia realtà che poi potrebbe essere quella di molte altre persone. Insomma, non ho paura di parlare perché come afferma saggiamente lo scrittore Aldo Busi, del quale sono un accanito seguace e lettore: “Il criminale non è colui che dice le cose, ma colui che le tace”.
E io continuerò a dirle, e soprattutto a cantarle. 


A.M.: Grazie Lucas, hai scelto davvero una bellissima citazione per salutarci. Ti auguro di trascorrere questi sei mesi nel migliore dei modi e di poter collaborare con la cantante svedese Agnes.






Info
info@lucasofficial.com

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